Non ho parole per elogiare il PMLI e soprattutto il grande compagno e guida Giovanni Scuderi che dal 1969 armato del pensiero di Mao ha analizzato la storia del revisionismo in Italia rendendola pubblica tramite “Il Bolscevico”

Ne “Il Bolscevico” n. 32, dedicato al 48° Anniversario della scomparsa di Mao, vengono riportati vari fatti, il più importante è il discorso di Franco Panzarella, a nome del CC del PMLI, dove vengono trattati argomenti riguardanti la vita e l'opera di Mao, la lotta per il socialismo in Italia e altro ancora. Quello che più mi colpisce è la parte ideologica culturale indispensabile per non uscire dalla strada tracciata dai cinque grandi Maestri del proletariato internazionale .
Non trovo le parole per elogiare il PMLI e soprattutto colui che dal 1969 ha fatto più di tutti per il PMLI, il grande compagno e guida Giovanni Scuderi che senza farsi impressionare dai giganteschi mezzi di cui dispone la borghesia e dal PCI revisionista, ha analizzato, armato del pensiero di Mao, la storia del revisionismo in Italia rendendola pubblica tramite “Il Bolscevico” e ha acceso un fiammifero nel buio del passato da allora ad oggi, ha fatto capire a tanti comunisti la verità su molteplici fatti sulla storia del revisionismo e sul PCI. Senza Scuderi c'era ancora buio.
Nella lotta per il socialismo in Italia il PMLI, con i poveri mezzi a disposizione, ha fatto il massimo; io penso che era una grossa difficoltà far capire alle masse disorientate dopo la fine del socialismo in quei Paesi dov’era la differenza fra comunisti e revisionisti nel 1956. Mao per primo “ha capito che i revisionisti in URSS non sono comunisti ma politici al servizio della borghesia”. La contraddizione fra Mao e Krusciov era antagonista. I revisionisti italiani hanno sempre nascosto la verità, dobbiamo ringraziare Mao per aver tolto la maschera ai revisionisti sovietici.
Mao ci ha fatto capire che nel socialismo la borghesia non si volatilizza ma è presente e bisogna continuare la lotta di classe perché il revisionismo al potere è la borghesia al potere. A questo punto mi sembra chiara la differenza fra revisionisti e comunisti e la vittoria della borghesia nei Paesi socialisti non è il fallimento del socialismo, come dice oggi la borghesia, ma è solo un fatto provvisorio e il socialismo tornerà perché il capitalismo è malato di un male incurabile e i partiti di destra o “sinistra” non potranno mai guarire il capitalismo.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale lo scenario mondiale è completamente cambiato e il numero dei Paesi imperialisti è aumentato e questo sta portando a disaccordi sempre più forti sulla spartizione delle ricchezze del pianeta. I vari monopoli dei Paesi imperialisti sono sempre più affamati di materie prime e l'Africa è un continente importante; per questo motivo i governi dei Paesi imperialisti, grazie a certi governi corrotti africani, si riforniscono lì di materie prime. Anche il governo Meloni con il piano Mattei, definito da Mattarella un piano “paritario”, corre verso l'Africa. Ma non c'è solo l'Italia, anche la Cina socialimperialista corre in Africa con il piano Xi Jinping, ed altri Paesi ancora. E questo è il preludio per la terza guerra mondiale.
 
Luciano - Scandicci (Firenze)
2 ottobre 2024