Travaglio sta con Orbán e insulta Bella ciao

Ci risiamo, il direttore de Il Fatto Marco Travaglio non si lascia sfuggire nessuna occasione per sostenere l’occupazione russa dell’Ucraina e attaccare la resistenza di Kiev, e poco importa se stavolta l’assist glielo offre il fascista ungherese Orbán, presidente di turno dell’Europarlamento.
In una seduta del parlamento europeo infatti, il leader ungherese, confermando la sua linea, ha chiesto la fine dell’invio delle armi europee a Kiev e un immediato negoziato: “In Ungheria c’è un detto – ha affermato - ‘Se vuoi vincere devi avere il coraggio di ammettere che stai per perdere’. Noi in Ucraina stiamo perdendo, ma voi vi comportate come se non fosse così. Se vogliamo vincere dobbiamo cambiare la strategia, che è perdente. Riflettete: serve un’azione diplomatica, una comunicazione diretta o indiretta. Se si trascina il conflitto ci saranno sempre più morti, a migliaia. Con questa strategia non ci sarà la pace: dovete schierarvi per il cessate il fuoco.”
Una posizione capitolazionista, che consegnerebbe definitivamente a Putin le terre occupate e dimostrerebbe che sono possibili annessioni di territori con le aggressioni imperialiste. Per tutta risposta una parte delle opposizioni europarlamentari ha intonato “Bella ciao”, col chiaro intento di sostenere la resistenza dell’Ucraina che combatte per la propria libertà ed indipendenza.
La contestazione di Orban ha raccolto l’attenzione di Travaglio, che in tutta fretta ha ribadito la sua versione dei fatti, secondo cui l’Ucraina è in ginocchio e a un passo dalla sua inevitabile resa, mentre la potenza zarista ha già vinto il conflitto.
“C’era da attendersi – scrive allora Travaglio - che le presidentesse Roberta Metsola e Ursula von der Leyen gli rispondessero che invece stiamo vincendo, che Zelensky con le nostre armi sta riconquistando tutte e cinque le regioni annesse dai russi, basta lasciarlo fare un altro po’ e riavrà i confini pre-2014. Ma scappava da ridere o da piangere a entrambe, visto che i russi hanno praticamente completato la presa del Lugansk e ora finiscono il lavoro nel Donetsk, con la conquista di Vuhledar, l’ingresso a Torestks e l’avanzata su Pokrovsk.”
Travaglio fa sue le parole di Orbán, dalla prima all’ultima, e continua a falsificare la storia attribuendo la responsabilità del conflitto anche a Kiev, e stavolta lo fa con qualche parola fra parentesi che instilla altri dubbi per arrivare allo stesso obiettivo: “E la Von der Biden (gioco di parole per sottolineare la vicinanza agli USA, ndr) ha spiegato che la colpa della guerra è dell’invasore e non dell’invaso, come se Orbán avesse sostenuto che l’Ucraina ha invaso la Russia (cosa che peraltro ha fatto su mille kmq di suolo russo vicino Kursk). E che “pace non è sinonimo di resa”, come se Orbán avesse chiesto la resa, e non il negoziato.” Ma noi sappiamo bene, come naturalmente lo sa Travaglio, che il negoziato, se non partirà e si concluderà con la piano di pace del governo Zelensky, sarà nient'altro che una resa per Kiev e la vittoria per Putin.
Anche stavolta Travaglio diffonde il suo velenoso anticomunismo da buon allievo del fascista Montanelli, e se la prende anche con “Bella ciao”, la canzone partigiana per eccellenza. E lo fa fin dal titolo del suo articolo, “Bella miao”, che null’altro è che un insulto ai partigiani e alle partigiane che combatterono il nazifascismo, ma anche alle centinaia di migliaia di persone che ancora oggi la cantano in Italia e nel mondo in segno di protesta alle politiche antipopolari ed imperialiste dei governi capitalisti al potere.
Col suo solito sarcasmo, degno di miglior causa, va oltre e completa il suo attacco scrivendo: ”Quando ho letto che al Parlamento, per (non) rispondere alle parole di Orbán sull’Ucraina, parte delle opposizioni ha intonato Bella ciao, mi sono sentito edificato. Che bello, ritornano i partigiani (che peraltro non hanno mai cantato Bella ciao): quelli che speravano di aver combattuto l’ultimo conflitto in Europa e contribuirono a scrivere l’articolo 11 della Costituzione”.
Al putiniano anticomunista Travaglio vogliamo ricordare che i partigiani sono stati i primi ad averci insegnato che è doveroso ribellarsi con le armi in pugno contro l’invasore, anche se esso è infinitamente più forte dal punto di vista militare. Ci hanno insegnato che si può vincere se si lotta per la propria libertà, per la sovranità del Paese e per la sua indipendenza, mentre se avessero ragionato come il direttore de Il Fatto putiniano l'Europa non si sarebbe mai liberata dal tallone di ferro di Hitler e Mussolini.

16 ottobre 2024