In una delle zone più colpite dalle tre alluvioni in 16 mesi
Manifestazione degli alluvionati a Faenza
Le istituzioni borghesi continuano a rimpallarsi le responsabilità
Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Dopo le polemiche e il rimpallo delle responsabilità per l’ennesimo disastro causato dall’alluvione del 18-19 settembre in Emilia-Romagna, la terza in 16 mesi, e che ha coinvolto ancora in alcuni casi le stesse zone colpite nelle 2 precedenti, il governo neofascista Meloni, attraverso il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano, ha nominato la presidente della Regione facente funzioni Irene Priolo, Commissario delegato per l’alluvione di settembre in Emilia-Romagna, la quale dovrà “predisporre entro 30 giorni un piano di interventi urgenti da sottoporre all'approvazione del capo del Dipartimento della Protezione civile, contenente le misure e gli interventi urgenti per il soccorso e l'assistenza alla popolazione, la rimozione delle situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità, il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, l'attività di gestione dei rifiuti, macerie e materiale alluvionale”, stanziando dei contributi economici “ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata distrutta in tutto o in parte, o sia stata sgomberata”, stanziando la somma di 20 milioni di euro deliberata dal Consiglio dei ministri del 21 settembre.
Evidentemente, per sfruttare l’alluvione a fini elettorali, il governo neofascista dopo aver nominato il generale Figliuolo commissario per l’alluvione in Regione lo scorso anno, il quale ha miseramente fallito ogni obiettivo in particolare ripristino e messa in sicurezza del territorio e risarcimento dei danni ai colpiti, preferendolo a Bonaccini per evitare di consegnare a lui un bel “gruzzoletto”, in questa occasione ha nominato la Priolo che evidentemente non avrà tempo di approntare un piano di lavori (ma avrebbe dovuto farlo da tempo, sia lei che Bonaccini) prima delle elezioni regionali del prossimo novembre per il nuovo presidente della Regione dopo la recente elezione dello stesso Bonaccini al Parlamento europeo nelle e che per questo, data l’incompatibilità tra i due incarichi, ha presentato anticipatamente le dimissioni. Priolo infatti ha messo le mani avanti chiedendo al generale Figliuolo di accelerare la ricostruzione post-alluvione con risorse aggiuntive e impegno totale sul territorio regionale: "Al commissario e alla sua struttura ho chiesto di dedicarsi a tempo pieno a questa attività e di farlo da qui: non può essere un impegno tra gli altri da svolgere da Roma o da altrove", e al governo di mettere risorse "che ad oggi non ci sono avendo già utilizzato il commissario tutte le risorse a sua disposizione" e "procedure straordinarie e immediate: se è stato fatto per ricostruire il Ponte Morandi a Genova, perché non lo si può replicare in Emilia-Romagna?", di fatto chiedendo di essere autorizzata a realizzare lavori al di fuori delle leggi e delle regole esistenti.
Intanto il governo neofascista Meloni per tirarsi indietro dal suo compito di tutela del territorio e assistenza alla popolazione ha reso obbligatoria l’assicurazione per le imprese da stipulare contro i danni da catastrofi naturali con la legge Finanziaria 2024, e ne ha solo rimandato l’obbligatorietà per le case, ma intanto ha lanciato il sasso, scaricando sulle masse i propri doveri e i relativi costi, con la Confindustria che ha già minacciato la fuga delle imprese dai territori più a rischio, senza contare il costo esorbitante che le assicurazioni avranno nei territori più a rischio e in quelli già colpiti.
Contro le colpevoli e gravi mancanze e inadempienze di tutte le istituzioni borghesi si è svolta una manifestazione organizzata dal comitato “Alluvionati Arrabbiati” domenica 22 settembre a Faenza con un corteo partito da Via Pellico, una delle strade più colpite dall'alluvione, e giunto in piazza del Popolo dove centinaia di alluvionati sono arrivati con guanti e stivali e le carriole piene di fango e riportanti ognuna un cartello con scritto “Comune”, “Sindaco”, “Governo Meloni”, “Regione Emilia-Romagna”, “Commissario Figliuolo”, “Von Der Leyen”, “Hera”, chiedendo di fermare "le passerelle, la propaganda e la demogogia" e rivendicando la "sicurezza territoriale e politiche del governo del territorio e tutela della sicurezza dei cittadini. Siamo stufi di allagamenti da rigurgito di fogne. Basta parole, è l'ora dei fatti", chiedendo al sindaco di uscire dal Comune e gridando “vergogna” e “dimissioni”. Marcello Arfelli, del Comitato Borgo ha dichiarato “Siamo arrivati qua per far sentire la nostra voce al sindaco e da lui che possa arrivare alla Regione da lì al commissario Figliuolo. Che smettano di rimpallarsi a vicenda e trovino insieme la soluzione. L’argine per il Borgo entro 15 giorni devono realizzarlo, poche scuse, basta litigi tra di voi”.
Incalzato, il sindaco di Faenza Massimo Isola, ha scritto una lettera a Mattarella per annunciare che procederà alla realizzazione dei lavori necessari: “I lavori per mettere in sicurezza gli argini del fiume Marzeno li facciamo da soli, non c’è tempo da perdere. Non importa se l’ordinamento li prevede in capo ad altri enti in base alle ordinanze della struttura commissariale post alluvione del 2023”, “Oggi finisce il tempo dei rimpalli di responsabilità: iniziamo da soli, e nostro carico, assumendoci ogni responsabilità, i lavori di messa in sicurezza del Marzeno per prevenire quello che realisticamente potrebbe accadere di nuovo”, annunciando contributi economici alle famiglie colpite, con copertura a carico del Comune e attaccando la multinazionale holding
dei servizi Hera che “Non è stata all’altezza dell’emergenza.
Quella intrapresa dal sindaco di Faenza, di avviare da subito i lavori necessari, è la strada giusta perché non è possibile perdere ulteriore tempo di fronte a calamità naturali che purtroppo, a causa della distruzione ambientale causata dal modo di produzione capitalistico, non sono più “straordinarie” ma periodiche, e occorre mettere subito in sicurezza il territorio e le popolazioni.
Occorre vedere poi nella pratica se e cosa farà realmente il sindaco Isola, se si fermerà alle parole del momento, questo comunque non toglie le responsabilità a nessuno degli altri colpevoli (e nemmeno le sue maturate “sinora”), sindaci, regione, governo Meloni, tutti si devono assumere le loro gravi responsabilità per quanto è accaduto e tutti devono fare quanto è necessario.
Intanto, una nuova manifestazione degli alluvionati è stata indetta per giovedì 10 ottobre alle 10 in Piazzale Aldo Moro a Bologna di fronte alla sede della regione Emilia-Romagna.
2 ottobre 2024