Nonostante il divieto del governo neofascista Meloni e la blindatura di Roma
Grande e vittoriosa manifestazione per la Palestina libera
Oltre 15mila manifestanti, per lo più giovani e giovanissimi, in prima fila ragazze e donne. Molto combattivi i Giovani palestinesi d’Italia e i membri dell’UDAP. Accolto con interesse il volantino di sostegno del PMLI. Gridati ininterrottamente “Palestina libera”, “Intifada, intifada”, “Dal fiume al mare la Palestina sarà libera”. Cantata in coro “Bella ciao”. Misure da dittatura fascista aperta per impedire ai manifestanti di raggiungere Roma. Tra i 51 con il foglio di via un membro di Campobasso del PMLI che indossava la maglietta del Partito. Cariche selvagge delle “forze dell’ordine”. Meloni attacca i “sedicenti manifestanti”. Le interviste di RAI 2, RAI 3 e di altre emittenti televisive al capo delegazione Erne Guidi e a 2 membri del Partito non sono andate in onda
Striscione degli organizzatori in italiano e arabo: “Palestina e Libano uniti: Fermiamo il genocidio con la Resistenza”
Dal nostro inviato speciale
Nonostante il divieto di manifestare contro il genocidio nazisionista israeliano in corso e per la Palestina libera espresso ducescamente dal governo neofascista Meloni tramite la Questura e la blindatura di Roma, che hanno riportato alla mente i tragici eventi che precedettero il G8 di Genova del 2001, i forti scrosci di pioggia che a più riprese hanno colpito il pomeriggio della capitale, lo sciopero della Metro, grande e vittoriosa è stata la risposta degli antimperialisti e antisionisti del nostro Paese, che sabato 5 ottobre hanno riempito il Piazzale Ostiense di fronte alla Piramide. In oltre 15mila, per lo più giovani e giovanissimi, con in prima fila ragazze e donne, hanno risposto alla chiamata dei Giovani palestinesi d’Italia (GPI) e dei membri dell’UDAP, l'Unione Democratica Arabo Palestinese, un’associazione culturale e politica che mira a promuovere il pensiero laico, democratico e progressista, che hanno ben condotto in tutto e per tutto la delicata giornata, coinvolgendo unitariamente la piazza con gli slogan gridati ininterrottamente: “Palestina libera”, “Intifada, intifada”, “Dal fiume al mare la Palestina sarà libera”, intervenendo e dando la parola a svariate realtà sociali, culturali e politiche fino al non cadere nel finale nel tranello degli scontri con la polizia e le forze antisommossa del governo. Ottimo e centrato lo striscione di apertura degli organizzatori in arabo e italiano: “Palestina e Libano uniti. Fermiamo il genocidio con la resistenza”.
“Nonostante il divieto siamo scesi in piazza perché abbiamo una responsabilità storica. Chiediamo la fine dei bombardamenti. L'Italia deve prendere una linea chiara. C'è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas ma noi siamo qui per commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l'industria bellica italiana". Così dal megafono, uno dei rappresentati, dell'UDAP. "Il divieto è arrivato non per garantire la pace ma per garantire la guerra. Potevamo essere molti di più se questo non fosse uno Stato di polizia, uno Stato fascista", ha gridato un'attivista dei giovani palestinesi, mentre dalla piazza partiva il coro contro le “forze dell'ordine”, "vergogna, vergogna". “L'Italia fermi la vendita e l'invio di armi a Israele. Finisca immediatamente il genocidio a Gaza”, aggiunge un altro attivista palestinese al megafono. “Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione”, un coro ripetuto più volte.
Il forte spirito unitario antimperialista e antisionista della piazza si è espresso anche con la ripetuta condanna del governo neofascista Meloni, accompagnato dal “siamo tutti antifascisti” ritmato, fino all’emozionante canto corale di “Bella ciao”.
Da tutte le parti d’Italia sono convenuti a Roma in sostegno della Palestina libera tante forze della sinistra, politiche, associazionistiche, sindacali. Da Potere al Popolo a Rifondazione comunista, passando dai Carc, al PCL, FGC- Fronte comunista, Proletari comunisti, all’Arci, al sindacalismo combattivo e di classe SI Cobas, Cobas, USB, SGB, ai collettivi studenteschi, da NonUnaDiMeno e le comunità LGBT a Amnesty. Presente con lo striscione unitario la Rete “Fermiamo il DDL 1660. Liberi/e di lottare”, a cui hanno aderito anche il PMLI e “Il Bolscevico”, e il Collettivo dei lavoratori ex GKN. La piazza si è riempita di manifestanti nonostante lo stato d'assedio della Capitale e la repressione poliziesca e nonostante l'ostilità del PD che per bocca di Schlein l'ha pubblicamente attaccata con queste vergognose parole: “Non era la nostra manifestazione, noi con chi vuole inneggiare ad Hamas e a quello che è successo il 7 ottobre non abbiamo niente a che spartire”
Il PMLI era presente con una delegazione nazionale, diretta dal compagno Erne Guidi e che comprendeva militanti e simpatizzanti giunti da Toscana, Lombardia, Campania, Umbria, Molise e Lazio. È stato accolto con interesse dalla piazza il suo volantino di sostegno diffuso in centinaia di copie, riproducente da un lato il manifesto inneggiante alla Resistenza palestinese per la Palestina libera, uno Stato due popoli, dall’altro riportante le parole d’ordine per la manifestazione che erano state riprese e pubblicate nella mattina stessa dal quotidiano di destra “Libero” per istigare contro di noi, che siamo contro il genocidio palestinese e quindi “terroristi”, le forze della repressione poliziesca e governativa e screditare di fatto l’evento stesso, superfotografati i cartelli, riprese su tante tv via cavo e web le sue bandiere. Diverse le interviste al capo delegazione Erne Guidi e a 2 membri del Partito, da parte di RAI 2, RAI 3 e altre emittenti che però non sono andate in onda. Il Centro del Partito è stato in contatto costante con la delegazione a Roma. Il Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, ha ringraziato calorosamente i membri della delegazione per l’importante servizio reso al popolo palestinese e al PMLI.
Misure da dittatura fascista aperta per impedire ai manifestanti di raggiungere Roma erano state prese dal governo, che si era speso in prima persona col ministro dell’Interno Piantedosi anche in sede di G7, assicurando che si sarebbe impedito di “attaccare Israele” senza tuttavia “sospendere la democrazia”. Tanti i pullman dei manifestanti bloccati per non farli raggiungere Roma, identificati i passeggeri dei pullman di alcune città tra cui Napoli, controllate 1600 persone, 19 trattenute in Questura, 51 col foglio di via, tra cui un militante di Campobasso del PMLI che indossava la maglietta del Partito, provenienti da diverse città tra cui Varese, Livorno, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari.
A caldo, alle 18:16 mentre erano ancora in corso gli scontri tra una parte minoritaria del corteo che era riuscito a ottenere l’autorizzazione a muoversi a cerchio intorno alla piazza, l’Ufficio stampa del PMLI con un forte comunicato ha rilevato come “Dopo il ventennio della dittatura fascista, mai si era arrivati a blindare e a militarizzare la capitale: pattuglie armate di carabinieri, blindati, poliziotti in assetto antisommossa, barriera attorno alla Piramide e un unico corridoio per accedervi, blocco dei pullman dei manifestanti, controllo dei mezzi pubblici e privati diretti a Roma”, mentre “Le azioni degli infiltrati e dei giovani sprovveduti e avventuristi non giustificano le cariche selvagge delle ‘forze dell’ordine’ tipiche di una dittatura fascista aperta”.
Dal canto suo la presidente del Consiglio Meloni in una nota ha ringraziato "il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia e tutti gli uomini e le donne che ogni giorno lavorano per garantire la nostra sicurezza", esprimendo “la piena solidarietà, mia e del Governo, alle Forze dell'ordine, insultate e aggredite da sedicenti ‘manifestanti’ che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza". Senza dire che solo qualche decina di giovani sprovveduti hanno provato a sfondare la barriera che circondava la piazza costituita da blindati e dal cordone della polizia, dei carabinieri e dalla guardia di finanza. Un tentativo che non giustificava certo le cariche selvagge con idranti, gas lacrimogeni e manganellate che hanno spaccato la testa ad una ragazza e provocato il ferimento di altri tre manifestanti. Gli scontri - sui quali si sono soffermati unicamente i media – sono secondari rispetto al grande avvenimento politico della manifestazione che ha espresso la solidarietà del popolo italiano col popolo palestinese.
9 ottobre 2024