In centinaia a Forlì
Manifestazione contro il genocidio del popolo palestinese
E per la Palestina libera

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Centinaia di manifestanti hanno sfilato giovedì 10 ottobre per le vie centrali di Forlì per gridare forte “Stop al genocidio. Contro i crimini d’Israele ai danni del popolo palestinese e libanese”.
Questa è la parola d’ordine della manifestazione indetta da Forlì Citta aperta, Unione degli universitari Forlì e parte della comunità studentesca del Campus di Forlì, che partendo da Piazza Ordelaffi ha attraversato Piazza Saffi, Corso della Repubblica, Viale Corridoni per arrivare in piazzale Iginio Lega vicino al Campus universitario forlivese, sventolando le bandiere palestinesi, sostenendo cartelli e striscioni e lanciando cori "per una Palestina libera dall’entità sionista, per lo stop al genocidio e per la cessazione dei crimini di Israele nel sud-ovest asiatico". “Ad un anno dall’invasione della striscia di Gaza - dove si è arrivati a oltre 40.000 morti civili - dell'inasprirsi delle violenze dei coloni in Cisgiordania con la complicità dell'esercito sionista e dell'invasione del Libano - che ha causato già oltre un milione di profughi e vittime in costante aumento - risultano sempre più inaccettabili la complicità dei Paesi occidentali e la totale inadempienza del sistema internazionale nell’arrestare il massacro per mano della sedicente ‘unica democrazia del Medio Oriente’. Ci opponiamo fermamente alla narrazione deumanizzante che viene fatta del popolo palestinese e delle vittime delle violenze dell'entità sionista. La continua giustificazione mediatica e politica delle scelte di Israele delinea un doppio standard in cui si colpevolizzano gli oppressi e si giustificano gli oppressori. Denunciamo con forza le responsabilità del governo italiano che non arretra nel proprio supporto all'entità sionista, nonostante questa si beffi impunemente del diritto internazionale e della sovranità degli Stati dell'area. È inaccettabile che l’Italia si sia astenuta dalla risoluzione Onu che prevede, tra il resto, il ritiro delle forze israeliane dai territori palestinesi, la cessazione di nuovi insediamenti, la restituzione delle terre e delle proprietà sequestrate e il diritto al ritorno delle persone palestinesi sfollate. Nascondendosi dietro agli annunci dello stop a nuove autorizzazioni alla vendita di armi ad Israele, l'Italia si riconferma come il terzo Paese (secondo solo a Stati Uniti e Germania) per vendita di forniture belliche e supporto militare all'entità sionista".

16 ottobre 2024