"Vogliamo un'altra agricoltura e un'altra pesca”
Un corteo militante sfila per Siracusa contro il G7 Agricoltura e il ministro Lollobrigida
Il PMLI partecipa e interviene alla manifestazione regionale
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Si è tenuto sabato 28 settembre a Siracusa il corteo regionale contro il G7 Agricoltura con la parola d'ordine "Vogliamo un'altra agricoltura e un'altra pesca”.
Il concentramento ai “villini" di corso Umberto. A guidare lo striscione "Mistificazione Expo 24, siccità, inquinamento, sfruttamento, vogliamo un'altra agricoltura e un'altra pesca". Un corteo partecipato e combattivo con comizi volanti contro i governi del G7 responsabili dei cambiamenti climatici, della siccità, responsabili della crisi degli agricoltori diretti col finanziamento dell'agricoltura industriale e delle multinazionali, responsabili della crisi della pesca tradizionale, con la difesa delle multinazionali della pesca industriale.
Insieme a una miriade di associazioni e partiti sempre presenti nella lotta anticapitalista e antimperialsita il PMLI ha aderito e si è unito ai No G7, con la sua folgorante bandiera rossa, i manifesti sulla Palestina e quello che chiede di affossare il decreto fascista sulla sicurezza. Manifesti ripresi e fotografati. Sono stati distribuiti i volantini Affossare il G7 Agricoltura e pesca che si svolgeva proprio a Siracusa, isola di Ortigia, dal 21 al 29 settembre.
Il gruppo dei 7 (abbreviato G7) ha riunito i capi di Stato e di governo delle 7 nazioni più industrializzate del mondo: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti. Riuniti sulla base del documento firmato nel 2023 durante il vertice di Myazaki (Giappone), che proponeva di "azzerare le emissioni dei gas serra e invertire la perdita della biodiversità, fornendo al contempo cibo alla crescente popolazione globale, senza lasciare dietro nessuno", "migliorare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari attraverso l'attuazione di un'ampia gamma di innovazioni e la promozione di pratiche agricole sostenibili"; "intensificare gli sforzi necessari per riformare o riorientare le politiche agricole al fine di raggiungere risultati ambientali positivi e ridurre le emissioni di gas a effetto serra". "Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, promuovere diete sane e migliorare l'accesso alle informazioni sui prodotti agricoli e alimentari" e "sostenere la rivitalizzazione rurale attraverso la diversificazione del reddito".
Nelle sue comunicazioni ufficiali il ministro per l'Agricoltura e per la Sovranità alimentare, investito dalla ducessa Meloni, Francesco Lollobrigida, ha sproloquiato di "biodiversità" ma in concreto con il nuovo decreto agricoltura attacca le rinnovabili, invece di mirare ed affrontare il problema, delle condizioni degli animali negli allevamenti intensivi che diventano facilmente vettore di pandemie, d'inquinamento dei terreni e delle risorse idriche, scatena l'esercito e l'arma dei carabinieri contro chi contesta queste strutture per difendere gli interessi dell'agro-industria e della lobby dei cacciatori, prima di quelli della fauna selvatica. Le politiche agricole del ministero si riempiono la bocca di termini come "sovranità alimentare" ma sono asservite alle multinazionali che massimizzano il profitto a scapito della qualità del cibo, producendo cibo spazzatura, con sistemi produttivi che sfruttano manodopera in nero e privata di diritti, avvelenano l'ambiente, oltre a determinare processi di desertificazione e impoverimento dei suoli. Il cibo sano e di qualità è riservato, in questa visione neoliberista del mondo a pochi ricchi privilegiati . Le PAC, politiche agricole comunitarie, parlano di transizione green
ma schiacciano i piccoli produttori, favorendo allevamenti intensivi e monoculture. Il modello della piccola pesca costiera che in Sicilia, veniva e viene praticato ancora sta sparendo. Le nostre città costiere si stanno spopolando rapidamente di quella componente sociale che ha vissuto di pesca per centinaia di anni tramandando tradizioni e saperi. Chi pescava sotto costa adesso arranca con l'aumento del prezzo della nafta ed è messo all'angolo dalle multinazionali della pesca che stanno depredando e desertificando il Mediterraneo con una pesca non sostenibile o si deve arrendere allo strapotere del turismo selvaggio che espropria i porti e i gozzi da pesca per assegnarli agli yacht dei multimilionari di tutto il pianeta.
Siracusa e la Sicilia sono il simbolo della desertificazione industriale, luogo di militarizzazione, di progettazione di grande opere invasive, del respingimento dei migranti.
I manifestanti hanno contestato tutte le falsità del G7 sopra menzionate e la demagogia del ministro Lollobrigida e del governo neofascista Meloni a partire dalla proposta di istituire (ma era già stato fatto lo scorso anno sempre dal ministro) il servizio civile agricolo con il motto “Per la prima volta, i giovani potranno servire la patria con una attività di valore agricolo. Sarà un anno a spese dello Stato che vuole valorizzare questa attività”.
Un nuovo modo con cui Lollobrigida forse volendo emulare il suo maestro Mussolini mietitore, vuole supersfruttare i giovani nei campi pagandoli “ben 507 euro al mese” per un totale di 1.145 ore annue, ossia la miseria di 5,31 euro all'ora.
Il compagno Sesto Schembri, della Cellula “Stalin” della provincia di Catania ha preso la parola toccando alcuni temi: "dobbiamo capire in che mondo viviamo e quello che vogliamo, contro il G7, critica al sistema dei ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, la guerra della Russia all'Ucraina, la Palestina, contro il sionismo foraggiato dall'America e dall’Europa, la democrazia diretta, il potere al popolo e il socialismo”, ricevendo consensi al suo discorso.
2 ottobre 2024