È legge la “riforma” Valditara della scuola data in mano alle imprese
Giro di vite fascista sul comportamento degli studenti
Torna il voto in condotta, bocciatura con 5 in condotta alle scuole medie e superiori, misure più gravi per le sospensioni, multe fino a 10 mila euro per le violenze.
Ignorati i diritti e le necessità delle studentesse e degli studenti
Con 154 voti a favore, 97 contrari e 7 astenuti, il 25 settembre la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge governativo A.C.1830 per la “Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati”.
Il provvedimento, di iniziativa governativa, era stato varato dal Consiglio dei ministri il 18 settembre 2023 su proposta del ministro fascioleghista, anticomunista, sovranista e separatista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara.
Il Senato lo ha approvato il 17 aprile 2024 e, non avendo ricevuto modifiche durante l'esame svolto dalla VII Commissione Cultura della Camera dei deputati, ha concluso a tempo di record il suo iter parlamentare.
I decreti attuativi saranno emanati entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge e potrebbero essere applicati già alla fine di questo anno scolastico o al massimo a partire dall’anno scolastico 2025/26.
Si tratta, come abbiamo più volte evidenziato fin dalla sua presentazione in Consiglio dei ministri, di una controriforma neofascista che, al contrario di quanto afferma Valditara non “valorizza i principi di responsabilità individuale e di rispetto verso le persone e i beni pubblici” e certamente non “mira a ridare autorevolezza anche al ruolo dei docenti”; ma, strumentalizza ad arte i casi di bullismo e le aggressioni contro il personale scolastico che si sono verificati nel corso degli ultimi mesi, per imporre un ulteriore giro di vite fascista sul comportamento degli studenti con l'obiettivo di criminalizzare le lotte del movimento studentesco e reprimere ogni forma di dissenso politico e civile nelle scuole.
Una norma, calata dall'alto, che ignora completamente i diritti e le rivendicazioni degli studenti e impone invece ai dirigenti scolastici di impugnare il manganello giudiziario e disciplinare per colpire con le sospensioni, il voto in condotta e la bocciatura le studentesse e gli studenti “sediziosi” e “indisciplinati” che promuovono scioperi e occupazioni degli istituti per difendere i propri diritti e osano mettere in discussione le istituzioni, gli ordinamenti e gli insegnamenti scolastici borghesi.
Non a caso, durante la discussione al Senato il provvedimento è stato ulteriormente inasprito con l’introduzione dell’art. 3, composto da un solo comma, recante “Misure a tutela dell’autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastici”. Tale articolo prevede fra l'altro che: “Con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa. L’importo della somma di cui al primo periodo è determinato dal giudice, tenuto conto dei criteri di cui all’articolo 5 del decreto legislativo
15 gennaio 2016, n. 7”.
Dunque, altro che “ripristino dell’autorevolezza del personale scolastico” di cui cianciano la ducessa Meloni e il fascioleghista Valditara. Si tratta di odiose misure repressive e punitive che richiamano alla memoria la fascistissima riforma Gentile e i regolamenti disciplinari adottati nelle caserme o nelle carceri per punire i delinquenti o chi disobbedisce agli ordini dei comandi militari superiori. Denunce, condanne penali e multe fino a 10 mila euro, non hanno niente a che fare con l'istruzione, la formazione e l'educazione degli studenti. Al contrario esse finiranno per esasperare ancora di più il già difficile rapporto di collaborazione e fiducia fra scuola e genitori e minano alle fondamenta il processo di insegnamento-apprendimento basato su rapporti socio-relazionali nel reciproco rispetto dei ruoli e sul dialogo fra pari e fra studenti, insegnati e personale scolastico, che coinvolgono anche la sfera emotiva, umana e personale e non possono essere certo regolati dalle condanne penali e dalle sanzioni pecuniarie e disciplinari.
Nello specifico, il provvedimento prevede il ripristino del voto in condotta alle scuole medie e alle superiori e avrà un peso determinante per l'attribuzione della media finale dei voti. Esso sarà decisivo non solo per l’ammissione alla classe successiva ma anche e soprattutto per l'ammissione all'esame finale di terza media e all'esame di Stato nelle superiori. Una sorta di fedina penale che penderà come una spada di Damocle sulla testa dello studente, lo marchierà fin dai primi anni dell'adolescenza e lo accompagnerà durante tutto il suo percorso scolastico e anche oltre, nell'ambito lavorativo.
Il ddl prevede che con un voto di condotta inferiore al 6, indipendentemente dalla valutazione riportata nelle altre materie, scatterà la bocciatura automatica e il Consiglio di classe delibera la non ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato conclusivo del percorso di studi.
La bocciatura è prevista anche nel caso di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto e in particolar modo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico e/o di altri studenti.
Agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che abbiano riportato una valutazione pari a sei decimi nel comportamento, il Consiglio di classe in sede di scrutinio finale è tenuto ad attribuire un debito formativo e a sospendere il giudizio, subordinandolo alla presentazione, prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo, di un elaborato critico in materia di educazione civica la cui mancata presentazione o valutazione insufficiente comporta la non ammissione all’anno scolastico successivo.
Il voto di condotta avrà un peso determinante anche per quanto riguarda l’attribuzione dei crediti scolastici. Il punteggio più alto può essere attribuito solo se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi. Chi non supera il punteggio di otto decimi perderà fino a tre punti di credito scolastico, compromettendo così in maniera irreparabile il voto finale all'esame di maturità.
Il giro di vite fascista sulla scuola prevede anche un inasprimento delle sanzioni disciplinari. Per lievi e non reiterate violazioni del regolamento scolastico e d'istituto lo studente sarà punito con la sospensione, fino a un massimo di due giorni, da scontare partecipando ad “attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare”. Le violazioni più gravi e reiterate invece saranno punite con la sospensione e l’allontanamento dalla scuola fino a 15 giorni da scontare impegnandosi in “attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell’ambito degli elenchi predisposti dall’Amministrazione periferica del Ministero dell’istruzione e del merito. Tali attività, se deliberate dal Consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe dello studente, secondo principi di temporaneità, gradualità e proporzionalità”.
Il ddl Valditara cambia anche il metodo di valutazione alle scuole elementari. Dai giudizi descrittivi si torna infatti a quelli sintetici: “ottimo”, “distinto”, "buono", "sufficiente" e “insufficiente”.
Insomma una scuola punitiva, militarizzata e gerarchizzata che impone “merito” “ordine”, “disciplina” e “sicurezza” a tutti i livelli di istruzione col chiaro intento di irregimentare e imbrigliare gli studenti nella scuola capitalista, neofascista, classista, aziendalista, e autonomista.
Auspichiamo che il movimento studentesco prenda esempio dalle grandi lotte del Sessantotto e del Settentasette e scenda compatto e unito nelle piazze di tutta Italia per spazzare via il ddl Valditara-Meloni.
Allora come oggi, il voto di condotta costituisce lo strumento politico usato dall'amministrazione scolastica più reazionaria per punire, reprimere, intimidire, isolare e discriminare gli studenti e le studentesse più attivi.
A confermarlo è lo stesso ministro fascioleghista Valditara il quale ha sempre indicato il Sessantotto come “la causa di tutti i mali della scuola” attribuendo invece alla “punizione e all'umiliazione dello studente un valore altamente educativo”.
Esattamente come Mussolini che negli anni Venti affidò al filosofo del fascismo Giovanni Gentile il compito di elaborare “la più fascista delle riforme” e coniò lo slogan “libro e moschetto fascista perfetto” per assoggettare l’istruzione pubblica, gli studenti di ogni ordine e grado e tutto il personale docente, tecnico e amministrativo al controllo diretto del Partito Nazionale Fascista e agli interessi del padronato e dell'imperialismo italiani.
23 ottobre 2024