Manganellato e arrestato al termine della manifestazione pro Palestina del 5 ottobre a Roma
Libertà per Tiziano Lovisolo
Per adesso è agli arresti domiciliari fino al processo del 14 novembre

Il 5 ottobre Roma è stata teatro di una partecipata manifestazione di appoggio alla resistenza palestinese e contro il genocidio perpetrato da Israele. È stata una giornata che, tra le altre cose, ha reso chiaro come le denunce del governo neofascista Meloni da parte dei marxisti-leninisti, e il conseguente appello a unirsi per abbatterlo dalla piazza, non erano parole buttate a caso, ne affermazioni esagerate o fuori dalla realtà.
“Dopo il ventennio della dittatura fascista, mai si era arrivati a blindare e a militarizzare la capitale: pattuglie armate di carabinieri, blindati, poliziotti in assetto antisommossa, barriera attorno alla Piramide e un unico corridoio per accedervi, blocco dei pullman dei manifestanti, controllo dei mezzi pubblici e privati diretti a Roma. Le solerti 'forze dell'ordine' sono arrivate persino a identificare tutti i passeggeri dei pullman provenienti da certe città, come Napoli”. Queste sono le parole utilizzate nel comunicato stampa del PMLI diramato il giorno stesso, a manifestazione terminata da pochi minuti.
Verso la fine ci sono stati degli scontri tra gruppi di manifestanti che erano in piazza e i corpi di polizia. Fatti che conoscono tutti perché i media non hanno parlato d'altro, nonostante gli scontri rappresentino solo un aspetto, e nemmeno il più importante, nel complesso della giornata di lotta. Certo lo stato d'assedio e non aver voluto autorizzare la manifestazione con mille pretesti, ma con lo scopo reale di mettere a tacere le voci antisioniste e pro Palestina, non ha favorito la distensione.
Negli scontri è rimasto coinvolto anche Tiziano Lovisolo, giovane di 24 anni, originario di Monteprandone (Ascoli Piceno), da poco laureatosi presso la facoltà di Scienze Politiche di Urbino. Era venuto a Roma con la sua amica Yasmine Dabash, di origini palestinesi, anche lei laureatasi nella città marchigiana. A manifestazione finita si dovevano recare alla stazione Termini per prendere il treno e si sono infilati in un passaggio al momento lasciato aperto dagli agenti, ma che a un certo punto è stato chiuso perché ci sono stati degli scontri.
Dopo un po' l'amica ha ricevuto un messaggio da Tiziano: “mi hanno preso”, e ha saputo del suo arresto dai social. L’accusa è quella di lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. La Procura aveva chiesto anche il carcere. Secondo gli agenti intervenuti in aula, il 24enne avrebbe sferrato calci e pugni a un poliziotto. E un funzionario ha ricevuto 45 giorni di prognosi per lesioni subite mentre stava cercando di bloccarlo. Ci sarebbero alcuni video, oltre alle dichiarazioni degli agenti intervenuti che indicherebbero “gravi indizi” di colpevolezza a suo carico. Video che, naturalmente, sarebbero stati visti solo dai poliziotti.
Lovisolo però ha dato un'altra versione, quando lunedì 7 ottobre, al Tribunale di Piazzale Clodio, è stato chiamato in aula davanti al giudice. In effetti i tanti video della manifestazione mostrano una realtà ben diversa da quella raccontata dai poliziotti: c’è un agente che bracca il ragazzo, che sbraccia e cerca di liberarsi. Lovisolo ha detto di essere stato malmenato, e in effetti in altre immagini si vede chiaramente un agente che lo trascina per terra tirandolo per la felpa, mentre un altro gli allunga un calcio. Dopo ancora, manganello stretto sulla gola, viene portato dietro il cordone di polizia.
In tanti si sono mobilitati per sostenere Tiziano che, una volta uscito dal tribunale romano, ha ricevuto un grande applauso da un centinaio di persone che avevano formato un presidio. Il ragazzo ha ringraziato “tutti per la solidarietà” e ha salutato i presenti sollevando in aria il pugno sinistro. Mentre sui social, le accuse che gli sono state mosse, sono state definite “arbitrarie, pretestuose e infondate”, come ha scritto la pagina Instagram Giovanipalestinesi.it che ha pubblicato una foto del ragazzo a terra mentre viene picchiato, con il manganello, da tre agenti antisommossa.
Gli amici di Tiziano e le compagne e i compagni dello Spazio Sbago di Urbino, attraverso un comunicato hanno lanciato anche una colletta per sostenere le spese processuali. La prossima udienza ci sarà il 14 novembre, nel frattempo è stato mandato agli arresti domiciliari, come di solito si fa quando si pensa sia possibile una fuga o '”l'inquinamento delle prove”, che palesemente non sono attinenti al caso di Lovisolo.
Nel comunicato si legge: “Ciò che è accaduto a Tiziano sarebbe potuto accadere a chiunque, è stato il capro espiatorio su cui accanirsi per criminalizzare l’intera piazza che il 5 ottobre denunciava il genocidio e sosteneva la resistenza...” In questo momento è fondamentale esprimere solidarietà e organizzarsi contro questo sistema repressivo che si accanisce contro chi resiste. Anche il PMLI si unisce a chi chiede la completa libertà per Tiziano, trattato come un criminale ma colpevole soltanto di aver sfidato i divieti del governo neofascista Meloni per sostenere la causa palestinese e denunciare il genocidio attuato dai sionisti.

30 ottobre 2024