Il governo neofascista si prende la Rai
Il M5S e AVS si accordano col governo.
Isolato l'inconcludente PD

Il nuovo CdA Rai prende forma: il 27 settembre scorso l'Aula della Camera ha proclamato l'elezione di Federica Frangi e di Roberto Natale, mentre il Senato ha eletto quali componenti Antonio Marano e Alessandro Di Maio. Il ministro dell'Economia e delle finanze, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha proposto alla presidenza del Consiglio dei ministri per il CdA la nomina di Simona Agnes, poi nominata Presidente, e Giampaolo Rossi, poi nominato amministratore delegato.
La Frangi del “centro-destra” ha raccolto 174 voti, Natale di AVS 45 voti, Marano indicato dalla Lega 97 voti e DI Maio, già consigliere in quota M5S, ha ottenuto 27 voti.
Le Camere eleggono quattro membri del Consiglio di amministrazione che resteranno in carica, secondo le regole attuali, per 3 anni. Poi, la partita si sposterà in commissione di Vigilanza dove serviranno le preferenze di due terzi dei componenti per scegliere il presidente che sarà la Agnes, diventerà Presidente a tutti gli effetti dopo il voto.
La maggioranza ha tirato dritto sul rinnovo dei vertici Rai e ha aperto alla richiesta dell'opposizione di incardinare in tempi rapidi la riforma della tv pubblica che deve recepire il Media Freedom Act approvato dall'Europarlamento. Un passo al quale plaudono sia M5S che Alleanza Verdi Sinistra, che hanno partecipato al voto con l'obiettivo dichiarato di non lasciare campo aperto al governo Meloni.
I parlamentari 5 Stelle hanno bocciato la "suggestione" dell'Aventino in quanto "appare contrario all'interesse pubblico lasciare il Cda nelle mani dei soli consiglieri designati dalle forze di maggioranza". Quindi l'annuncio di Avs: "Con l'incardinamento dei disegni di legge sulla riforma del servizio pubblico, abbiamo ottenuto il risultato, è quanto era stato chiesto da tutte le opposizioni. Saremo in aula".
Il Pd invece ha sciolto la riserva e la segretaria Elly Schlein ha ribadito la scelta dell'Aventino perché “non c'è motivo di rinnovare il Cda, visto che già controllano la Rai”. "Siamo coerenti con le cose che diciamo e non siamo disponibili a farci tirare per la giacca" ha detto la segretaria Pd alla riunione dei gruppi di partito di Camera e Senato su viale Mazzini, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti. Sulla scelta dell'Aventino si allineano anche Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Tramite una nota Azione ha fatto sapere che il partito "non parteciperà al voto sul CDA Rai, rispettando l'accordo preso con le altre opposizioni. Riteniamo infatti prioritario arrivare ad una riforma Rai che cancelli l'influenza dei partiti e metta la tv pubblica sotto una Fondazione indipendente. Spiace che altre forze politiche di opposizione abbiano rotto il fronte per ragioni di tornaconto del proprio partito. Quanto accaduto questa settimana sul rifinanziamento delle missioni all'estero e la Rai, dimostra che il campo largo non esiste nei fatti".
Alle critiche nei confronti del Movimento 5 Stelle risponde direttamente Giuseppe Conte: "Noi siamo stati coerenti sulla Rai. Siamo con Avs, non capisco la decisione del Pd. Il CdA del servizio pubblico deve essere presidiato dalle forze di opposizione. La spaccatura c'è stata da parte del Pd insieme a Renzi, che dopo la riforma della Rai del 2015 fanno questa spaccatura". E aggiunge: "Abbiamo visto che quando si parla di poltrone, vorrei che non fosse distratta l'attenzione: qui sono posizioni di rappresentanza delle opposizioni, doverosamente vanno presidiate. Quando si parla di poltrone, chi fa l'Aventino lo deve fare per le direzioni, per le testate''. Subito dopo la segretaria del Pd ha commentato le dichiarazioni del leader pentastellato: “Sulla Rai la posizione del Pd è quella di tutte le opposizioni fino a ieri. Al massimo chiedete ad altri perché hanno cambiato quella posizione. Rimaniamo coerenti con l'idea che sia sbagliato rinnovare un Cda che è fuori legge perché il Media Freedom Act è già entrato in vigore”. “Il campo largo non esiste”. ha detto il deputato di Avs Angelo Bonelli arrivando in Cassazione per depositare le firme per il referendum sull'autonomia. “Perché se esistesse avremmo una situazione differente. È un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo. Abbiamo già molti punti in comune su alcune questioni, sui temi penso al salario minimo, alla vicenda sull'autonomia differenziata che è molto importante. Le prossime saranno settimane di confronto, intanto abbiamo le elezioni regionali dove siamo uniti, saranno molto importanti”.
Le opposizioni divise hanno visto quindi una parte votare i propri candidati di “opposizione” nel Cda Rai mentre un'altra parte su posizioni aventiniane non ha portato a casa alcun risultato in maniera inconcludente.
Il controllo della Rai da parte dei neofascisti al governo è dunque cosa fatta, il servizio pubblico radiotelevisivo ridotto alla stregua dell'Eiar mussoliniana sarà una vetrina per il governo e per il regime sia pure concedendo relativa visibilità alle opposizioni parlamentari, nulla di buono dunque per le masse popolari italiane.

16 ottobre 2024