European jewish for palestine (Ejp)
Ebrei solidali con la Palestina
È stata fondata a settembre e presentata ufficialmente lo scorso 3 ottobre a Bruxelles la European Jewish for Palestine (Ejp) - Juif Européenes pour la Palestine (Jep), la rete che raggruppa numerose associazioni ebraiche antisioniste di quattordici Paesi europei.
A essa hanno aderito associazioni di ebrei ortodossi e di ebrei riformati di tutto il continente che rappresentano tutti i riti ebraici presenti nell'Europa geografica dall'Atlantico agli Urali, dagli aschenaziti dell'Europa orientale ai sefarditi dell'Europa occidentale, dai romanioti della Grecia agli ebrei di rito italiano.
In Europa vivono oltre 1.300.000 cittadini che professano la fede ebraica, dei quali poco più di 30.000 sono italiani. Ma soltanto 70.000 ebrei che hanno la cittadinanza di un Paese europeo hanno anche la cittadinanza israeliana.
Tra le associazioni ebraiche più importanti ad aderire alla European Jewish for Palestine (Ejp) - Juif Européenes pour la Palestine (Jep) ci sono i rappresentanti europei dell'International Jewish Anti-Zionist Network che ha aderenti in tutto il continente, l'associazione tedesca Judische Stimme fur gerchten Fieden in Nahost, l'associazione svizzera Marad, il Jewish Network for Palestine britannico, l'organizzazione francese Tsedek e, per l'Italia, il Laboratorio Ebraico Antirazzista che unisce almeno cinquecento ebrei italiani, soprattutto giovani.
A tali associazioni aderiscono sia semplici fedeli ebrei sia rabbini.
È importante contribuire a dare loro voce riportando la dichiarazione fondativa della rete, letta lo scorso 3 ottobre.
Dall'ottobre 2023, gli ebrei di tutta Europa – si legge - partecipano al movimento di protesta globale contro l'attacco genocida di Israele a Gaza. Sotto slogan come 'Non nel mio nome' e 'Mai più', questa partecipazione ha inviato un messaggio forte: un numero crescente di ebrei rifiuta i crimini di Israele contro il popolo palestinese e l’ideologia israeliana dello stato sionista. Nonostante la violenza del genocidio di Gaza, la maggior parte delle organizzazioni ebraiche stabilite in Europa continuano a sostenere acriticamente lo Stato di Israele, rendendosi così complici delle atrocità da quest'ultimo commesse. Queste organizzazioni europee, come lo stesso Israele, pretendono di parlare a nome di tutti gli ebrei: coinvolgono così di fatto gli ebrei europei nelle azioni di Israele, ignorando e mettendo a tacere le crescenti divisioni all'interno delle comunità ebraiche. Di fronte a questa situazione, abbiamo sentito il bisogno di organizzarci collettivamente come ebrei per esprimere la nostra opposizione al genocidio in corso, così come alla pulizia etnica, all’occupazione e all’apartheid praticati da Israele in Palestina da 76 anni ”.
European Jewish for Palestine – continua la dichiarazione - riunisce numerosi collettivi ebraici provenienti da diversi paesi europei, che rappresentano diverse origini, tradizioni e visioni ebraiche. Rappresentiamo non solo una voce politica, ma anche un movimento ebraico in crescita in Europa, basato sulla giustizia e sull’uguaglianza per tutti. Intendiamo rivendicare la nostra identità ebraica prendendo le distanze dallo Stato di Israele e da tutte le forme di politica suprematista e coloniale. Consideriamo l’antisemitismo un pericolo reale e crescente: lo combattiamo ovunque si manifesti e in qualunque forma assuma. Condanniamo la cinica fusione tra antisionismo e antisemitismo. Rifiutiamo la strumentalizzazione dell’antisemitismo attraverso l’uso diffuso della definizione operativa dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), il cui obiettivo è vietare qualsiasi critica nei confronti di Israele. Consideriamo la crudeltà della continua oppressione del popolo palestinese da parte di Israele come un contributo perverso al sentimento antiebraico: la sicurezza degli ebrei in tutto il mondo è minacciata dall'esistenza di Israele come etnocrazia ebraica ”.
La nostra lotta – conclude infine il documento - è profondamente legata alla lotta contro l’islamofobia e tutte le forme di razzismo, discriminazione e oppressione, e trova il suo migliore ancoraggio in un ampio movimento antirazzista. Richiede la dissociazione dell’ebraismo dalla dottrina coloniale del sionismo e l’impegno per la parità di diritti per tutti nella Palestina storica, dal fiume al mare. Siamo pienamente solidali con il popolo palestinese e la sua lotta per l’autodeterminazione ”.
È chiaro quindi che, così come da tempo hanno fatto i militanti ebrei statunitensi dell'associazione di ebrei riformati Jewish Voices for Peace e di quella di ebrei ortodossi Neturei Karta, gli ebrei europei stanno prendendo coscienza del fatto che l'entità sionista che si è stanziata in Palestina sta commettendo crimini di tale portata ai danni dei palestinesi da essere inaccettabili alla luce dei principi della stessa fede ebraica.
Nel documento, peraltro, c'è una condanna severissima nei confronti dell'ebraismo istituzionale europeo - ossia quello che in Italia è rappresentato dalle 21 Comunità ebraiche e dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane - che è accusato di essere politicamente asservito ad Israele e quindi di essere addirittura complice dei crimini commessi dai sionisti in medio oriente.
Come si vede, molto si sta muovendo all'interno del mondo ebraico contro un'ideologia, quella sionista, che finora ha dimostrato di essere un'ideologia politica imperialista e foriera di oppressione e morte non soltanto nei confronti dei palestinesi e degli arabi in generale, ma anche nei confronti degli stessi ebrei che vivono entro i confini di Israele.
Questa testimonianza è importantissima in quanto proviene da una parte importante e numerosa del mondo ebraico, quella che vive in Europa, e va incoraggiata al massimo, anche per chiudere la bocca a tutti coloro che, a sproposito, accusano di antisemitismo tutti coloro che, come questi ebrei europei, vogliono vedere la fine dello Stato di Israele e dell'ideologia sionista che lo alimenta.
È infine ammirevole l'impegno contro ogni forma di antisemitismo che si legge nel documento, dove si sottolinea tuttavia che il sionismo e i suoi crimini sono un fattore decisivo per la diffusione di questa piaga, perché finisce con l'infangare la reputazione degli ebrei.

16 ottobre 2024