Peggio di Meloni: il consigliere comunale Palagi aveva sollecitato per quattro volte la risposta
La sindaca di Firenze Funaro (PD) non risponde all'interrogazione sulla censura del manifesto antifascista del PMLI
 

Redazione di Firenze

Non è una novità apprendere da alcuni giornalisti meno allineati al pensiero di regime, di quanto sia sfuggente la premier Meloni di fronte alle domande che la mettono in contraddizione, quelle insomma dalle quali non può ricavare nessun vantaggio propagandistico per l'esecutivo neofascista che presiede.
Ma la strategia del non rispondere è vecchia di decenni anche per quanto concerne la “sinistra” borghese dov'è al potere, e l'ultimo “Oscar” all'evasività politica se lo guadagna con pieno merito la sindaca di Firenze in quota PD, Sara Funaro.
Dopo aver completamente ignorato gli echi mediatici del comunicato stampa del Comitato provinciale fiorentino del PMLI (testo integrale al link https://www.pmli.it/articoli/2024/20240904_31b_FirenzePMLINegataAffissione.html) dello scorso primo di agosto per denunciare la censura del manifesto del nostro Partito sull’Anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo, la giunta ignora anche l'interrogazione comunale proposta dal consigliere Dmitrij Palagi della lista “Firenze Progetto Comune”.
Palagi in data 7 agosto ha depositato l'interrogazione 466/2024 dal titolo “Antifascismo, manifesti e PMLI, mancano le risposte politiche” nella quale, dopo un riepilogo della vicenda, si domandano a sindaca e giunta quali siano gli elementi di novità tra i manifesti del PMLI oggetto del divieto da parte del Comune di Firenze e quelli regolarmente affissi negli ultimi anni intorno alle date del 25 Aprile e dell’11 Agosto, e inoltre se esistano documenti o pareri richiedibili attraverso accesso agli atti, per comprendere i rilievi di carattere penale con i quali l'ufficio tecnico ha negato l'affissione, su tutti “gli estremi del reato di diffamazione in forma aggravata e di offesa recata ad un corpo politico”. In ultimo, nella stessa interrogazione, Palagi chiedeva perché la giunta comunale non abbia ancora voluto esprimersi nel merito all’impegno preso verso la chiusura delle sedi dell’estrema destra presenti sul territorio comunale, nonostante il Consiglio comunale si fosse già espresso in tal senso in più occasioni.
Dopo mesi di silenzio e numerosi solleciti da parte di Palagi stesso, in data 17 ottobre viene pubblicato l'ordine del giorno del Consiglio comunale che si terrà poi il lunedì 21, e che inseriva al punto 18 la discussione dell'interrogazione relazionata dall'assessore Giovanni Bettarini, ex sindaco di Borgo San Lorenzo e piddino doc, che a Firenze detiene fra le altre la delega alla cultura.
Fatta? Ci sarà una risposta? Neanche per idea, perché al momento della discussione si rilevava l'assenza dell'assessore incaricato che ha fatto così saltare a piè pari il dibattito sul punto.
Rinnovando i nostri ringraziamenti al consigliere Dmitrij Palagi per la sua corretta, esemplare e premurosa collaborazione alla ricerca di questa verità antifascista affinché non si ripetano abusi di questo genere, questa vicenda mostra alla luce del sole cosa sono in realtà le istituzioni democratico-borghesi del nostro Paese, a partire proprio da quelle che si definiscono “presidi democratici” come appunto la giunta comunale della città del Giglio, governata da sempre dalla “sinistra” istituzionale.
L'atteggiamento della giunta Funaro, con una responsabilità che le ricade direttamente in capo, è stato vergognoso e antidemocratico, e l'assenza dell'assessore al momento della discussione rappresenta non certo una dimenticanza ma una precisa volontà politica. Funaro, messa con le spalle al muro prima dal comunicato stampa del CP di Firenze del PMLI, poi dall'interrogazione di Palagi, usa la strategia dei despoti, se ne infischia e procede per la sua strada. Un atteggiamento anche arrogante, che in fin dei conti conferma e ribadisce la sua volontà di tappare la bocca a chi vuole smascherare la pericolosità di questo governo.
Infatti, anziché rispondere, argomentare la censura (ma con quali temi avrebbe potuto farlo?), Funaro preferisce tacere, confessando nei fatti l'abuso perpetrato non solo ai danni del PMLI, ma di tutti gli antifascisti e alle antifasciste presenti anche dell'area riformista e istituzionale della quale il PD fa parte, e che hanno ben chiara l'urgenza di abbattere il governo Meloni al più presto, prima che faccia altri danni economici, politici e antidemocratici al nostro Paese.
Eppure la sua difesa quando si tratta di mostrarlo per quello che è, e cioè come un vero e proprio governo neofascista, è portata avanti anche dalle amministrazioni che si definiscono “antifasciste” ma che in realtà eseguono senza batter ciglio i desiderata dell’esecutivo e dei suoi apparati polizieschi e legali, schierandosi dunque dalla parte di chi vuole consolidare la “Repubblica” neofascista e borghese. Infatti, definire il governo Meloni “neofascista”, o accettare che pubblicamente venga dipinto come tale (vedi manifesto del PMLI), significherebbe dover chiamare alla lotta di piazza per abbatterlo, e ciò non è assolutamente negli obiettivi né di Funaro né del partito che rappresenta.
Il silenzio della giunta Funaro è rivolto sia alla vicenda dei manifesti del PMLI - che in ogni caso farà storia -, sia a quell'ultimo passaggio dell'interrogazione che chiede di procedere alla chiusura delle sedi delle organizzazioni neofasciste aperte in città. Possibile che Funaro abbia così a cuore il governo Meloni a tal punto non solo da coprirlo politicamente nel nome del rispetto oltranzista e cieco dell'Istituzione borghese, ma anche salvaguardandone e proteggendo i suoi scagnozzi dichiaratamente neofascisti e messi al bando dalla stessa Carta costituzionale con la quale si sciacqua quotidianamente la bocca? Al momento è proprio così, come dimostra questa vergognosa e pericolosa vicenda della quale tutti gli antifascisti e tutte le antifasciste di Firenze dovrebbero trarre le debite conclusioni.
In ogni caso, noi non ci stancheremo mai di mettere in guardia le masse popolari sulla natura neofascista che il governo Meloni conferma coi fatti, con le sue politiche antidemocratiche, classiste e liberticide, e continueremo a chiamare allo sciopero generale ed alla piazza le masse lavoratrici e popolari per buttarlo giù al più presto. Inoltre, non smetteremo neanche di smascherare chi lo copre da “sinistra” a qualsiasi livello, e cioè a partire dall'inconsistenza delle opposizioni parlamentari di cartone che lo legittimano e lo tollerano, fino al livello locale com’è accaduto stavolta a Firenze, con la giunta Funaro che seppur in sordina, si è resa colpevole di un grave, pericoloso atteggiamento opportunista, a danno di tutte le antifasciste e di tutti gli antifascisti.

30 ottobre 2024