Il “servizio civile agricolo” è una forma di supersfruttamento dei giovani
Lavorare la terra sottopagati “in nome della Patria”
Ai ragazzi coinvolti poco più di 500 euro al mese per un anno
"Per la prima volta i giovani potranno servire la Patria con una attività di valore agricolo". Sono queste le parole usate dal ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, per annunciare il Servizio civile agricolo durante il G7 dell'Agricoltura svoltosi a Siracusa. Toni che riecheggiano il ventennio mussoliniano e la triade “dio patria e famiglia”, e gli slogan di 90 anni fa del tipo: “il fascismo rivendica il suo preminente spirito contadino” e “è l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende”.
L'ex cognato della premier neofascista Meloni non è la prima volta che rimastica vecchi motti e tematiche tanto care alla retorica fascista, come ad esempio fece nel suo intervento sul calo demografico e la “sostituzione etnica” degli italiani con gli immigrati. Sarebbe riduttivo però relegare tutto questo a “colore” o ad un'altra delle tante gaffe a cui i ministri meloniani (vedi anche Sangiuliano) ci hanno abituato. Bensì è l'ennesima prova di come al governo vi siano gli eredi del vecchio Msi che di fatto si pongono come obiettivo la completa instaurazione del regime neofascista, ispirandosi al ventennio mussoliniano, seppur utilizzando nuove forme e nuovi linguaggi adeguati ai tempi.
Ma veniamo agli effetti pratici di questa iniziativa, che Lollobrigida ha lanciato assieme al Ministro per lo sport, Andrea Abodi. Sostanzialmente si tratta dell'ennesima forma di super-sfruttamento del lavoro, in particolare giovanile. Non a caso quando Lollobrigida si riferisce al “servire la patria” aggiunge: “Diamo la possibilità di farlo nel mondo agricolo e della pesca, conoscerli senza gravare sulle imprese". Difatti le imprese potranno avvalersi di giovani tra i 18 e i 28 anni (per il momento un migliaio) che lavoreranno per 507 euro mensili, tre euro l'ora.
"Lo Stato deve combattere lo sfruttamento, non incentivarlo. Il lavoro agricolo deve essere riconosciuto e valorizzato, non ridotto a un'esperienza di servizio civile che rischia di abbassare ulteriormente i già fragili standard retributivi del settore". Così la Cgil nazionale e la Flai Cgil hanno commentato l'ultima proposta di Lollobrigida, a cui la Cgil ricorda: “esiste una profonda differenza tra il servizio prestato presso enti o organizzazioni senza scopo di lucro, e il lavoro salariato, che invece si svolge per aziende che uno scopo di lucro ce l’hanno. Il lavoro è lavoro, e va retribuito giustamente, così come previsto dalla nostra Costituzione e dai contratti collettivi nazionali; non è certamente questo il modo di 'promuovere la generosità umana' ”.
Evidentemente i neofascisti di Fratelli d'Italia hanno preso a cuore il servizio civile, per scopi totalmente diversi da quelli per cui è nato. Alcuni mesi fa un'inchiesta di Fanpage
aveva svelato, tra le altre cose, che l'organizzazione del loro partito, “Gioventù nazionale”, aveva intenzione di sfruttarne i finanziamenti per sostenersi economicamente, adesso, con un finanziamento di 7 miliardi di euro messo a disposizione dal Ministero, lo vuole utilizzare per mandare i giovani a lavorare la terra con paghe che sono allo stesso livello del caporalato, e magari “contenere” il bisogno di manodopera straniera che oramai rappresenta la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati in agricoltura.
Una forma di caporalato legalizzato, dove comunque quel poco lo paga lo stato, in sostanza lavoro gratuito per le aziende agricole, ancora peggiore dei tirocini e degli stage. In cambio, per modo di dire, i partecipanti al Servizio civile agricolo oltre che, per dirla con le parole di Lollobrigida, “sviluppare nuove professionalità in ambito agricolo” (in pratica svolgere lavori faticosi e pericolosi per pochi spiccioli), potranno ottenere un posto nei concorsi pubblici con una quota riservata del 15%.
Lo stesso Lollobrigida appena pochi mesi fa, assieme alla ministra del Lavoro Calderone, aveva dichiarato che avrebbero lottato con forza contro lo sfruttamento in agricoltura. Ma erano solo parole vuote e di circostanza pronunciate dopo la tragica morte di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni abbandonato in strada a Cisterna di Latina con il braccio amputato. Adesso però il ministro e il governo Meloni mostrano il loro vero volto, rifilandoci un altra forma di lavoro povero, anzi poverissimo, da propinare ai giovani, che vanno abituati presto a “salari” da fame, in un settore dove già dilagano il lavoro nero, il caporalato e forme di semi-schiavitù.
16 ottobre 2024