Grande e combattivo corteo studentesco a Torino
Manifestazione contro i tagli alla scuola, contro l'aggressione sionista a Gaza e contro il decreto fascista 1660
Violente cariche della polizia di Meloni e Piantedosi

Dal corrispondente del PMLI per il Piemonte
A due anni dal primo "No Meloni Day", gli studenti italiani sono nuovamente scesi in piazza per protestare contro il governo della ducessa Meloni e contro il ministro dell'Istruzione Valditara. Entrambi sono stati giustamente accusati di aver imposto tagli massicci alla spesa pubblica, promosso una falsa meritocrazia, militarizzato le scuole e diffuso una propaganda strisciante contro la libertà sessuale e il diritto all'aborto.
Anche in questa giornata di lotta le studentesse e gli studenti torinesi hanno dimostrato di essere all'avanguardia rispetto a molte altre città italiane, ponendosi come esempio per migliaia di studenti che non tollerano più il clima di aperta dittatura fascista che questo governo sta instaurando in tutte le scuole italiane. Tommaso Martelli, portavoce dell'Unione degli Studenti, ha sottolineato come la mobilitazione sia nata per rivendicare "Un'istruzione pubblica e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall'ambito bellico, la tutela del benessere psicologico nelle scuole e un sistema di rappresentanza che garantisca agli studenti reali possibilità decisionali".
Durante il corteo, partito dalla stazione di Porta Susa, sono stati esposti cartelli raffiguranti Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Elly Schlein, i cui volti erano coperti dall'impronta di una mano insanguinata, accompagnati dalla scritta "complice del genocidio". Questa manifestazione non è solo un'espressione di rabbia contro le politiche neoliberiste, oscurantiste e guerrafondaie ma anche un chiaro segnale di protesta contro l'imperialismo e il ruolo del governo italiano, accusato di sostenere il nazisionismo del governo del nuovo Hitler Netanyahu. La sensibilità degli studenti torinesi nei confronti del popolo palestinese era evidente e apprezzabile, testimoniata dalla selva di bandiere palestinesi che sventolavano orgogliosamente lungo tutto il corteo. L'adesione e la partecipazione attiva degli studenti dimostra non solo una profonda consapevolezza politica, ma anche una solidarietà concreta verso la causa palestinese. Le bandiere non sono solo un simbolo ma l'espressione di un sentimento condiviso di giustizia e lotta contro l'imperialismo che riflette una crescente presa di coscienza rispetto alle dinamiche internazionali di occupazione e resistenza.
Gli studenti hanno inoltre denunciato il famigerato decreto 1660 giustamente considerato un attacco fascista contro chi lotta apertamente in difesa dei diritti sociali, sindacali e civili. Non sorprende quindi che il corteo si sia diretto verso la prefettura di Torino in Piazza Castello, sede del rappresentante del governo. Qui le “forze dell'ordine” in tenuta antisommossa hanno caricato gli studenti dimostrando ancora una volta la natura repressiva e neofascista del governo Meloni. In risposta i manifestanti hanno bruciato un fantoccio raffigurante il ministro Valditara e sfilato con striscioni dalle parole d'ordine incisive e condivisibili come "Le scuole sanno da che parte stare: contro governo e genocidio" e "Ogni giorno sarà No Meloni Day!".
In un'azione fulminea alcuni tra i manifestanti più determinati sono riusciti ad occupare per alcuni minuti la Mole Antonelliana - simbolo della città e sede del Museo Nazionale del Cinema - appendendo uno striscione in solidarietà con il popolo di Gaza e sostituendo la bandiera dell'Unione Europea con quella palestinese.

20 novembre 2024