Firenze
70 mila in piazza a Firenze. Chiaro messaggio delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e degli studenti al governo. Un giovanissimo ha aiutato spontaneamente una compagna a diffondere il volantino del PMLI. Condivise da manifestanti Bella Ciao, Bandiera rossa e Fischia il vento lanciate dal PMLI
Apprezzamenti e appoggio al PMLI e a Scuderi
Redazione di Firenze
Il 29 novembre settantamila manifestanti hanno invaso e paralizzato per 4 ore la città di Firenze. Una partecipazione consistente che testimonia la voglia che le masse popolari lavoratrici e antifasciste hanno di dar battaglia al governo Meloni, alla sua politica fiscale ed economica e anche alla riscrittura della storia in chiave neofascista sulla quale lavora alacremente ogni giorno.
Altissima l'adesione allo sciopero in Toscana, ha raggiunto l'80%.
Il grande corteo di CGIL e UIL
A Firenze la giornata di mobilitazione si è articolata in due corteì dei quali il primo, promosso dai sindacati confederali CGIL e UIL è partito con notevole ritardo dato il continuo afflusso di manifestanti, da piazza Santa Maria Novella, incanalandosi con grandi difficoltà nella minuta via dei Fossi, per poi dirigersi verso piazza Goldoni, lungarno Corsini, ponte Santa Trinita, piazza Pitti, lungarni Torrigiani e Serristori, per terminare in una piazza Poggi, lontana dal centro e marginale, ma comunque gremita ed incapace di accogliere la stragrande maggioranza dei partecipanti.
Schiacciante la presenza delle rosse bandiere della CGIL e degli striscioni delle sue rappresentanze aziendali, ma discreto anche il numero di quelle azzurre della UIL; presenti bandiere della Palestina e di rappresentanze di alcuni partiti della sinistra istituzionale e di quella extraparlamentare, oltre ad uno spezzone dei lavoratori del Collettivo Ex-GKN di Campi Bisenzio.
Il comizio conclusivo tenuto dal minuscolo palco in piazza Poggi, è stato aperto dal Segretario della CGIL Toscana Rossano Rossi che ha affermato: “Ci aspettavamo questa risposta importante alla manifestazione, avevamo capito dalle assemblee nei luoghi di lavoro di queste settimane che c’era tanta voglia di scendere in piazza”. Importantissima poi la denuncia dello stesso Rossi verso il governo Meloni: “Questo governo non accetta chi dissente, che fosse autoritario e fascista lo avevamo già capito. Oggi gli abbiamo dimostrato che più loro fanno di tutto per fermarci, più noi saremo sempre più numerosi. Salvini venga a contarci”.
Si sono susseguiti interventi dei delegati sindacali dei vari settori e di alcuni attivisti; citiamo per la particolare combattività e per la chiarezza espressa nei contenuti, quello di una studentessa universitaria che ha messo l'accento sulla scuola e sull'università e sulla loro impostazione di regime, e quello di un migrante pakistano che ha analizzato il doppio impatto che le controriforme economiche e fiscali del governo, ma anche quelle repressive e di controllo, hanno sui lavoratori stranieri che vivono una situazione di supersfruttamento e di ricatto perenne.
In ultimo, l'unico che dal palco ha detto chiaro e tondo che il "centro-sinistra" quand'era al governo faceva in materia economica e fiscale sostanzialmente le stesse cose della destra attuale, è stato il delegato della UIL Pensionati, riscuotendo peraltro applausi anche dal settore CGIL.
In piazza anche il sindacalismo di base
Un secondo corteo organizzato dai sindacati di base Cobas e Cub, al quale hanno partecipato anche i Giovani Palestinesi, i ragazzi e le ragazze dei centri sociali ed in particolare del CPA Firenze Sud e alcuni collettivi studenteschi, è invece partito da piazza Puccini toccando il cantiere Esselunga di via Mariti per ricordare i morti sul lavoro, per poi giungere in piazza Dalmazia omaggiando la lapide dei senegalesi uccisi il 13 dicembre del 2011 da un militante di Casa Pound.
Una terza manifestazione, ma stavolta statica, si è tenuta nel pomeriggio in piazza Duomo, sotto la sede della Regione, dove il Sudd Cobas ha organizzato un presidio a sostegno della lotta dei lavoratori in appalto Montblanc della Z Production di Campi Bisenzio, durante il quale è stato proiettato un documentario prodotto da Al Jazeera sulla delocalizzazione punitiva messa in atto da Richemont. “In un sistema che si regge sulla menzogna - scrivono i delegati Sudd Cobas - la verità è un’arma.”.
In ogni caso, registriamo positivamente che stavolta, tranne sporadiche eccezioni, anche il sindacalismo di base ha indetto sciopero e si è mobilitato nello stesso giorno di CGIL e UIL. Eppure ancora non siamo arrivati al punto di unire le lotte in un unico grande contenitore che metta al centro gli obiettivi comuni; ciò non impedirebbe a nessuno di scendere in piazza con le proprie parole d'ordine nel tentativo di sviluppare una lotta ed una piattaforma sempre più avanzate, mentre mostrerebbe una unità ed una coesione indispensabile se davvero si vuol buttare giù il più presto possibile il governo neofascista Meloni prima che faccia altri danni alle masse popolari del nostro Paese.
Qualificata e apprezzata presenza del PMLI
È con questo spirito unitario che una nutrita delegazione del PMLI, diretta dal compagno Andrea Cammilli coadiuvato dal compagno Enrico Chiavacci, composta da militanti, simpatizzanti e amici del Partito provenienti da Firenze e provincia, ha partecipato al corteo principale diffondendo oltre 400 volantini, issando 3 cartelli coi manifesti del Partito e numerose bandiere.
Sia i volantini a colori che le locandine che i compagni e le compagne tenevano nei “corpetti” sono andate a ruba, richieste più volte dai manifestanti che in più di una occasione hanno espresso apprezzamento ed appoggio alla linea politica, al Partito e al suo Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, che evidentemente è ancora nel cuore di chi ha avuto a che fare con lui in passato e di chi lo segue adesso dalle colonne del nostro giornale. Un giovanissimo ha aiutato spontaneamente una compagna a diffondere il volantino del PMLI.
I nostri compagne e compagni, salutati in diversi casi a pugno chiuso dai manifestanti ai lati del corteo, hanno lanciato numerosi slogan che sono stati condivisi dai manifestanti, ed il canto di Bella Ciao, Fischia il vento e Bandiera rossa, anch'esse sostenute e rilanciate con entusiasmo.
In piazza Poggi la delegazione marxista-leninista si è avvicinata il più possibile al palco e infine si è conclusa la nostra partecipazione in un clima di fraterna militanza.
4 dicembre 2024