Manifestazioni di Cgil e Uil a Roma e in decine di altre città
In tante piazze contro il decreto fascista sicurezza
Il PMLI presente a Milano, Catania e Biella
Tra il 24 e il 27 settembre decine di migliaia di lavoratori, pensionati, studenti, sindacalisti, attivisti di varie associazioni e militanti di partito sono scesi in piazza per protestare contro il fascistissimo decreto sicurezza approvato dalla Camera il 19 settembre con 162 voti favorevoli, 91 contrari e tre astenuti, e ora in discussione al Senato per l'approvazione definitiva.
Una risposta fulminante al governo neofascista Meloni che poteva essere di proporzioni ancora più ampie visto che gli organizzatori, con alla testa Cgil e Uil, non hanno fatto certo i salti mortali per propagandare la mobilitazione a livello locale; tanto è vero che in diverse città, come ad esempio Prato, perfino alcuni dirigenti della stessa Camera del Lavoro sono venuti a conoscenza del presidio contro il DDL sicurezza che si è svolto in Piazza Buonamici solo poche ore prima dell'evento e per vie traverse.
La manifestazione nazionale si è svolta il 25 settembre a Roma
dove oltre 10 mila manifestanti hanno preso parte al presidio organizzato da Cgil e Uil in Piazza Vidoni davanti al Senato. Alla mobilitazione nazionale dei sindacati hanno aderito tantissimi movimenti, organizzazioni e associazioni ambientaliste, i Collettivi degli studenti medi e universitari fra cui Arci, Anpi, Ultima generazione, Acli, Legambiente, Movimento per la casa, Forum Disuguaglianze e Diversità e l'Unione degli studenti universitari con tanti striscioni e cartelli con su scritto "Stato di polizia", "L'attivismo non è reato. È democrazia", “No minaccia al diritto di protesta pacifica".
La partecipazione è andata ben le previsioni degli stessi organizzatori che ad un certo punto hanno deciso di spostare il presidio nell'adiacente Piazza Navona per evitare il blocco del traffico.
A Milano
diverse centinaia di manifestanti si sono radunati in corso Monforte, nei pressi della Prefettura. Sotto la pressione della piazza gli organizzatori sono stati costretti a trasformare i presidio in un corteo che ha percorso Corso Monforte fino a Piazza San Babila. Presenti tanti simpatizzanti e militanti di partiti con la bandiera rossa e la falce e martello fra cui il PMLI, PRC, PCI; presenti anche le bandiere dei partiti dell’opposizione aventiniana quali PD, AVS e SI, oltre a quelle degli organizzatori CGIL, ANPI e ARCI di Milano. I compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI, che ha aderito alla manifestazione, hanno tenuto alta la rossa bandiera del Partito portando nei “corpetti” la riproduzione del manifesto del PMLI che rappresenta la ducessa Meloni in divisa fascista mentre brandisce un manganello e con le manette appese alla cintura, con su scritto “Affossare il decreto fascista sicurezza. Buttiamo giù il governo neofascista Meloni”. Lo stesso manifesto era riprodotto sui volantini diffusi dai nostri compagni con l’aggiunta di un QR-Code che riconduce all’articolo de “Il Bolscevico” (Vedi articolo di cronaca pubblicato a parte).
A Biella
oltre 300 manifestanti hanno preso parte al presidio organizzato il 27 settembre davanti alla Prefettura dai sindacati confederali CGIL e UIL. Alla manifestazione hanno aderito anche i principali partiti della sinistra biellese Rifondazione Comunista (PRC), Partito Comunista Italiano (PCI), Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e i GiovaniDemocratici. Presente anche il compagno Gabriele Urban, Responsabile dell’Organizzazione di Biella del PMLI, che ha esibito il manifesto ad hoc del Partito contro il decreto sicurezza. (Vedi articolo di cronaca pubblicato a parte).
A Catania
il 25 settembre sì è svolto un partecipato presidio sotto il palazzo della prefettura in via etnea indetto dalla CGIL di Catania con la parola d'ordine " No al DDL sicurezza". All'appello dei promotori hanno risposto fra gli altri l'ANPI, l' Associazione Olga Binario, gli ambientalisti di Nuova generazione, PRC, e tanti giovani e meno giovani, che guardano a questo DDL fascista con preoccupazione. Presenti anche i compagni del la Cellula “G.Stalin” della provincia di Catania del PMLI che hanno aderito al presidio e hanno diffuso il volantino “la via maestra è il socialismo e il potere politico del proletariato. Abbandonare le illusioni costituzionali, riformiste, elettorali , parlamentari. Governative, pacifiste e legalitarie . Affossare la controriforma piduista e neofascista del premierato e l'autonomia regionale differenziata. Abbattere il governo neofascista meloni”. (Vedi articolo di cronaca pubblicato a parte).
In Sicilia, altre manifestazioni si sono svolte a Messina, Enna, Ragusa e Agrigento.
Sempre nel pomeriggio del 25 settembre in Piazza del Popolo a Pesaro
, sotto il palazzo della Prefettura, si è svolto un sit-in di protesta promosso dal "Comitato contro il DDL sicurezza" che racchiude al suo interno partiti, associazioni e sindacati fra cui CGIL, ANPI, ARCI, Sinistra Italiana Verdi e M5s. Durante il presidio sono stati scanditi slogan, esibiti cartelli e striscioni contro un DDL Sicurezza. (vedi servizio a parte)
Altre decine di presidi e manifestazioni si sono svolte in tutte maggiori città dal Nord, al Centro e Sud Italia.
La Cgil Bologna
in concomitanza con la Cgil di Imola e la Uil Emilia-Romagna ha organizzato nel capoluogo emiliano davanti alla prefettura in Piazza Roosevelt un presidio di protesta con la parola d'ordine “Liberi di manifestare, no alla repressione” per denunciare che il “DDL sicurezza” contiene fra l'altro “norme liberticide” per reprimere ancora più duramente le proteste che riguardano il lavoro a cui hanno Anpi Bologna, Arci Bologna, Libera Bologna, Rete degli Universitari-Udu Bologna.
In Emilia-Romagna analoghe manifestazioni si sono svolte a Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara.
A Palermo
decine di manifestanti hanno presidiato la prefettura in Via Cavour.
A Brescia
in centinaia hanno manifestato con un presidio in piazza Rovetta.
In Lombardia la protesta ha interessato anche Bergamo
. Al presidio davanti alla prefettura hanno aderito fra gli altri Libera, Anpi, Auser, Sunia, Federconsumatori, Partito Democratico provinciale, Alleanza Verdi e Sinistra, Rifondazione Comunista Bergamo. Altri presidi si sono svolti a Lodi, Varese, Monza, Mantova, Como e Pavia.
Un sit in di protesta è stato organizzato anche a Catanzaro
da Cgil, Anpi, Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana dinnanzi la sede della prefettura a cui hanno preso parte centinaia di manifestanti. A Reggio Calabria
davanti alla prefettura il segretario della Cgil Calabria, Angelo Sposato ha fra l'altro denunciato “Oggi manifestiamo anche in Calabria il nostro dissenso. Il DDL autonomia differenziata e questo DDL sicurezza dimostrano il vero volto di questo governo che sta rivelando la sua vera essenza, la sua vera natura. Non si dichiarano antifascisti perché non sopportano la nostra costituzione, capiscono che c’è molto disagio nel Paese e stanno programmando un nuovo fascismo... Siamo qui per difendere la libertà e il diritto di manifestare il dissenso, per contrastare una norma che introduce nuovi reati penali e limita le mobilitazioni sindacali”.
Alla manifestazione erano presenti anche i rappresentanti del Pd, Prc, Circolo Reggio Sud e M5S.
A Castrovillari
, provincia di Cosenza, alcune decine di manifestanti si sono riuniti in presidio il 25 settembre alle in Piazza Municipio.
A Vibo Valentia
il presidio si è svolto davanti alla Prefettura.
La Cgil Basilicata e le Camere del Lavoro della Cgil di Potenza e Matera
hanno presidiato per tutta la mattina del 25 settembre le rispettive Prefetture.
"Rivendichiamo con forza la nostra resistenza a un disegno di legge sbagliatissimo - ha detto il segretario generale della Cgil Potenza, Vincenzo Esposito - e ci batteremo fino in fondo per manifestare il nostro dissenso contro questo Governo”.
A Matera
i manifestanti hanno ribadito la volontà di "contrastare una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso pacifico, introducendo nuovi reati penali, e quindi il carcere, nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati... Non intendiamo accettare passivamente una limitazione alle iniziative sindacali per difendere posti di lavoro e contrastare crisi aziendali e occupazionali. Siamo contro un provvedimento che chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, che introduce il reato della resistenza passiva, rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifico".
A Napoli
al presidio promosso dalla Cgil e Uil largo Berlinguer hanno aderito varie associazioni, movimenti e partiti, tra cui Legambiente, Rifondazione Comunista, Partito Democratico, Anpi, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e Giovani Democratici.
Davanti a centinaia di manifestanti, il segretario generale Cgil Napoli e Campania, ha fra l'altro sottolineato che: “come sindacato, siamo preoccupati perché la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere i propri diritti, non può essere equiparate ad una sommossa... sono state raccolte oltre 500mila firme in pochi giorni sul tema della cittadinanza agli stranieri, oltre un milione contro l'autonomia differenziata e quattro milioni di firme sono state raccolte a sostegno dei referendum sul lavoro promossi dalla Cgil. Se questo Governo non sente la pancia del Paese, credo che siamo di fronte ad un Governo reazionario".
Mentre il segretario generale Uil Napoli e Campania, Giovanni Sgambati ha aggiunto: “È importante non accettare un decreto così negativo, soprattutto nel Mezzogiorno. Tante vertenze non potrebbero manifestare il proprio dissenso ed è per questo - ha aggiunto - che siamo in piazza e troveremo il modo di contrastarlo”.
In Campania altri partecipati presidi si sono svolti davanti alle Prefetture di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
A Genova
il presidio contro il ddl Sicurezza organizzato da Cgil e Uil davanti alla prefettura si è svolto il 24 settembre. Igor Magni, segretario generale Cgil Genova, ha fra l'altro denunciato che “se passasse questa norma protestare per strada per difendere il proprio posto di lavoro sarebbe considerato reato”.
In Liguria altri presidi si sono svolti sotto le prefetture di La Spezia e Savona
.
A Torino
Alcune centinaia di lavoratori hanno partecipato al presidio organizzato sotto la prefettura di Torino da Cgil e Uil. I segretari delle due confederazioni, Federico Bellono e Gianni Cortese, nel corso del presidio sono stati ricevuti dalla Prefettura.
Ad Alessandria
il 27 settembre davanti la Prefettura centinaia di lavoratori hanno risposto all’appello di Cgil e Uil provinciali e hanno protestato con striscioni e cartelli con su scritto “Dissentire è un diritto, manganellare è un reato” “No al DDL 1660 No Stato di polizia”. Una manifestazione anloga si è svolta anche a Cuneo
.
Anche in Puglia Cgil e Uil hanno organizzato proteste davanti alle Prefetture di Barletta, Foggia e Lecce
il 26 settembre; a Bari e Brindisi
il 27 settembre, e Taranto
il primo ottobre.
In Sardegna manifestazioni e presidi di protesta si sono svolti sotto le prefetture di Cagliari e Sassari
il 27 settembre.
In Toscana presidi e manifestazioni si svolte sotto le prefetture di Firenze
in via Cavour, Livorno
in piazza dell’Unità d’Italia, Pisa, Pistoia, Siena, Massa Carrara, Arezzo, Prato, Grosseto e Lucca.
Altri presidi si sono svolti davanti alla sedi delle prefetture di Perugia, Aosta, Venezia, Padova, Treviso e Verona.
Il PMLI e il suo organo “Il Bolscevico” che più volte, fin dalla sua approvazione in Cdm lo scorso novembre, hanno denunciato questo ddl liberticida e fascista giudicandolo inemendabile e da affossare con tutte le forze e tutti i metodi di lotta, hanno aderito a livello nazionale all'appello “Fermiamo insieme il ddl 1660”.
In un'ottica di fronte unito e nell'interesse delle masse popolari daremo tutto il nostro contributo affinché questo movimento si sviluppi in lotta di massa per respingere e far fallire questa sporca operazione fascista del governo Meloni.
Allo stesso tempo ribadiamo tutta la necessità e l'urgenza che tale fronte unito cresca oltre questa singola eppur cruciale battaglia e si estenda alla lotta per buttare giù lo stesso governo neofascista Meloni, come fu fatto nel 1960 col suo predecessore governo fascista Tambroni, prima che riesca a realizzare altri e più gravi danni alle residue libertà democratico-borghesi e ai diritti dei lavoratori, dei giovani, delle donne e delle larghe masse popolari in generale.
Come ha indicato il Segretario generale del PMLI Giovanni Scuderi, in occasione del 47° Anniversario della fondazione del Partito avvenuta il 9 aprile 1977, il governo Meloni, “che rappresenta il ritorno di Mussolini nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali, sta attuando esattamente la stessa politica interna ed estera di Mussolini e sta completando col premierato il 'Piano di rinascita democratica' della P2 di Gelli e di Silvio Berlusconi, senza incontrare alcun ostacolo concreto e risolutivo dall'imbelle 'sinistra' borghese. Va fermato. Dalla piazza”.
2 ottobre 2024