Il governo neofascista Meloni vieta la maternità surrogata
Roccella: “Anche il medico dovrà segnalare i casi di violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura”

E così con 84 voti favorevoli e 58 contrari, mercoledì 16 ottobre il governo neofascista Meloni, con l'approvazione del Senato del disegno n. 824, ha reso universale il reato di “maternità surrogata” o Gpa (gestazione per altri), già vietata in Italia, estendendone l’applicazione al di fuori del territorio italiano.
Il divieto “Modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano” che riflette il testo approvato dalla Camera il 26 luglio 2023, meglio noto come “ddl Varchi” (n. 887). Con la firma del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che avverrà presumibilmente nei prossimi giorni, il reato universale di Gpa sarà definitivamente legge.
Il divieto è da vent'anni che c'è in Italia, ed è da vent'anni che sempre più coppie, sia etero che omosessuali, ovviamente chi se lo è potuto permettere, sono state costrette a rivolgersi all'estero, in Paesi come Ucraina, Stati Uniti, Canada, India e altrove dove la pratica del Gpa è consentita.
Con l'entrata in vigore della 824 chi contravverrà a tale divieto rischierà una pena da tre mesi a due anni di carcere e una multa da 600 mila a un milione di euro, oltre all'odissea che dovrebbe affrontare la coppia al rientro in Italia con un figlio avuto tramite Gpa fatto di cavilli giuridici e burocratici, dove il neonato nato all'estero difficilmente otterrà i documenti consolari per l'ingresso in Italia e per la sua iscrizione all'anagrafe o per la sua eventuale adozione.
Da questa legge è scaturita una sorta di “caccia alle streghe”, tanto che la ministra della “famiglia, natalità e pari opportunità”, Eugenia Roccella ha invitato i medici a segnalare i casi di violazione della legge: “anche il medico dovrà segnalare i casi di maternità surrogata alla Procura“. Una richiesta che ha provocato la dura reazione del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: “Il medico ha il dovere di curare”. E non di denunciare.
Ci appaiono quindi populiste e ipocrite le parole di plauso della ducessa Meloni all'indomani del varo della legge divulgate tramite i social: “Una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini. La vita non ha prezzo” . In realtà la Meloni e il suo governo neofascista, fin dal momento dell'insediamento, sta conducendo una vera e propria crociata neofascista, antifemminile, oscurantista e antiscientifica che pone nel mirino in particolare i diritti delle donne, delle persone LGBT*QIA+ e delle famiglie “arcobaleno”, ossia con genitori dello stesso sesso. I governo neofascista Meloni si sta accanendo contro tutto ciò che reputa contrario all'esaltazione della famiglia “naturale”, quella cioè composta da un uomo e una donna, possibilmente sposati e prolifici, come pretendono la morale, l’etica e la cultura borghese, reazionaria, antifemminile e cattolica.
Per noi marxisti-leninisti italiani, come spiega il documento del CC del PMLI “I diritti e le battaglie LGBT, il matrimonio e la maternità surrogata", del 21 marzo 2016 la maternità surrugata“ è un diritto che va riconosciuto sia alle coppie eterosessuali sterili che a quelle omosessuali, cioè a chi è biologicamente impossibilitato a generare figli, purché basata sulla libera scelta da parte delle donne e mai a scopo di lucro. Come nel caso dell'aborto e della fecondazione assistita, le donne devono avere il diritto di decidere da sole, accettando o meno di prestarsi alla gestazione per altri. Si nega tale diritto non per difendere le donne e la loro dignità, ma perché si vuole continuare a tenere la nascita, come la morte, vincolate al 'mistero' e alle leggi divine e impedire che vengano poste sotto il controllo degli esseri umani. Devono peraltro essere facilitate le procedure per l'adozione, che va legalizzata anche per le coppie gay. Ovviamente, sotto il capitalismo, dove vige la legge della giungla del libero mercato, solo i più ricchi possono permettersi questa pratica ed esiste il pericolo che le donne proletarie e oppresse siano barbaramente costrette a 'vendere' il proprio corpo. A ben vedere ciò vale anche per molti altri diritti, a partire dalla stessa adozione, per via delle differenze di classe che esistono nella società. La cultura individualista ed edonista del capitalismo può portare anche ad aberrazioni come la scelta della donatrice in base a caratteristiche fisiche come il colore degli occhi e dei capelli, come avviene negli Usa. Tutto questo è inaccettabile e deve essere rifiutato, battendosi per strappare leggi a tutela delle 'madri surrogate', in particolare affinché la pratica sia realizzata esclusivamente dalla sanità pubblica, non da cliniche private a caccia di profitti.
Si tratta di lottare per eliminare sia le condizioni economiche e sociali che possono portare allo sfruttamento delle donne povere, sia quelle che impediscono alle coppie etero e gay appartenenti alle classi oppresse di poter ricorrere alla surrogata. Siamo di fronte ad un'ulteriore prova che senza diritti sociali non ci possono essere diritti civili autentici per tutti. Ecco perché la battaglia per il matrimonio, l'adozione e la 'maternità surrogata' anche per le coppie omosessuali è parte integrante e non in contraddizione con la lotta più generale per l'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità”.
Ma è anche venuto il momento di dire basta! Alle manovre antipopolari, al tutte le misure fasciste, antifemminili, anti-Lgbtqia+, antimigranti, alle manganellate agli oppositori del regime neofascista. Il governo neofascista Meloni va buttato giù! È un dovere imprescindibile di tutte le forze politiche e sociali antifasciste, tanto più per i movimenti femminili, cacciare il governo neofascista Meloni attraverso la lotta di piazza. È un dovere antifascista anche condividere con forza la richiesta del PMLI di uno sciopero generale in grado di far tremare la terra sotto i piedi alla ducessa Meloni e al suo governo.

23 ottobre 2024