In piazza per il clima nelle principali città d'Italia
Sono tornati in piazza i Fridays for Future venerdì 11 ottobre con manifestazioni nelle principali città italiane.
A Milano
diecimila manifestanti hanno sfilato per tre ore da Largo Cairoli al giardino Robert Baden Powell, presente Greta Thunberg, parla un manifestante: “Manifestiamo per dire che c’è ancora tempo per fermare la crisi climatica, ma non si può fermare senza giustizia climatica, quindi senza fermare subito il genocidio del popolo palestinese, legato a quello che sta succedendo a livello di guerre, emissioni e diritti umani. Occuparsi del clima vuol dire in primis occuparsi di chi lo abita”, mentre la Thunberg ha affermato: «Non possiamo ignorare la sofferenza dei popoli colonizzati ed emarginati: il silenzio significa complicità con il genocidio» in Palestina. “Viviamo in un epoca definita da sfruttamento, violenze, oppressioni, genocidi, carestie, guerre, colonialismo, aumento di disuguaglianze e una crescente crisi climatica. Sono tutte crisi interconnesse che si rafforzano a vicenda e comportano sofferenze inimmaginabili. Ogni singolo giorno, specialmente nell’ultimo anno, con quello che sta succedendo in Palestina, il mondo ha mostrato la sua vera natura. I palestinesi hanno vissuto per decenni sotto l’oppressione soffocante di un regime di apartheid. E nell’ultimo anno, con il genocidio in diretta streaming di Israele, il mondo ha nuovamente abbandonato la Palestina”, ha aggiunto l’attivista, parlando al corteo dei Fridays for future: “Se come attivista per il clima non si lotta anche per la liberazione della Palestina e per la fine del colonialismo e dell’oppressione in tutto il mondo, allora non ci si può definire attivista per il clima”.
I manifestanti hanno chiesto il ritiro del dl fascista sulla sicurezza “La fortissima repressione delle proteste per la giustizia climatica e sociale è un sintomo della mancanza di risposte concrete ai problemi materiali del nostro presente”, si legge sul sito di Fridays For Future Italia.
I manifestanti hanno realizzato tre azioni dimostrative di boicottaggio. Davanti al Museo della Scienza e della Tecnica è stato piazzato un missile di cartapesta “perché è finanziato da Leonardo che aiuta a bombardare Gaza”. poco dopo, i manifestanti si sono radunati davanti all’istituto professionale ‘B. Cavalieri’ per protestare contro la politica del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara. Dopo, davanti a un distributore Eni in viale Papiniano è stato collocato il drago a sei zampe, logo dell’azienda, imbrattato di vernice rossa, perché “complice dell’ecocidio”.
Cortei si sono tenuti a Roma
, Napoli
, Torino
, con loro una decina tra capoluoghi e piccoli centri, da Firenze
a Lecce
passando per Pavia
e Vicenza
.
Le manifestazioni sono cadute nel No Meloni day convocato per lo stesso giorno dai movimenti studenteschi.
A Roma
partiti da piazzale Ugo la Malfa, davanti al Circo Massimo, hanno quindi raggiunto in oltre mille il ministero dell'Istruzione e del Merito, tra cori, fumogeni e bandiere della Palestina. "Rifiutiamo le riforme di Valditara e Bernini perché tagliano alla spesa sociale e attaccano l'istruzione pubblica", hanno ribadito i giovani, soprattutto studenti in piazza per il No Meloni Day annunciando "un autunno caldo contro il governo".
A Torino
durante il tragitto gli ambientalisti si sono fermati per dei flash mob, il primo vicino al Grattacielo Intesa Sanpaolo dove, tra gli alberi del controviale, è stato appeso uno striscione contro i media "colpevoli - per i manifestanti - di tacere davanti alla crisi climatica". Qualcuno degli attivisti si è messo dello scotch sulla bocca. Poco distante, sulle vetrine della filiale di una banca, sono stati incollati dei manifesti contro "le banche che investono ancora sul fossile". Davanti al Municipio infine i giovani si sono sdraiati per terra e hanno srotolato uno striscione con la scritta: "Fermiamo il Ddl 1660", firmato "Rete liberi/e di lottare", che si conclude con "No allo stato di polizia". Il corteo si è poi concluso ai Giardini Reali
Un'altra grande giornata di lotta e mobilitazione per il clima, per la Palestina libera e contro il governo noefascista Meloni.
16 ottobre 2024