Combattivo corteo contro la violenza sulle donne e i diritti civili a Catania
Il PMLI non fa mancare il suo sostegno portando in piazza il cartello “Fermiamo i femminicidi, lotta al patriarcato” e altre rivendicazioni. Tante discussioni tra i marxisti-leninisti e i partecipanti al corteo
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Sabato 23 novembre a Catania si è tenuta la manifestazione indetta dal movimento Non Una di Meno. Il concentramento in Via Etnea ingresso villa Bellini da dove è partito un partecipato corteo con tanti giovani e meno giovani. Alla testa un furgone da dove venivano lanciate le parole d'ordine e i “comizi volanti”.
Il corteo è stato aperto dallo striscione "Disarmiamo il patriarcato" e a seguire cartelli e striscioni "Noi ci ribelliamo alla guerra", "No alla economia di guerra in nome della difesa della nazione", "No tagli ai diritti fondamentali scuola e sanità, no al grande business del riarmo". “Se domani non torno sorelle bruciate tutto”, “No alla cultura dello stupro sì alla cultura del consenso”, “Contro il decreto sicurezza, no a questo sistema marcio e corrotto". Sono stati lanciati anche slogan come “Palestina libera”, “Smilitarizzare la Sicilia”, “No Muos No Sigonella", “No ponte”. Durante il corteo è stato dato fuoco a due manifesti con le foto di Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, e del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Non una di Meno ha stilato un documento in cui si legge fra l’altro: "Scendiamo in piazza il 23 novembre non per ritualità ma perché è sempre più urgente in questo Paese rifiutare l'oppressione, la vergogna, la guerra che ci viene imposta. Scendiamo in piazza per manifestare la nostra rivolta alla violenza patriarcale e alla deriva identitaria e autoritaria che la sostiene e la giustifica. E infatti se strutturale è la reazione del governo, è chiara la retorica della prima donna premier… Le propagande politiche a sostegno della famiglie e del lavoro femminile si rivelano per quelle che sono: misure spicciole e frammentate che tagliano fuori famiglie non conformi, lavoratori precari e disoccupati e che moltiplicano il lavoro povero e di cura tuttora appannaggio delle donne e delle migranti con salario da fame".
Un corteo combattivo e partecipato, si contavano un migliaio di manifestanti, con slogan che rimbalzavano da un capo all'altro del serpentone, accolti dal consenso delle due ali di folla che stava ai bordi di via Etnea. Molti si sono uniti alla manifestazione che poi si è conclusa con tanti interventi delle partecipanti che hanno rivendicato servizi sociali e diritti civili.
Il PMLI ha partecipato con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania, con spirito unitario contro questo marcio sistema, ribadendo che per il nostro Partito la questione femminile per la liberazione ed emancipazione delle donne è una priorità, inserita però nella visione strategica della conquista del socialismo. I compagni portavano il manifesto "Fermare il femminicidio. Lotta al patriarcato. Educazione sessuale, all'affettività e alle differenze nelle scuole. Centri contro le violenze alle donne. Sollevare le donne dai lavori domestici e di cura familiari. Presenza paritaria dei sessi nelle istituzioni, nel parlamento, nel governo, nelle istituzioni locali e negli organismi politici, sindacali, sociali, culturali e religiosi".
Distribuito il manifesto sottoforma di volantino e altri volantini del PMLI che sono stati accettati con interesse. Tante le discussioni intavolate con le/i manifestanti.
27 novembre 2024