Appello di 122 società scientifiche
“Fermate i tagli all'Università”
Lo scorso 25 novembre 2024 a Roma presso la sede della Conferenza dei Rettori delle Università italiane si è tenuta la presentazione e la discussione del documento intitolato “I rischi di ridimensionamento dell'università e della ricerca” sottoscritto da 122 società scientifiche italiane di primaria importanza.
All'incontro tra i rappresentanti di tali enti era presente la presidente della Conferenza, Giovanna Iannantuoni, la quale ha messo in evidenza che oltre ai 500 milioni di euro complessivi già previsti, il governo Meloni taglierà ulteriori 702 milioni nella prossima legge di bilancio, la quale prevede che prevede complessivamente 7,7 miliardi di euro di tagli in tre anni a tutti i ministeri, compreso quello dell'università e della ricerca.
Tantissimi ricercatori precari, poi, avranno vita durissima sia a causa dei tagli sia da una nuova e ulteriore precarizzazione che potrebbe essere provocata dalla riforma annunciata dal ministro dell’Università: sono a rischio i posti di lavoro di 20.000 assegnisti di ricerca e di 9.000 ricercatori precari, che rappresentano il 40% del personale docente.
Il mondo dell'università e della ricerca è dunque totalmente compatto nella denuncia delle sciagurate politiche del governo Meloni sul settore e alla richiesta allo stesso governo di tornare sui propri passi, evitando e comunque riducendo i tagli: il fronte comprende sia studenti sia docenti che vanno dall'economia al diritto, dall'agraria alla matematica, e, oltre alle già menzionate 122 società scientifiche, ha visto impegnate in prima fila la Flc Cgil, l’associazione dei dottorandi, la Conferenza dei Rettori, l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia della Crusca, l'Accademia dei Georgofili, l'Accademia di Medicina di Torino, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l'Accademia agraria in Pesaro e altre decine di enti di alta cultura. Particolarmente importante, da un punto di vista politico, è la pesante critica, sia ai tagli sia alla riforma dell'università, del Consiglio universitario nazionale, che è organo consultivo dello stesso Ministero dell'Università e della Ricerca.
Il rischio concreto paventato da tutto il mondo dell'università e della ricerca è che l'attività delle università e delle accademie sia messa a repentaglio, che tantissimi ricercatori di valore italiani siano costretti ad emigrare all'estero, che siano messi in ginocchio gli atenei più piccoli e che contemporaneamente vengano incrementate le università telematiche, che portano inevitabilmente al rischio di una riduzione della qualità dell’insegnamento e della ricerca, oltre ad affari poco chiari e poco puliti come la squallida vicenda giudiziaria che ha recentemente travolto Unicusano e il suo padre padrone Bandecchi dovrebbe insegnare non soltanto al mondo della vera cultura – quel mondo che ora è in piena mobilitazione - ma a tutti i cittadini italiani.
4 dicembre 2024