A Roma la prima delle venti manifestazioni programmate in tutta Italia
Pensionati in piazza contro la manovra del governo

Lunedì 28 ottobre nella Capitale si è svolta la prima di una lunga serie di manifestazioni organizzate da Cgil e Uil per protestare contro la manovra del governo Meloni, e in particolare contro quelle misure che riguardano i pensionati. Una mobilitazione che interesserà tutte le regioni nei giorni che vanno dal 28 al 31 ottobre. Per ultima si svolgerà quella di Genova, il 4 novembre, prorogata per non interferire con le elezioni regionali liguri.
Riguardo alla Legge di Bilancio 2025, che dovrà essere approvata entro la fine dell'anno in corso, ci sono ancora dei punti poco chiari. Quello che è sicuro è che si tratterà della solita stangata fatta di tagli alla spesa pubblica, proroghe e sostegni ai padroni, condoni agli evasori. I pensionati stavolta sono stati trattati in maniera veramente offensiva: per chi percepisce gli assegni al minimo, questi arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 (lordi) attuali con un aumento, udite udite, di ben tre euro mensili.
E quando si parla di queste cifre non si deve pensare che esse riguardino solo un ristretto numero di pensionati. Dall’Osservatorio Inps emerge un quadro preoccupante sulle pensioni in Italia: il 53,7% degli assegni ha un importo inferiore a 750 euro al mese. Si tratta di 9,5 milioni di pensioni, di cui 4 milioni (il 44%) integrate da prestazioni legate a bassi redditi, come integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. In alcune regioni del sud e per quanto riguarda il genere femminile, si arriva persino a superare il 70% di assegni che si trovano al di sotto della soglia di povertà.
In Italia vi è poi una tassazione sulle pensioni tra le più alte d'Europa, e dopo che il lavoratore ha pagato per oltre 40 anni i suoi contributi, da pensionato viene ulteriormente stangato. Infine dobbiamo considerare che una pensione a malapena dignitosa di 2mila euro lordi, in Italia viene considerata d'oro, tanto che da almeno un decennio ad ogni nuova finanziaria l'indicizzazione dell'assegno viene decurtata, e in questo modo nel giro di pochi anni il pensionato ha una verticale perdita del suo potere d'acquisto.
Non a caso a Roma nei cartelli di molti manifestanti si leggeva “Non vogliamo più essere il bancomat del governo”, poiché una delle principali e immancabili voci su cui cala la scure dei tagli è quella che riguarda la rivalutazione e la spesa pensionistica. Un concetto ripetuto dal palco da Tania Scacchetti, segretaria generale SPI, che ha affermato: “La denuncia di questa piazza è che ancora una volta si pensa che i pensionati possano essere il bancomat di questo paese. I 10 centesimi al giorno in più previsti dalla manovra hanno il senso della presa in giro di una parte del paese che questo paese l’ha costruito e che consuma. Non sono in questa piazza i privilegiati che si dovrebbero colpire”.
Scacchetti ha sottolineato come la patrimoniale di fatto la pagano i pensionati invece dei ricchi, mentre il segretario generale della Uilp, Carmelo Barbagallo, ha ricordato che "l'adeguamento delle pensioni non è un aumento delle pensioni, ma è il parziale recupero dell'inflazione dell'anno precedente". Insieme al fattore economico, c'è la sanità tra i nodi principali della mobilitazione: “Il sistema sanitario è allo stremo, continua ad arretrare, la conseguenza è che risultano penalizzati i più fragili”, ha detto il segretario dello Spi Cgil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, Luigi Cocumazzo.
Come detto precedentemente, le manifestazioni continueranno per tutta la settimana, organizzate da Cgil e Uil, mentre la Cisl, che oramai si è schierata organicamente con il governo neofascista della Meloni, preferisce defilarsi, e senza vergogna giudica “migliorabili ma positive” le misure contenute nella manovra.

30 ottobre 2024