Lettere

Bello il manifesto del PMLI sulla Palestina
Il bel manifesto pro Palestina, pubblicato sul n° 34 de “Il Bolscevico”, rivolge al governo la giusta esortazione di rompere i rapporti diplomatici con Israele e della sospensione della vendita di armi allo Stato nazisionista. Ogni antimperialista ha il dovere di sostenerla, penso anche che ha il dovere di boicottare i prodotti israeliani (l’importazione in Italia vale 2,5 miliardi all’anno) e le multinazionali che sostengono e fanno affari con lo Stato nazisionista.
I lettori possono approfondire l’argomento digitando su Internet le voci “lista aggiornata dei prodotti israeliani da boicottare” e “con la spesa critica si può colpire l’occupazione israeliana: i marchi da boicottare”. Interessante anche la consultazione del sito www.bdsitalia.org
Antonio - Sassari

Ammiro il vostro lavoro e la vostra opera
Compagni del PMLI,
sono un giovane compagno partenopeo, frequento l'università di Napoli. Ammiro il vostro lavoro e la vostra opera.
Il mio "percorso politico", se così si può definire, non è molto lungo o complicato. Ho militato per qualche mese nel (fu) PC di Marco Rizzo circa un anno fa (da ottobre 2023 fino al gennaio 2024), ed ero d'accordo con le idee da loro proposte e con la loro linea, ma quando mi sono reso conto dello sfaldamento interno e della loro oggettiva disorganizzazione, oltre che dell'opportunismo e cripto-trotzkismo (non di Rizzo, che è semmai un semplice opportunista nel senso più elementare del termine, ma di molti altri membri sì, incluso anche qualche "segretario regionale") culminato nella ridicola "scissione di maggioranza", ho deciso di defilarmi, specie dopo essermi reso conto che la loro "Resistenza Popolare", un collettivo che non è neanche riconosciuto legalmente come partito (a differenza del PMLI), oltre a copiare spudoratamente i vostri manifesti contro il governo neofascista di Meloni, si è messo (come avevo previsto, venendo però insultato e maltrattato da sedicenti "marxisti-leninisti" nell'ex PC, poi RP) a fare comunella con partiti neo-revisionisti, movimentisti, piccolo borghesi e trotzkisti come PaP, Rifondazione "Comunista", i CARC e altri simili, tra cui anche qualche collettivo trotskista, da quanto mi è stato detto da un compagno che invece è rimasto e con cui sono rimasto in contatto.
Sarei davvero interessato ad incontrare i militanti napoletani del PMLI, della Cellula "Vesuvio Rosso", ma non so se hanno una sede fisica (il PC a Napoli non la aveva), anche se non so se sia in grado di militare effettivamente o di contribuire al PMLI a parte forse partecipare a qualche vostra manifestazione a Napoli, qualche picchetto, o farvi pubblicità. Conosco un compagno di Roma, marxista-leninista e simpatizzante del pensiero di Mao, a cui avete regalato delle vostre spille, ne vorrei una anche io.
Marte - Napoli

Riflessione sulla Giornata mondiale degli insegnanti
Durante la mia carriera di insegnante sono stato segnato da esperienze negative ed amare, da cocenti delusioni di lavoro e di vita. Eppure, nonostante ciò, sono rimasto un ingenuo ed incorreggibile idealista.
Il mio ideale di scuola è un luogo utopico, un sogno irrealizzabile nell'attuale assetto economico di stampo capitalistico. Un luogo di confronto e di scambio pluralistico ed orizzontale, senza voti e note disciplinari, senza la muffa burocratica e le gerarchie istituzionali, senza presidi-sceriffi, né gendarmi. Un contesto in cui discenti e docenti possano agire insieme, in un clima di autonomia e di creatività spirituale, in un rapporto dialettico incentrato sulla libertà di pensiero critico. Dunque, è una scuola distante ed antitetica all'emulazione goffa e maldestra di quei modelli aziendali, oramai anacronistici e decotti. È un ambiente di crescita e di formazione integrale dell'essere umano, in cui siano valorizzati i talenti e le potenzialità di ogni soggetto. Una comunità autentica, che promuova la partecipazione di tutti a forme di autogestione collettiva e diretta. Ogni "comunità scolastica" (si noti che non adopero il termine "istituzione", un lessico "burocratese" e borghese) esprime in sé le proprie peculiarità e le proprie caratteristiche in quanto comunità sociale ed educativa, per cui ha bisogno di valorizzarsi nella propria identità più singolare ed originale.
A tale scopo occorre che alla guida di ogni scuola non siano preposti degli ottusi burocrati, sovente ignoranti ed arroganti in virtù di un misero potere perlopiù coercitivo ed inquisitorio calato ed imposto dall’alto, bensì figure che siano elette democraticamente dal basso, ovvero partorite direttamente dal corpo vivo della comunità di base. Penso a figure di presidi elettivi, designati dalla base ed in carica a rotazione, con scadenza temporale. Insomma, è una scuola di autentica democrazia diretta e partecipativa. È una scuola che riconosca la dignità professionale ed umana dei docenti e la libertà di insegnamento, in quanto prerogativa peculiare ed essenziale. Dignità mortificata da fin troppo tempo, a causa di una sequenza rivoltante di "riforme" (temo sia più appropriato apostrofarle come "schiforme"), provvedimenti liberticidi e regressivi varati da una lunga scia di governi, sia di “centro-destra”, sia di “centro-sinistra”, che si sono avvicendati in Italia negli ultimi trent'anni ed oltre, senza soluzione di continuità temporale.
Lucio Garofalo - Lioni (Avellino)

Gli obiettivi della campagna sulla fibrosi cistica
Instaurare un dialogo costante con i rappresentanti delle istituzioni, affinché il test del portatore sano di fibrosi cistica diventi un programma di screening accessibile a tutti e in convenzione sull’intero territorio nazionale per una genitorialità consapevole. È questo uno degli obiettivi prefissati e costantemente alimentati da “1 su 30 e non lo sai”, il progetto triennale di Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS che mira a promuovere la ricerca sulla patologia, formare la comunità scientifica e informare la popolazione generale sulla fibrosi cistica (FC) e sul relativo test al portatore sano attraverso una omonima campagna.
“L’impegno di Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica è rivolto da quasi trent’anni a incentivare e supportare la ricerca scientifica su questa malattia, nella consapevolezza che solo attraverso questo percorso si raggiungeranno le risposte di cui hanno bisogno le persone con fibrosi cistica - afferma Carlo Castellani, Direttore Scientifico FFC Ricerca - Molto è già stato fatto, ma rimangono ancora non pochi malati che non possono usufruire delle terapie più avanzate, e dobbiamo ancora arrivare a una cura definitiva. Impegnarsi anche nell’informazione sul significato e sulla frequenza dello stato di portatore sano e sulla disponibilità di test che possono identificare le persone a rischio di avere figli con questa malattia è un altro passo importante di Fondazione verso il raggiungimento dei nostri obiettivi: formazione, informazione e ricerca”.
Il test del portatore sano di fibrosi cistica è un test che indaga il gene responsabile della malattia. Un prelievo di sangue viene analizzato in laboratori specializzati, che possono identificare fino a 9 portatori su 10. Un utilizzo ottimale del test prevede che sia effettuato in età fertile e proposto da medici di Medicina Generale, Pediatri di libera scelta e Ginecologi.
Ufficio stampa Osservatorio Malattie Rare
 

9 ottobre 2024