Cordoglio e un minuto di silenzio per leader di Hezbollah Nasrallah, assassinato dal nuovo Hitler Netanyahu
Combattivo corteo a Milano contro il genocidio palestinese e l'aggressione nazisionista al Libano
Destano interesse tra i manifestanti la bandiera e i manifesti del PMLI in solidarietà alla causa palestinese
Redazione di Milano
Nel pomeriggio di sabato 28 settembre si è svolto a Milano, da Piazzale Loreto al Parco Trotter, percorrendo la multietnica Via Padova e Via Giacosa, un combattivo corteo per “Fermare il genocidio in Palestina” e l’aggressione nazisionista al Libano, rivendicando il “Cessate il fuoco” e gridare forte “Giù le mani dal Libano” come scritto sul manifesto che annunciava il corteo cittadino.
L’evento si svolge 357 giorni dopo l’inizio dell’offensiva “Diluvio Al-Aqsa” contro l’aggressore e invasore nazisionista israeliano che da allora ha incessantemente bombardato e affamato la Striscia di Gaza - uccidendo oltre 41mila civili - nel suo intento genocida di completare la soluzione finale della questione palestinese come preconizzato dal nuovo Hitler Netanyahu.
Il corteo, organizzato da un gruppo di associazioni di palestinesi in Italia, con alla testa l’Associazione dei Palestinesi in Italia (API), ha visto come protagoniste le comunità palestinese e delle altre nazionalità arabe con una selva di bandiere palestinesi e libanesi al grido di slogan inneggianti alla Resistenza palestinese, contro la criminale entità sionista d’Israele per la liberazione di Gaza e di tutta la Palestina “Dal Fiume (Giordano) al Mare (Mediterraneo)”, in appoggio del popolo e della Resistenza antisionista libanesi sotto attacco del terrorismo e dei bombardamenti del mostro nazisionista.
Presenti le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta (CR) e OSA, le associazioni pro-migranti, il Centro Sociale Autogestito “Vittoria” (CSAV) mentre i partiti politici presenti erano il PMLI, CARC, PaP, RdC e SI. Tanti i giovani, italiani, migranti e figli di migranti di nazionalità arabe, molti dei quali indossavano la kefiah.
Sugli striscioni si legge: “Fermiamo il genocidio, salviamo Gaza”, “Contro il regime di apartheid, libertà per il popolo palestinese” (API), “Contro il terrorismo sionista, al fianco della Resistenza palestinese” (CSAV), “No colonialismo”, “Contro l’imperialismo e il sionismo, con la Resistenza palestinese e al fianco dei popoli che lottano”.
Militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI erano presenti tenendo alta la nostra rossa bandiera portando ben in vista un cartello con affisso, su ambo le facciate, il manifesto del Partito: “Viva la Resistenza palestinese. Onore ai martiri di Gaza, di Cisgiordania, della battaglia ‘Diluvio al-Aqsa’. Fermiamo il genocidio. Governo neofascista Meloni rompi le relazioni diplomatiche e sospendi la vendita di armi a Israele nazisionista”. Lo stesso manifesto era riprodotto sui volantini diffusi dai nostri compagni con l’aggiunta di un QR-Code che riconduce all’articolo pubblicato sul n.34 de “Il Bolscevico” dal titolo “Una larga maggioranza dei paesi dell'Onu chiede la fine dell'occupazione dei territori palestinesi e sanzioni contro Israele”. Il volantino è stato accolto con estremo interesse, alcuni manifestanti hanno voluto subito dare un’occhiata all’articolo proposto visualizzandolo con lo smartphone.
Tra i cartelli si vedono le foto di politici e giornalisti bollati come “agente sionista” per le loro vergognose dichiarazioni che giustificano i crimini nazisionisti o che negano il genocidio messo in atto da questi ultimi. Tra questi la foto del ministro della guerra Crosetto e della senatrice a vita e sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Liliana Segre sotto la cui foto è citata la sua grave affermazione “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia!”, quando è chiaro che la “bestemmia” sta proprio nel negare il genocidio in atto. I media borghesi filosionisti e di regime, ovviamente, non hanno poi perso occasione per montare il loro ennesimo scandalo di “antisemitismo” facendo eco ai sionisti italiani.
Ad aprire i comizi è stato Gabriele Rubini, alias Chef Rubio (conduttore di svariate trasmissioni televisive sul tema del cibo e della ristorazione, da sempre solidale con la causa palestinese), che dopo aver salutato il corteo ha affermato che “la tigre di carta dell’entità sionista” sta vacillando, i colonialisti sionisti “sono in un angolo” e in preda alla rabbia e alla paura dell’avvicinarsi della loro fine, stanno esasperando il loro odio, le loro devastazioni, i loro eccidi, le loro menzogne. Rubio ha riferito in merito alla vile aggressione da lui subita lo scorso maggio da squadristi sionisti davanti casa sua a Roma: “l’antimafia sta indagando, ma non confido affatto sulle loro ricerche perché sicuramente avranno degli ordini dall’alto di rallentare l’inchiesta”. “La Palestina ci insegna col 7 ottobre (2023) che le azioni partigiane e rivoluzionarie sono possibili” ha concluso Rubio riaffermando che è giusto ribellarsi contro nemici che si autoproclamano imbattibili solo in virtù della loro efferatezza.
È stato osservato un minuto di silenzio in onore di Hassan Nasrallah, leader carismatico di Hezbollah e della resistenza libanese assassinato dal criminale bombardamento israeliano sul quartiere sciita di Beirut che ha anche ucciso oltre 700 civili.
Nei comizi è stato denunciato il sistematico genocidio nella Striscia di Gaza, che sta allargandosi alla Cisgiordania, ed anche i piani espansionistici che lo Stato sionista d’Israele intende rilanciare preparando una seconda invasione di terra del Libano per poi puntare su Siria e Iraq. “È solo l’unità dei popoli che farà vacillare il sionismo” ha affermato una giovane rappresentate della comunità libanese che ha ribadito: “il popolo del Libano non abbandonerà mai la causa palestinese, qualsiasi sia il costo” aggiungendo che la resistenza non muore uccidendo i suoi leader perché essi emergono dalla resistenza stessa.
“Per noi la Palestina libera non è un miraggio, un’utopia” ha gridato un rappresentante degli studenti, “è una realtà che si avvererà, essa non è un passato da riconquistare ma rappresenta il futuro della liberazione di tutti i popoli oppressi”.
"Il criminale Stato d’Israele non è solo nemico del popolo palestinese, ma dell’intera umanità, con la complicità degli USA e della UE di cui fa parte lo Stato italiano che fornisce armi e supporto economico, scientifico, tecnologico e logistico ai carnefici", ha detto il portavoce dell’API Mohammad Hannoun “se un cittadino italiano d’origine palestinese va a combattere nella Resistenza palestinese viene incriminato di terrorismo mentre se un sionista italiano va a combattere nell’esercito terrorista israeliano viene considerato un eroe e se cade in battaglia ‘merita’ le condoglianze del governo italiano, vergogna!”.
Il rappresentante del CSAV, dopo aver smascherato l’ipocrisia, le menzogne, l’infamia e la criminalità genocida del sionismo e del suo Stato sorretto dall’imperialismo occidentale, ha condannato l’“Italia in camicia nera” della Meloni che col “provvedimento fascista”, Ddl 1660, vuole anche reprimere la protesta contro il genocidio nazisionista in Palestina e contro la complicità attiva che in esso ha il “governo fascista italiano”.
Tutti gli interventi hanno rilanciato la massima partecipazione per la manifestazione nazionale di Roma del 5 ottobre respingendo il divieto fascista del ministro di polizia Piantedosi.
La manifestazione si è quindi conclusa sulle note e al canto dell’inno patriottico palestinese “Mawtinì”.
2 ottobre 2024