Manifestazioni a Roma e in altre decine di città italiane
In piazza contro il decreto Sicurezza e il governo Meloni
In settemila al corteo, totalmente ignorato dai media, organizzato dai Sindacati di base e dalla Rete “Liberi e Libere di lottare” nella capitale. Al centro della mobilitazione anche la politica economica del governo, il premierato, l'autonomia differenziata, e la Palestina libera.
Apprezzata presenza del PMLI nella capitale
Dal nostro inviato
Il 19 ottobre decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori italiani e stranieri, studenti e studentesse hanno riempito trentasei piazze in tutta Italia per protestare contro il governo neofascista Meloni. A organizzare le iniziative, una vasta rete di organizzazioni di associazioni e movimenti, ma soprattutto i Si.Cobas, sindacati di base attivi e forti soprattutto nel settore del tessile e della logistica, assieme ai Cobas ed a USB.
La manifestazione di carattere nazionale si è svolta a Roma
, dove in oltre settemila hanno dato vita a un corteo molto combattivo e dall'alto contenuto politico che è partito da piazza Vittorio Emanuele per poi concludersi ai Fori Imperiali. Fortissima la presenza della classe operaia, in particolare quella più povera e sfruttata rappresentata da tantissimi lavoratori immigrati della logistica, del tessile e del settore agricolo, assieme ad un'alta componente giovanile e studentesca ed anche femminile.
Un binomio che ha qualificato e reso molto agguerrito un corteo dal marcato carattere anticapitalista, antigovernativo ed antimperialista, nel quale sono stati lanciati slogan contro il governo Meloni, contro lo stato sionista di Israele e per la Palestina libera “dalla terra al mare”. Durante il tragitto è stata anche intonata Bandiera Rossa.
Il sindacato autonomo Si.Cobas è stato di gran lunga la formazione più rappresentata i piazza, ed ha portato in piazza centinaia di bandiere rosse, accompagnate da alcune palestinesi; importante però anche la presenza della Rete Liberi e Liberi di Lottare contro il DDL Sicurezza – alla quale anche il PMLI ha aderito – composta da tante organizzazioni, associazioni e partiti che si sono unite per respingere l'ennesimo provvedimento di stampo fascista del governo.
Fra di esse erano presenti in piazza il Fronte della Gioventù Comunista (FGC), i No TAV, alcuni gruppi anarchici, e due associazioni palestinesi quali UDAP ed i Giovani Palestinesi, entrambe in piazza lo scorso 5 ottobre. Presente anche una delegazione di Ultima Generazione.
Non all'altezza della qualità politica e dell'ampia partecipazione all'iniziativa, è stata invece la partecipazione dei partiti politici dell'area cosiddetta “antagonista” poiché, oltre al PMLI, erano presenti solo un paio di bandiere dei CARC ed una del PCL. Del tutto assente PRC altre sigle più istituzionali, nonostante l'importanza della piattaforma di lotta, e l'urgenza di una risposta rapida, unitaria e quanto più larga possibile.
I compagni provenienti dalla Toscana e dalla Campania che hanno composto la delegazione nazionale del PMLI, hanno sfilato nello spezzone della Rete liberi e libere di lottare, portando le parole d'ordine del partito fin sotto al palco improvvisato sul furgone dei Si Cobas ai Fori Imperiali.
I manifesti sono stati fotografati numerose volte sia dai manifestanti che dai giornalisti freeland, gli unici che si sono visti in piazza, a testimoniare il vergognoso black out della stampa e dei media in generale che non ha fatto parola né nei giorni precedenti alla manifestazione, né in quelli immediatamente successivi.
Naturalmente la stampa di regime ha tutto l'interesse affinché un così duro colpo al governo neofascista Meloni, questa piazza rossa, partecipata e organizzata, rimanga nell'ombra il più possibile, ma nessuno può negare il successo della manifestazione odierna e il grande spirito anticapitalista ed antigovernativo che si porta dietro, unitamente al suo approccio unitario. “Siamo capaci di produrre una mobilitazione permanente come quella di oggi, come le altre città che si sono mobilitate – hanno affermato altri rappresentanti Si.CObas durante il corteo - incrociamo le nostre lotte a quelle contro autonomia differenziata e premierato e riusciremo a cacciare via il governo. Adesso anche chi si oppone in parlamento deve fare la sua parte. Serve un nuovo momento di confluenza delle lotte.”.
Durante tutto il corteo nostri compagni hanno nuotato come pesci nell'acqua fra i lavoratori, a tal punto che tutte le locandine raffiguranti il manifesto del partito contro il DDL 1660 che essi tenevano nel corpetto, sono state chieste – e naturalmente date – dai manifestanti.
Intorno alle ore 17, sotto un cielo plumbeo fresco di pioggia, si è tenuto il comizio finale, aperto da un lavoratore Si.Cobas, poi la parola è stata data ad un rappresentante dell'UDAP e ad una giovane ragazza dei Giovani Palestinesi d'Italia che hanno rilanciato la lotta del popolo palestinese e della sua resistenza contro l'occupante sionista.
Infine ha chiuso gli interventi il coordinatore nazionale del Si.Cobas, Aldo Milani, che ha pronunciato un intervento antigovernativo e anticapitalista, nel quale ha proposto ai manifestanti e in particolare ai delegati sindacali di non accontentarsi delle piccole vittorie, ma di continuare a lottare per l'abbattimento del capitalismo al fine di conquistare una “società diversa”, anche se non ha poi detto quale.
In questa importantissima giornata di lotta, si contano altre trentasei piazze di tutta Italia mobilitarsi contro il Ddl 1660, da Trieste, fino a Reggio Calabria.
A Milano
, così come a Firenze
la protesta contro il Ddl si è unita alla manifestazione per la Palestina; nel capoluogo lombardo in circa duemila si sono mosse in corteo da Porta Venezia a piazzale Loreto, mentre nella città del giglio – così come a Pisa
- l’appuntamento era davanti alla prefettura, con piazze piene di studenti e studentesse, attivisti per l'ambiente, lavoratrici e lavoratori che hanno sollevato anche il tema dei diritti delle donne e dei migranti.
A Napoli
i No Ddl hanno sfilato insieme al corteo che contestava il G7 dei ministri della difesa (si veda articolo a parte), mentre a Livorno
una analoga manifestazione si è conclusa con l’occupazione simbolica dell’ex cinema Grande.
Per noi, che appoggiamo le lotte dei Si.Cobas e che guardiamo alla Rete liberi e libere di lottare (contro il Ddl 1660) come un contenitore che sappia unire le tante organizzazioni, partiti, gruppi e movimenti su una piattaforma comune, quella società diversa da conquistare citata anche da Milani, ha un nome ben preciso; è il socialismo, un orizzonte che anima i cuori di tante lavoratrici e lavoratori che erano in piazza, seppur con le differenti sensibilità di ciascuno.
In conclusione, noi ci auguriamo che proprio il socialismo divenga quanto prima possibile una parola d'ordine riconosciuta e condivisa, una stella polare attorno alla quale potrebbe convergere la classe operaia, a partire proprio da quella più cosciente e combattiva che abbiamo visto in piazza a Roma questo 19 di ottobre.
Il Segretario generale e Maestro del PMLI compagno Giovanni Scuderi ha inviato un caloroso ringraziamento ai "valorosi e generosi compagni della delegazione del PMLI". Tra l' altro si legge: "Vi auguro pieno successo e vi ringrazio, anche a nome dei dirigenti nazionali del PMLI, per questo ennesimo esempio di combattività e di dedizione alla causa antifascista e del socialismo".
23 ottobre 2024