Chi ha finanziato i giganteschi manifesti dei putiniani?

In tutta Italia, e in particolare a Roma, Milano, Sondrio, Lamezia Terme e Modena nelle ultime settimane sono apparsi dei manifesti tre metri per cinque raffiguranti due mani, una avvolta con un tricolore italiano, l’altra dipinta con i toni della bandiera russa, sui quali è scritto “La Russia non è nostra nemica, basta soldi per le armi a Ucraina e Israele. Vogliamo la Pace e ripudiamo la guerra”. Molti sono stati affissi sui tabelloni, altri portati in giro per le città con i furgoncini pubblicitari.
La stima dei costi necessaria per una campagna pubblicitaria di simili dimensioni, secondo gli addetti ai lavori, è tra i 30.000 euro e i 50.000 euro. Secondo il sito Linkiesta, il firmatario della richiesta delle affissioni a Roma sarebbe l’ex consigliere municipale 5 Stelle Domenico Agliotti, da sempre molto vicino a Virginia Raggi e notoriamente di simpatie putiniane.
A Verona in realtà un articolo firmato da Paolo Berizzi alla fine dello scorso giugno denunciava già tali affissioni. “Verona chiama, Donetsk risponde”, scriveva il giornalista, proprio perché nelle stesse ore dell'affissione nella città scaligera, lo slogan era apparso anche su di un manifesto pro-Italia nella città dell'Ucraina orientale contesa, ma annessa di fatto dalla Russia nel 2022. "Il popolo italiano non è il mio nemico", si leggeva per le strade di Donetsk.
Gli autori di questa doppia e vergognosa campagna di affissione erano stati i militanti dell'associazione "Verona per la libertà", insieme a "Sindacato libero" e associazione "Veneto-Russia". La prima in particolare è una sigla fondata da dirigenti di Forza Nuova ed ex-leghisti, nata per protesta contro il Green Pass e che poi, dopo la fine della pandemia, ha svoltato sul conflitto Russia-Ucraina prendendo le difese di Mosca e organizzando numerosi eventi e manifestazioni a favore del neozar Putin e della sua criminale occupazione imperialista. Una fervente attività pro-Russia dei filoputiniani di estrema destra assieme ai negazionisti, no-vax ed cattolici ultrareazionari, della quale l'ultimo affondo è stato fatto proprio con questi manifesti, che a Verona riportavano gli indirizzi social dell'associazione neofascista in firma per eventuali contatti.
Ma ci domandiamo: i soldi, le decine di migliaia di euro necessari alla campagna, da dove vengono? Lo stesso Agliotti, di fronte a tale domanda postagli dalla stampa, ha cercato di minimizzare fino al ridicolo affermando che “centinaia di cittadini hanno aderito all’iniziativa versando una piccola quota volontaria a titolo personale”, come se si trattasse di una iniziativa di semplici “pacifisti” senza alcun obiettivo o matrice particolare.
Difficile però crederlo, soprattutto perché contestualmente alle affissioni, tutta la galassia social che abitualmente rilancia la propaganda putiniana si è mossa attivamente per rilanciare questa campagna. Non ci stupisce neppure la presenza pentastellata in una operazione così vigliacca, visto che il loro quotidiano, Il Fatto , a partire dal suo direttore Marco Travaglio, dall'inizio del conflitto non perde occasione per ridicolizzare e screditare Zelensky, la resistenza del popolo ucraino e il suo esercito, dando voce ai neozaristi russi.
Quel che è certo è che queste affissioni, all'evidenza dei fatti, fanno parte di un progetto internazionale, vasto e articolato, ben altro rispetto a una iniziativa di volontari disinteressati con auspici di fratellanza fra i popoli!
Mosca in realtà ha i suoi agenti che lavorano intensamente nel nostro Paese per condizionare l'opinione pubblica negando le responsabilità di Putin nell'occupazione dell'Ucraina. Li affiancano i neofascisti nostrani, assieme ad alcuni pentastellati e leghisti che non hanno mai nascosto la loro simpatia per il nuovo zar del Cremlino. Quel che è certo è che Putin intrattiene legami e rapporti economici e d'interesse non solo con i falsi comunisti ma anche con l'estrema destra neofascista italiana, che lo servono a suon di rubli.

9 ottobre 2024