Iniziativa provocatoria del Comune di Trieste
Nomi di partigiani e quelli di fascisti scritti nella stessa targa
Anpi: “Inaccettabile”

Il presidente della Federazione Provinciale di Trieste dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare, Sergio Di Cesare, ha annunciato in una conferenza stampa di aver donato al Comune di Trieste una targa commemorativa - che reca incisi i nomi di tutti coloro che furono decorati di medaglia d’oro al valor militare provenienti, oltre che dall'attuale Provincia di Trieste, anche dai territori ex italiani di dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia - da collocare ai piedi della Scalinata già dedicata alle medaglie d’oro sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore, e ha affermato che la giunta triestina di centrodestra retta dal sindaco Roberto Dipiazza ha accolto favorevolmente tale proposta e ha già disposto la collocazione.
La targa è stata posta il 4 novembre scorso.
Il fatto grave è che nella targa, accanto ai partigiani antifascisti Rita Rosani, Luigi Frausin, Natale Colarich, Sergio Forti, Eugenio Curiel e Paolo Reti, che hanno ricevuto la medaglia d'oro per la loro opposizione al nazifascismo ci siano anche i nomi di conclamati fascisti come Niccolò Giani, che fu redattore del quindicinale fascista La Difesa della Razza nel quale sostenne la necessità di una spietata discriminazione degli ebrei italiani, degli arabi della Libia e dei neri dell'Africa Orientale Italiana, come Mario Granbassi, che durante la guerra civile spagnola fu uno dei più feroci, fanatici e sanguinari sostenitori di Franco all'interno del corpo di spedizione fascista inviato da Mussolini, e come Mario Codermatz, che si distinse nella guerra di Etiopia, nella quale andò volontario, per atti spregevoli ai danni della popolazione civile etiope.
Mettere i nomi degli ebrei Rosani e Curiel vicino a quello di Giani è un oltraggio ai tanti cittadini italiani, e non solo, che furono perseguitati sotto il fascismo a causa della loro fede religiosa, mettere i nomi degli antifascisti Frausin, Colarich, Forti e Reti accanto a quelli dei fanatici fascisti Granbassi e Codermatz è un oltraggio alla Repubblica Italiana nata dalla Resistenza: le medaglie d'oro attribuite durante il fascismo a chi ha combattuto in guerre fasciste e a chi era dichiaratamente fascista non riguardano, né devono riguardare, gli antifascisti che riconoscono la validità delle medaglie d'oro solo ed esclusivamente a chi ha combattuto nelle file della Resistenza o comunque nella lotta al fascismo.
Purtroppo, ispirate ora apertamente dal neofascista governo Meloni e con l'avallo anche dei partiti della “sinistra” borghese parlamentare, sempre più frequenti sono le iniziative di chi vuole accostare vittime e carnefici, oppressi e oppressori, antifascisti a nazifascisti: non potendo le forze neofasciste infangare apertamente la Resistenza, accosta a quest'ultima i valori del fascismo in nome di una asserita riconciliazione, ma non ci può essere alcuna riconciliazione tra antifascisti e nazifascisti, non poteva esserci ottanta anni fa e non può esserci ora.
Ecco il motivo per cui l'abominevole iniziativa promossa dalla Federazione Provinciale di Trieste dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare ha suscitato orrore in ogni parte d'Italia e soprattutto a Trieste, dove gli antifascisti – che non riconoscono alcun merito a delinquenti come Giani, Granbassi e Codermatz - hanno fatto sentire la loro voce per condannare l'ignobile iniziativa.
Dura, in particolar modo, è stata la reazione del presidente del Comitato provinciale dell'ANPI/VZPI di Trieste, Fabio Vallon, che a nome dei partigiani di lingua italiana e di lingua slovena ha affermato che “non è accettabile che il nome della partigiana ebrea Rita Rosani venga accostato a quello del vergognoso Nicolò Giani” e che l'iniziativa è “un tentativo di riscrittura della storia che rischia di cancellare il sacrificio di chi lottò per la nostra libertà” .
“Accostare nomi di partigiani e di esponenti fascisti – ha concluso Vallon - è inaccettabile” e il Partito marxista-leninista italiano insieme al suo organo Il Bolscevico è pienamente d'accordo sul fatto che non tutti i morti vadano commemorati e soprattutto sul fatto che i nomi di veri e propri delinquenti nemici del popolo vengano accostati a quelli di coloro che caddero combattendo contro il nazifascismo: giustamente Mao ricordava le parole dell'antico letterato cinese Sima Quian, il quale riteneva che la morte di qualcuno era pesante quanto un monte mentre la morte di altri era leggera come una piuma.
Per tutti gli antifascisti la morte della marmaglia fascista di ieri e di oggi è più leggera di una piuma mentre il sacrificio eroico di coloro che combattono contro il fascismo di ieri e di oggi è pesante come una montagna.

13 novembre 2024