Mi autocritico per aver abbandonato il PMLI. Una volta riammesso dedicherò tutte le mie forze alla causa del Partito, del proletariato e del socialismo�

di Vincenzo - provincia di Napoli
Ho chiesto di rientrare nel PMLI e mi è stata concessa l'ammissibilità, grazie all'apertura ed esperienza che il Partito ha accumulato in decenni di lotta sul campo. Non deve costituire un pretesto per me l'aver ritrovato di nuovo spalancate le porte. La militanza si conquista con i fatti, con il disincrostare dalla propria personalità tutti i residui di una concezione del mondo fallimentare come quella borghese. Ho anteposto interessi personali a quelli del Partito e ne faccio severa autocritica. Sono esatte le osservazioni esposte circa il mio allontanamento. Non ho saputo vigilare su me stesso ed il nemico di classe ha tentato di divorarmi. Siamo in una società borghese, impregnata di mentalità individualista, alienante, circondati da nemici della classe operaia. Il pericolo di essere risucchiati è sempre presente.
Questo deve valere da monito ed è ciò di cui Mao ci ha ammonito e trasmesso nella pratica grazie anche al Segretario generale Scuderi, concetti esposti nell'opuscolo numero 9 "Mao, la concezione del mondo e le due culture". O si sposa l' ideologia proletaria o quella borghese. Questo opuscolo, uno dei primi che ho letto quando mi avvicinai al Partito, deve essere la pietra militare della militanza marxista-leninista. Non può esistere nulla oltre questa opposizione dialettica. Come la notte ed il giorno, noi che siamo il Sole Rosso, dobbiamo rischiarare il cielo che la classe borghese ed il capitalismo oscurano con la sete di profitto, di conquista, contraddizioni tutte che portano le guerre imperialiste, la disoccupazione, il genocidio come quello di Gaza.
Il ripugnante respingimento e segregazione in lager di nostri fratelli di altre parti del mondo, non opulente e tiranniche - sotto un falso velo di " democrazia" - delle cittadelle fortificate della nostra parte del mondo. Ma in questa parte del mondo esistono anche i diseredati, i poveri, gli esclusi, i proletari e le masse cui la "democrazia" borghese, spesso non concede nemmeno le briciole dei faraonici profitti spremuti tramite il pluslavoro degli operai e contenuti in forma di plusvalore nelle merci che invadono il mercato capitalista e neoliberista, saturando i mercati, respingendo nel sottoconsumo le masse, creando disoccupazione, costringendo alla concorrenza i proletari tra loro. Si crea un esercito proletario di riserva che apre la strada al ribasso delle condizioni salariali, se non oltre porta alla dislocazione della produzione dei pescecani capitalisti in nazioni dove il costo del lavoro è più basso, creando malumore anche in questi casi.
Come Marx ed Engels insegnano nel Manifesto del Partito comunista , alla concorrenza tra operai subentra la loro associazione. Questa associazione è oggi minata per primo dai partiti revisionisti, compresi quelli falce e martello che non si sono affatto discostati dall'inganno settantennale del PCI, virando a destra sempre più fino ad essere completamente inghiottiti dal sistema neoliberista, di cui a fatica e senza ritegno cercano di discostarsene, ammantando di vernice "sociale" il loro opportunismo. È da costoro che il PMLI deve guardarsi ed espellere dalle sue fila. La torsione autoritaria e neofascista del governo delle ducessa Meloni è il risultato finale di decenni di riformismo cui i rinnegati del comunismo hanno spalancato le porte. Ci ritroviamo oggi con un proletariato disorientato, ma soprattutto ricattato e sta a noi riportare la coscienza di classe in sé. "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi", e viceversa. Teoria, pratica e radicamento sul territorio. Il corpo da Gigante Rosso del PMLI sta a noi riempirlo con il nostro instancabile lavoro, sia su Il Bolscevico che nelle piazze, tra gli operai, fuori i cancelli delle fabbriche, anteponendo il Partito, l'interesse delle masse ed il raggiungimento del socialismo ad ogni cosa. È questo che ho imparato e voglio fortemente mettere in pratica. Un filo lega le tre azioni che dobbiamo mettere in atto sempre.
Non vi è teoria senza pratica sul campo, non vi può essere prassi senza teoria, non c'è vittoria senza radicamento sul campo rispettivamente ognuno nel proprio territorio. Ciascuno deve lavorare per allargare la base del partito denunciando i misfatti delle giunte locali borghesi. In ogni città, più o meno grande,si può osservare che esiste una gran sacca di emarginazione dovuta alle penose condizioni materiali di esistenza ed al lassismo delle istituzioni locali. Nessuna rassegnazione deve pervadere gli indigenti né ciascuno di noi. Dobbiamo aprire gli occhi della cattiva gestione degli organi del governo locale.
Nessun compromesso è possibile. Noi siamo dalla parte di chi è costretto a vivere di espedienti, in realtà fatiscenti, come case popolari,alloggi di fortuna. Dobbiamo essere coloro che aprono gli occhi di questi diseredati e quanti ne vedo nella mia cittadina. Fa male constatare quali differenze di reddito e possibilità esistono.
Inquinamento poi è un altro dramma delle moderne città iper industrializzate ed iper trafficate. Sversamenti illegali, inceneritori, costruzione di centri commerciali su terreni avvelenati, cementificati per fare sparire le tracce.
Ce n'è di che mettere sul piatto rotto della putrida società borghese. Io voglio combattere per questo. Sento e so che è giunto il momento nella mia vita di dare corpo a quella tensione che poi è stata sempre una vocazione di vita: la vittoria del socialismo e l' emancipazione del proletariato. Altre priorità non ve ne saranno. Per me il Partito è l'esempio da seguire, la scuola di vita alla quale non ci si può sottrarre. Sono certo che è così stavolta.
La mia autocritica verte soprattutto nell'aver anteposto interessi personali quelli del Partito, come già scritto. Farò l'ultima tappa del cammino della mia vita dedicando tutte le mie forze al PMLI, al proletariato ed alla lotta alla borghesia, di modo che un giorno nel libro d'oro del Partito anche il mio percorso possa essere tracciato al fine dell'Italia unita, rossa e socialista.

27 novembre 2024