Comunicato del PMLI.Molise
Grave aver criminalizzato tanti splendidi ragazzi che chiedevano solo la libertà per la Palestina
Roma, 5 ottobre, la dittatura fascista è ormai lampante
Repressione senza precedenti nella storia del dopoguerra: colpito anche un nostro militante

Una città totalmente militarizzata, forze del disordine che schedano tutti gli occupanti di interi bus, persone sequestrate nelle questure senza aver fatto nulla (per il solo sospetto, si badi bene, il solo sospetto di volersi recare alla manifestazione presso “Piramide”), perquisizioni personali al limite della decenza, cariche dei celerini dietro agli autoblindo con il rischio di fare morti, ecc ecc. Mai, dalla caduta del fascismo, si era vista una cosa simile nella capitale di uno stato che, in teoria, sarebbe nato dall’antifascismo! A Roma, semmai, si è vista attuata la dittatura fascista in piena regola. Per chi ancora si ostina a non voler capire, ecco il vero volto del governo Meloni: pugno duro per chi non è in linea con il volere della ducessa!
Eppure, nonostante l’apparato repressivo, oltre 15 mila antisionisti hanno raggiunto Piramide per esprimere la propria solidarietà al popolo palestinese, vittima di un genocidio perpetrato anche con l’appoggio dello Stato e delle aziende militari italiane. Esemplare il coraggio di queste persone, fra cui tanti giovani, che nonostante i rischi di conseguenze personali, hanno fatto la cosa giusta: partecipare alla manifestazione pro-Palestina.
E a proposito di conseguenze: segnaliamo il vergognoso caso di un militante del PMLI la cui vicenda è emblematica di quanto accaduto. Fermato alla stazione di Termini perché indossava una maglietta del partito, è stato bloccato prima dai militari che gli hanno preso i documenti, quindi passato in consegna alla Polfer: per circa tre ore, nonostante le richieste di spiegazioni per quanto stava avvenendo ha avuto per risposta “stiamo facendo controlli”. Privato del cellulare e della possibilità di comunicare con l’esterno, è stato condotto in una questura: solita scusa “stiamo facendo controlli”. Ore e ore passate in una stanza sudicia, con pareti di cartongesso rotte e umide dove sono stati rinchiusi anche un pensionato e persino un ragazzo di appena 16 anni! Anche qui, tutti fermati alla stazione, senza aver fatto nulla: fra loro, anche due ragazze appena maggiorenni. Tutte/i liberati solo a tarda ora e con foglio di via, costretti a lasciare subito la capitale. Ecco i “criminali” e “delinquenti” soggetti cui la ducessa voleva impedire il diritto, costituzionale, a manifestare: un pensionato, alcuni lavoratori e questi giovani, splendidi figli delle masse popolari con cui, durante la permanenza nelle putrida stanza della questura, sono stati lanciati canti partigiani e della resistenza!
Alla luce di tutto ciò, il PMLI rilancia il suo grido d’allarme: anche a seguito del recente DDL 1660, è ormai chiaro a che livello repressivo si sia giunti. Questo governo che non tocca i profitti di banche e multinazionali e che impoverisce le masse popolari, ora dichiara guerra ai diritti di lotta e di manifestare di lavoratori, giovani e immigrati. È la guerra della borghesia contro il proletariato oppresso. Rilanciamo quindi l’appello a lavorare uniti per abbattere questo governo neofascista!
 
PMLI.Molise
Campobasso, 7 ottobre 2024