Dall'Emilia-Romagna, alla Liguria, Toscana e Sicilia
L'Italia sott'acqua
Un morto e 3.500 sfollati a Bologna
Nell'ultima settimana l'Italia è finita ancora una volta sott'acqua a causa di una grande ondata di maltempo, che ha provocato gravi danni in Liguria, soprattutto in Provincia di Savona e nella Città metropolitana di Genova, poi in Toscana, soprattutto in Val di Cornia e a Castelfiorentino, poi in Sicilia, che dalla morsa della siccità è passata repentinamente all'alluvione soprattutto a Catania, e infine in Emilia-Romagna che è stata vittima di ben quattro alluvioni negli ultimi 18 mesi e conta ora un altro morto e 3500 sfollati. Non si tratta più di eventi eccezionali ma di una tragica catena di disastri che colpiscono a macchia di leopardo l'intera penisola e si ripetono con sempre maggiori frequenza e conseguenze distruttive per l'ambiente e le attività umane. Sono l'effetto disastroso della politica capitalistica di rapina, saccheggio e devastazione del territorio che ha favorito il riscaldamento climatico e l'aumento degli eventi estremi. Dove si è cementificato di più negli ultimi decenni, maggiori sono gli effetti di tali eventi estremi. Si pensi alla Liguria dove l'aggressione sistematica a quel territorio fragile si ritorce contro dopo ogni pioggia più intensa. E si pensi a Bologna, dove è letteralmente esploso il torrente Ravone dopo essere stato tombato per oltre due chilometri dentro una galleria sotterranea di due metri per due. E ogni volta si assiste alla passività e incapacità delle istituzioni centrali e locali a fronteggiarli adeguatamente e in maniera risolutiva.
Tra il 16 e il 18 ottobre il torrente Bormida, che ha creato problemi anche nella confinante Provincia di Alessandria in Piemonte, ha rotto gli argini nei pressi di Ferrania, Mallare, Altare, Cairo Montenotte, Dego e Cosseria in Provincia di Savona, provocando allagamenti sia nei campi sia nelle aree abitate, e anche il torrente Nimbalto si è ingrossato paurosamente facendo temere il peggio. L'esondazione del Bormida ha fatto anche chiudere provvisoriamente la strada statale 29 del Colle del Cadibona, che divide le Alpi dagli Appennini e che congiunge la Liguria al Piemonte, in corrispondenza del comune di Dego
Se questa è stata la situazione dell'entroterra, a causa delle fortissime piogge numerosi allagamenti nonché frane e smottamenti di terreno hanno interessato più punti di una vasta area di oltre 20 chilometri vicino alla costa che va dal Comune savonese di Varazze fino al quartiere genovese di Voltri, tanto che la via Aurelia è stata chiusa tra Albissola e Celle e la circolazione dei treni sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Genova è stata sospesa per un'ora e mezza tra Loano e Pietra Ligure. Sulla linea ferroviaria tra Genova e La Spezia ci sono stati molti ritardi, a causa di un fulmine che aveva colpito una centralina nei pressi della stazione di Genova Quarto dei Mille. La circolazione sull'autostrada A10 è stata anch'essa interrotta nel tratto compreso tra Varazze e Arenzano in direzione Genova, e i caselli di Recco e di Chiavari, sulla rete autostradale tra Genova e La Spezia, sono stati chiusi perché allagati. A causa della pioggia intensissima due voli attesi all'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova sono stati dirottati su altri scali.
A Borzonasca, nell'entroterra genovese, un cercatore di funghi di 75 anni è scivolato in un dirupo a causa dello smottamento provocato dalla pioggia fortissima ed è morto.
Forti criticità hanno interessato anche i comuni costieri del Golfo del Tigullio, a est di Genova, e anche le colline dell'entroterra, tutte località che hanno dovuto far fronte a numerose frane e smottamenti. Particolarmente grave è stata la situazione a Chiavari e a Lavagna, dove è esondato il torrente Entella in entrambi gli argini. Disagi ci sono stati anche sulla costa a occidente di Genova, precisamente ad Albenga, in Provincia di Savona, dove le forti piogge hanno provocato allagamenti. Anche nei tre capoluoghi liguri di Genova, Savona e La Spezia ci sono stati allagamenti di alcune aree urbane.
A causa delle forti piogge del giorno precedente, il 17 ottobre le scuole della Città metropolitana di Genova e delle province di Savona e della Spezia sono rimaste chiuse per precauzione.
In una nota congiunta del 18 ottobre Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale, hanno affermato: “Oggi più che mai siamo a ribadire a gran voce la necessità – o meglio, l’urgenza – di un piano straordinario nella gestione idraulica e la messa in sicurezza del territorio
”.
La Liguria, infatti, è un territorio particolarmente delicato da un punto di vista idrogeologico in quanto la distanza tra le pendici delle montagne e la costa, dove vive la stragrande maggioranza della popolazione della Regione, è mediamente di una ventina di chilometri: in una simile area geografica, che scende immediatamente sul mare come mai accade in altro luogo d'Italia, è indispensabile un piano straordinario per ciò che riguarda la gestione idraulica e la messa in sicurezza del territorio e dei corsi d'acqua che l'attraversano.
Nella maremma toscana i violenti nubifragi nella notte tra giovedì 17 ottobre e venerdì 18 ottobre hanno trasformato le strade di Venturina in fiumi mentre il Cornia ha rotto gli argini in più punti e ha allagato case, aziende agricole e campi verso Suvereto e specie in località Casalappi. Ingenti i danni alle famiglie e in agricoltura. In quelle stesse ore l’ondata di forte maltempo non ha interessato soltanto la provincia di Livorno, ma anche la zona di Siena e il comune di Castelfiorentino dove sono esondati il torrente Pesciola e il fiume Elsa, esondati.
La pioggia a Catania ha trasformato le vie che attraversano la città, da nord a sud, in fiumi alimentati anche dall’acqua piovana che arriva dai paesi dell’Etna. Come via Etnea, percorsa da un fiume piena, con l’acqua sopra i marciapiedi. Sette i voli dirottati dall’aeroporto Falcone Borsellino a causa del temporale che ha provocato allagamenti nel terminal passeggeri e area bagagli.
L'hanno chiamata "una slavina d'acqua" quella che si è abbattuta sabato 19 a Bologna. Dal pomeriggio sono caduti 175 millimetri di pioggia sul capoluogo di regione, sulla prima collina e in comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena e Casalecchio di Reno. A Bologna l'acqua ha invaso il centro cittadino, rendendo le strade dei torrenti. Ed è proprio a Botteghino di Zocca, a Pianoro, che il maltempo è costato la vita a un giovane. Le persone evacuate sono state oltre 3500.
Le responsabilità di queste alluvioni, come delle precedenti, e anche delle prossime che inevitabilmente si abbatteranno sui territori e sulle popolazioni, cadono interamente sul sistema capitalistico e sui suoi governi centrali e amministrazioni comunali rette sia dalla destra sia dalla 'sinistra
' borghese. Finché persevereranno nell'aggressione al territorio, nella cementificazione e nel consumo dissennato di territorio, finché continueranno a rispondere unicamente al dio profitto le cose non potranno che peggiorare.
Come ha denunciato il geologo Mario Tozzi: “In Emilia-Romagna si è costruito come forsennati e lo si è fatto anche nelle aree a pericolosità idraulica, quelle che andrebbero lasciate intatte e, anzi, lentamente sgombrate da parte della popolazione residente e dalle costruzioni... Non si è arrivati agli eccessi della Liguria, quella mezzaluna di montagne e colline a picco sul mare che è stata trasformata in un anfiteatro di asfalto e cemento perennemente sommerso e aggredito dalle mareggiate. E non siamo nello stato comatoso di Calabria e Sicilia, scampate solo per via della siccità alle ultime piogge, ma teatri delle famigerate alluvioni dell'abusivismo edilizio e dell'abbandono... E in Italia ci sono qualcosa come dodicimila chilometri di corsi d'acqua seppelliti da asfalto e cemento.”
Governo Meloni e amministrazioni regionali e comunali devono smetterla con questa politica criminale, devono adottare piani straordinari capaci di invertire tale politica e mettere in sicurezza il territorio. Solo eliminando il capitalismo e conquistando socialismo si potrà porre fine strategicamente alla devastazione sistematica dell'ambiente e alle tragiche conseguenze che si ripercuotono sulle popolazioni.
23 ottobre 2024