A un anno dall'invasione di terra della Striscia
Genocidio e crimini di guerra dei nazisionisti a Gaza: 41.870 morti, oltre 10.000 dispersi e 97.166 feriti, per lo più donne e bambini
Complici gli imperialisti Usa e Ue, compresa la neofacista Meloni
Cominciata l'operazione terrestre “limitata” , ossia l'invasione dell'esercito sionista nel Libano meridionale
Portavoce dell'esercito sionista annunciavano la mattina dell'8 ottobre di aver avviato un'operazione terrestre "limitata, localizzata e mirata" contro le milizie di Hezbollah nella parte occidentale del Libano meridionale. Uno sviluppo di quella definita altrettanto “limitata e mirata” iniziata il 30 settembre ella parte orientale e centrale del Libano meridionale, una invasione che prende corpo a tappe ma che si realizza nella sostanza contro la sovranità del Libano di cui la formazione politica di Hezbollah è parte integrante. E le forze Onu a guida dell'imperialismo italiano, il contingente Unifil, che doveva vigilare sul confine si scansa e lascia il passo. L'invasione del Libano non è una guerra dell'entità sionista contro un partito nemico, così come la dipinge la propaganda imperialista schierata coi criminali di Tel Aviv, a sminuirne la portata come se non fosse una aperta violazione della legalità internazionale e dove la forza prevale sul diritto. Dal giorno precedente l'esercito sionista aveva avvisato la popolazione civile di evacuare ed evitare “spiagge o di farsi trovare in mare”, a Sud del fiume Awali, in tutta la zona fino a metà strada tra il confine e la capitale Beirut, così come aveva avvisato la popolazione dei quartieri sciiti di Beirut ad andarsene prima di bombardarli: così le vittime civili non sono responsabilità dei nazisionisti che avevano avvisato, se la sono voluta. In questo modo Tel Aviv prepara una nuova invasione e un nuovo massacro nelle stesse criminali modalità di quello attuato da un anno a Gaza.
Il prossimo 27 ottobre cadrà il primo anniversario della criminale invasione di terra sionista alla Striscia di Gaza, seguita successivamente da quelle in Cisgiordania e Libano, che ha dato inizio al genocidio palestinese. Dopo l'attacco della resistenza palestinese del 7 ottobre, l'operazione Diluvio di Al-Aqsa partita abbattendo le barriere del campo di concentramento di Gaza e che ha riportato in primo piano la causa palestinese e mostrato il vero volto criminale dell'entità sionista, tutti i governi imperialisti occidentali si sono allineati a sostegno del presunto “diritto all'autodifesa” usato dai nazisionisti di Tel Aviv per dare il via alle distruzioni e ai massacri che li hanno portati, seppur ancora senza alcuna conseguenza, sul banco degli accusati per crimini di guerra degli organismi giudiziari dell'Onu e internazionali dell'Aja. Armati e coperti da Usa e Ue e dai paesi arabi reazionari, i nazisionisti hanno iniziato una escalation bellicista, preparata minuziosamente nel corso degli anni e non certo dal 7 ottobre, per incendiare tutto il Medioriente dai vicini Libano e Siria al più lontano bersaglio principale, la Repubblica islamica dell'Iran, e sono arrivati oggi a un passo dallo scontro frontale aperto.
I nazisionisti non dimenticano però la iniziale ragione sociale del loro progetto egemonico imperialista, rifiutato da non poche comunità ebraiche progressiste nel mondo, di possesso assoluto dei territori palestinesi, con un popolo da cacciare sia da Gaza che dalla Cisgiordania con tutti i mezzi. Nei territori “dal fiume al mare” i nazisionsiti non prevedono la presenza della popolazione palestinese che ne ha diritto e dove dovrebbero invece convivere in un solo Stato.
Ai primi di ottobre la televisione qatariota al Jazeera ha diffuso un documentario, disponibile su YouTube, costruito da un collage di video e foto pubblicati su Instagram, Facebook, TikTok e YouTube dai soldati nazisionisti per esaltare le loro “gesta eroiche”, dall’omicidio di civili disarmati all'uso di prigionieri come scudi umani mandati avanti nelle incursioni dentro le abitazioni, alla tortura di detenuti e alla metodica distruzione financo delle case abbandonate dalla popolazione in fuga sotto le bombe. Ossia un dettagliato documento autoprodotto dei crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani a Gaza. Denunciato come “il primo Genocidio trasmesso in diretta web della storia” dalla scrittrice palestinese Susan Abulhawa.
Al 6 ottobre l'aggressione nazisionista alla Striscia di Gaza, in quasi un anno, ha causato 41.870 morti, oltre 10 mila dispersi e 97.166 feriti, per lo più donne e bambini.
Il 7 ottobre a Gaza, il direttore generale dell’Ufficio informazioni del governo di Gaza, Ismail Al-Thawabta, riportava i numeri di “un anno intero del crimine genocida e della guerra condotta dall’esercito di occupazione israeliano contro il nostro popolo palestinese nella Striscia di Gaza, un anno intero di omicidi, annientamenti, distruzioni e sfollamenti forzati. Questi crimini sono sponsorizzati dall’amministrazione Usa e dalle forze dell’ingiustizia globale”, “un anno intero in cui si è raggiunto il numero di oltre 150.000 vittime, delle quali oltre 51.800 tra morti e persone scomparse, delle quali 41.909 accertati negli ospedali mentre più di 10.000 restano tra le macerie e sotto gli edifici distrutti, e scomparsi di cui non conosciamo la sorte, e 97.303 feriti“.
In particolare, denunciava che “l’occupazione ha ucciso più di 16.000 bambini palestinesi, inclusi 171 neonati, e oltre 11.400 donne, ha sterminato 902 famiglie palestinesi, uccidendo tutti i loro membri e cancellandoli dall’anagrafe, in un crimine che disonora l’umanità” e che “più di 2 milioni di sfollati vivono in condizioni molto difficili, privi di tutti i mezzi di sostentamento e di una vita dignitosa; tra loro si diffondono decine di patologie diverse, le più pericolose delle quali sono la poliomielite, l’epatite virale, le malattie della pelle, respiratorie e digestive e molte che hanno fatto aumentare il numero delle morti di sei volte e mezzo rispetto a prima della guerra genocida”.
Denunciava il direttore Al-Thawabta che “per un anno intero, l’amministrazione Usa ha fornito all’occupazione tutti i tipi di armi, bombe, missili e aerei per spazzare via intere piazze e quartieri residenziali, in più di 3.600 massacri brutali e orribili. Per un anno intero, la comunità internazionale ha assistito al flusso di sangue che scorre nella Striscia di Gaza senza fare nulla e senza prendere una posizione concreta di fronte a questa catastrofe dei tempi moderni e della storia. Per un anno intero, l’occupazione ha preso di mira direttamente i centri di accoglienza e di sfollamento, bombardandone 187, uccidendo al loro interno più di 1.060 persone. 100.000 tende sono state distrutte. Per un anno intero, l’occupazione ha ucciso e preso di mira gli equipaggi che fornivano servizi umanitari e protezione civile. Ha ucciso 85 agenti della protezione civile, più di 700 poliziotti, e 175 giornalisti e professionisti dei media”. Adesso “l'occupante continua a tenere chiusi i valichi da e per la Striscia di Gaza, le impone un ingiusto assedio, impedisce l’ingresso di cure e medicinali e di forniture mediche e il trasferimento di 25.000 feriti e malati per ricevere cure all’estero, dopo aver distrutto il sistema sanitario e gli ospedali”.
Ricordava che gli occupanti “hanno rapito 5.000 palestinesi senza alcuna ragione e pratica contro di loro gravi torture; 37 sono stati uccisi nelle carceri mediante folgorazione e tortura psicologica e fisica, tra cui tre medici (il dottor dott. Adnan Al-Barsh, il dott. Iyad Al-Rantisi e il dott. Ziad Al-Dalu e altri)”. Hanno “completamente distrutto 125 università e scuole danneggiate parzialmente più di 337; ucciso 750 insegnanti e impiegati nel settore educativo, 130 studiosi, accademici e professori universitari e 12.700 studenti e studentesse”. Hanno “completamente distrutto 814 moschee e altre decine parzialmente danneggiate, e 3 chiese. Distrutto 19 cimiteri e ha rubato 2.300 salme (secondo l'esercito occupante cercavano le salme dei sequestrati, ndr)”.
Gli occupanti “hanno completamente distrutto 150.000 unità abitative e più di 80.000 sono state rese inabitabili. Hanno sganciato più di 85.000 tonnellate di esplosivo sulla Striscia di Gaza, sui quartieri residenziali, il che equivale a più di 5 bombe nucleari. Hanno distrutto più di 3.000 chilometri di reti elettriche, più di 330.000 metri di reti idriche, più di 655.000 metri di reti fognarie e più di 2.835 chilometri di strade e reti stradali in tutti i governatorati della Striscia di Gaza. E distrutto più di 200 siti archeologici e storici e più di 35 strutture, stadi e palestre”, completava il direttore Al-Thawabta con una serie di cifre la sua denuncia che dimostrava che “il tasso di distruzione nella Striscia di Gaza ha raggiunto l’86%”, compresi oltre due terzi dei campi coltivati.
“Il crimine di genocidio compiuto dall’occupazione qui nella Striscia di Gaza conferma chiaramente il principio di sradicamento e pulizia etnica che viene portato avanti contro il nostro popolo palestinese”, concludeva il direttore Al-Thawabta, sottolineando “il coinvolgimento dell’amministrazione Usa, di un gruppo di Paesi europei e di altri Paesi che hanno tradito l’umanità”, e che le generazioni future non potranno dimenticare la storia sanguinosa di questa occupazione, che è un’estensione dell’influenza coloniale inglese, francese, tedesca e statunitense, e che la fine di questa occupazione storica è la liberazione.
In una denuncia diffusa lo scorso 1 ottobre l'organizzazione umanitaria Oxfam metteva in evidenza che a Gaza gli occupanti “in un solo anno hanno ucciso almeno 6.000 donne e 11.000 bambini, il dato più alto rispetto a qualsiasi altro conflitto della storia recente, un numero sottostimato non potendo tenere di conto delle circa 20.000 persone non identificate, disperse o sepolte sotto le macerie. Altri 25.000 bambini hanno perso un genitore o sono diventati orfani. Un numero record di vittime causato da bombardamenti che in media ogni 3 ore per un anno di seguito hanno colpito un’infrastruttura civile, tra cui scuole, ospedali e punti di distribuzione degli aiuti. Secondo uno studio pubblicato a luglio su Lancet, ricordava Oxfam, il numero reale di morti stimato nella Striscia potrebbe essere superiore a 186.000, prendendo in considerazione le morti indirette, ad esempio per fame o mancanza di assistenza sanitaria”. La denuncia riguardava anche il comportamento degli occupanti in Cisgiordania, dove “dallo scorso ottobre l’esercito ha imposto la demolizione di oltre 2.000 case abitate da palestinesi e causato danni ingenti alle infrastrutture pubbliche e alle vie di comunicazione. Nello stesso periodo, più di 680 palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani o nel corso di operazioni militari; si sono verificati oltre mille attacchi compiuti dai coloni contro la popolazione palestinese, che hanno portato alla distruzione di coltivazioni, sistemi di irrigazione e serre, (incluse quelle realizzate grazie a progetti di aiuto allo sviluppo finanziati a livello internazionale e sostenuti da Oxfam)”.
9 ottobre 2024