Promossa dall’Associazione “Tank Punk”
Storica e riuscita tavola rotonda sulla storia dei disoccupati organizzati a Napoli
Di Gennaro e Monteleone: “La storia dei disoccupati è una ricchezza, patrimonio di tutti. Lottiamo uniti contro il sistema capitalista, per il lavoro”. Benfenati: “Subito casa, lavoro e servizi sociali nel quartiere Scampia!”
Prodomo, a nome della Cellula “Vesuvio Rosso” del PMLI, rivendica l’assunzione stabile e immediata degli operai della manutenzione stradale

Redazione di Napoli
Sabato 28 settembre, nell’ambito della due giorni organizzata dall’Associazione “Tank Punk” per ricordare in maniera militante le Gloriose Quattro Giornate di Napoli, è stata la volta di un altro evento storico che ha visto partecipare ad una tavola rotonda sul lavoro a Napoli i disoccupati di ieri e di oggi in lotta. Un fatto ben accolto dalle sigle sindacali (SLL, USB, M7N, Cantiere 167 Scampia, Banchi Nuovi) che la sala piena ha ascoltato in silenzio quello che è diventato, con il passare dei minuti, un bilancio critico e autocritico della storia del movimento operaio a Napoli e provincia degli ultimi 50 anni. Il tutto ripreso dal giovane regista antifascista Danilo Ciociola, venuto appositamente da Roma per allestire un docu-film sulla storia dei disoccupati a Napoli.
A moderare l’avvocato Mauro Buono, facente parte del collegio difensivo storico dei disoccupati organizzati che racconterà tra un intervento e l’altro la dura repressione subita in questi anni dai disoccupati; Gennaro Di Gennaro, responsabile sindacale della SLL, Gino Monteleone, Responsabile USB, Omero Benfenati, leader storico dei disoccupati organizzati di Scampia, Luigi Prodomo delegato del “Movimento 7 Novembre”, ma anche Responsabile del lavoro di massa della Cellula che pronuncerà il discorso per il PMLI.
Buono introduce ricordando che dalle pagine de “Il Bolscevico” dagli inizi degli anni Novanta del secolo scorso è stata raccontata la cavalcata dell’esercito del proletariato di riserva contro l’arroganza e la tracotanza delle giunte napoletane soprattutto di “centro-sinistra”. Inoltre ha ricordato l’importante intervista di Luigi Sito, leader storico del Movimento di lotta Lsu che sconfisse la linea nera che voleva il raggiungimento del salario garantito come ultimo obiettivo finale, mentre rivendicazione prima e ultima doveva essere solo quello del lavoro stabile, a salario pieno, a tempo intero e sindacalmente tutelato; e anche sicurezza sul lavoro, come preciserà nel corso della tavola rotonda, Gennaro Di Gennaro.
Questi, incalzato dall’avvocato Buono sulle origini del movimento disoccupati organizzati, apre il dibattito ripercorrendo le durissime tappe del “Movimento di Lotta per il Lavoro” degli anni Ottanta nella lotta per ottenere un lavoro con prima centinaia poi migliaia di disoccupati in piazza che in realtà, con lo sfaldamento dell’Italsider, si riempirà di precari, ex operai, disoccupati ex cassintegrati. Poi il Movimento si trasforma in “lavori socialmente utili” (LSU) “esattamente il 21 febbraio 1997, una data storica per noi ormai ex disoccupati organizzati” poi si aggregano anche i “lavoratori di pubblica utilità” (LPU) finché agli inizi degli anni Duemila il Movimento riesce a battere l’arroganza delle istituzioni nazionali e locali ed entrano nel settore ambiente della regione Campania. “Ringrazio il PMLI e Il Bolscevico per questa serata e per aver raccontato la nostra storia e per questa serata - dice emozionato Gennaro -. Il punto più importante della nostra lotta è stata l’occupazione del Duomo: bisogna capire che la piazza ha determinato le condizioni del lavoro e contrastato le istituzioni a venire alle nostre proposte. Si deve capire un’altra cosa: la società capitalista non ci dà tregua ci assale tutti i giorni e dobbiamo sempre combattere per lavoro, casa e servizi sociali. Ogni giorno, preciso. I padroni ci attaccano, non vogliono la nostra unità, l’unità del proletariato, mentre i disoccupati sono sempre stati una ricchezza”. Continua Gennaro: “mentre lottavamo per il lavoro, ci spostavamo per chiedere le rivendicazioni della casa e fondammo il “COC”, il “Centro Occupanti Casa”. Io fin da quando avevo 18 anni sono stato sempre con i comunisti facendo propaganda in tutta la città, anche dove abito, i Quartieri Spagnoli, ero e sono convinto delle mie idee, anche ora che ho 60 anni!”.
Forti gli applausi diretti a Gennaro e alla sua azione di lotta e sindacale da parte dei presenti ammirati dai racconti storici emersi.
Il moderatore Buono, lasciava il microfono a Gino Monteleone, leader storico del “Coordinamento di Lotta per il lavoro” oggi dirigente dell’USB in lotta per ottenere l’assunzione stabile nella pubblica amministrazione regionale di ben 1.600 lavoratori e lavoratrici della manutenzione stradale. “Voglio subito dire che ci sono voluti circa venti anni per ottenere questo incredibile risultato - precisa Gino – perché abbiamo dovuto combattere contro una vergognosa repressione fatta di arresti, carcere, sorveglianza speciale, molti compagni di lotta non potevano avere un cellulare, un computer, non ci era permesso di andare in un luogo pubblico o uscire la sera al pari di un camorrista o di un mafioso”. Il leader sindacale precisa anche sulle presunte commistioni tra camorra e disoccupati: “Per piacere! Abbiamo recuperato tanti giovani dalla camorra: è l’esatto contrario! Voglio dire che non siamo stati nemmeno dietro qualche partito politico o galoppini di qualsiasi genere siamo contro questo regime capitalista”. Poi Gino ricalca i ricordi espressi da Di Gennaro: “Non siamo da meno, anche noi abbiamo occupato il Duomo, anche più di una volta - risate in sala , ma anche il Museo di Capodimonte e per più di venti giorni i centri di formazione. Il nostro peggiore nemico ad un certo punto è stato Bassolino; ma abbiamo affrontato anche la giunta di ‘centro-destra’ Caldoro e l’assessore Nappi. Il risultato? Sono stati centinaia di processi che ancora oggi ci vedono comparire davanti ai giudici per aver lottato per il lavoro”. Quando siete stati assunti? “Dopo anni di lotta - risponde Gino - abbiamo raggiunto le assunzioni con i contratti firmati nel 2018 e 2019, sono circa sei anni che lavoriamo nel settore della manutenzione stradale in attesa finalmente dell’assunzione”. Chiude affermando che questa serata e la storia delle lotte dei disoccupati organizzati dev’essere patrimonio di tutti, di ricercare l’unità e non coltivare il proprio orticello; seguono inevitabili gli applausi che hanno accompagnato quasi tutto l’intervento del dirigente USB.
La parola passa al leader dei disoccupati organizzati “Cantiere 167 Scampia”, Omero Benfenati, che ringrazia dell’invito l’Associazione e il PMLI e porta lo spaccato di Napoli nord e in particolare del quartiere popolare. “Chi nasce a Scampia nasce già militante, prende già coscienza da piccolo della situazione precaria del quartiere, delle discriminazioni evidenti”, sottolinea Omero. “Come sapete c’è stata la tragedia del ballatoio, abbiamo occupato l’Università per venti giorni, le risposte delle istituzioni non ci sono piaciute. Ad esempio sono venuti i prelati della Chiesa con cappuccini e cornetti offrendoli a coloro che non avevano più casa. Il giorno dopo quando si sono avvicinati di nuovo la mattina abbiamo ricambiato il gesto e offerto loro la colazione; ma abbiamo aggiunto: dateci gli immobili sfitti della Chiesa così che la gente che non ha più casa possa finalmente averla perché i padroni, anche con i soldi che ci vorrebbe dare il Comune non vogliono gente di Scampia nelle loro case a qualunque prezzo”. Il racconto sconvolgente di Omero silenzia la sala; continua: “a Scampia manca tutto ed è il quartiere dove sono nato, qualche passo si è fatto perché quando ero piccolo giocavamo con palloni fatti di spazzatura e segnavamo al muro i gol fatti credendo di avere un gesso in mano e invece era amianto sbriciolato. Oggi c’è qualcosa grazie alla nostra azione dal basso, ma manca sia la casa che il lavoro”. Ed ecco l’esplosione, dieci anni fa, dei giovani disoccupati che si sono riuniti nel movimento 7 Novembre e in quello di Scampia e che hanno ottenuto da poco i corsi di formazione finalizzati per il lavoro, corsi che verranno anche remunerati secondo le ore svolte. Anche l’intervento di Omero, in certi casi toccante quanto reale e relativo a Scampia, riceve gli applausi della sala.
È la volta del compagno Luigi Prodomo, in qualità di Responsabile del lavoro di massa della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli, che legge il discorso a nome del PMLI (pubblicato a parte) dove ripercorre le tappe fondamentali della lotta dei disoccupati organizzati fino alle prime assunzioni e, riprendendo il volantino stilato ad hoc per la giornata e distribuiti dentro e fuori la sala, chiede a nome dei marxisti-leninisti l’assunzione immediata dei lavoratori e lavoratrici della manutenzione stradale stabilmente presso la regione Campania. La parola d’ordine dell’assunzione viene salutata con applausi calorosi e convinti dai non pochi operai della manutenzione stradale presenti.
Ultimo intervento quello dell’avvocato Mauro Buono, che sta seguendo le lotte dei disoccupati organizzati presso il Tribunale di Napoli attesa la dura repressione degli ultimi anni e la recente sentenza della Prima Sezione penale che condannava a 31 anni di carcere i disoccupati organizzati cercando di paragonarli a degli “associati per delinquere”, anziché dei soggetti che hanno lottato e lottano ancora per il diritto al lavoro.
Due educativi interventi dal pubblico. Il primo di Francesco Stringile, storico disoccupato organizzato di Acerra che precisa, giustamente, che il movimento dei senzalavoro ha avuto un momento di sviluppo importante proprio nella città Medaglia di bronzo alla Resistenza e invita a sviluppare la prossima tavola rotonda proprio nella città alle porte di Napoli che ha anche una storia operaia da raccontare. Significativo anche l’intervento di Salvatore Grimaldi che ha ripercorso proprio il momento fondativo dei disoccupati organizzati da Vico Cinquesanti fino a Vico della Neve e in ultimo il Movimento storico di Banchi Nuovi: “io sono riuscito ad entrare dopo sette anni di lotta nel Comune di Napoli e poi ho sempre seguito nel tempo il movimento dei disoccupati”.
Dopo due ore emozionanti e piene di ricordi la serata si concludeva con un applauso ringraziando l’Associazione “Tank Punk” che predisponeva un rinfresco finale. Il gruppo musicale della Banda Popolare dell’Emilia Rossa suonava fino al mattino le canzoni partigiane e antifasciste in un locale pieno di giovani entusiasti della serata, a conclusione della splendida e riuscita due giorni militante.

2 ottobre 2024