Visita di otto giorni in Sudamerica del nuovo imperatore della Cina Xi
Il socialdemocratico Lula apre il Brasile al socialimperialismo cinese
Firmati 37 accordi. Intesa tra Telebras e SpaceSail, il rivale cinese di Starlink di Musk
Xi ha visitato anche il Perù, dove ha inaugurato il mega porto di Chancay
Ben otto giorni in Sudamerica, dall'incontro dei leader economici dell'APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico) a Lima, in Perù, al G20 di Rio de Janeiro in Brasile, per riaffermare l’interesse peloso del socialimperialismo cinese sul continente, dove ormai ha lanciato apertamente la sfida all’imperialismo americano. Il nuovo imperatore Xi Jinping ha spinto sull’acceleratore trovando porte aperte, a partire dal leader socialdemocratico brasiliano Lula, che gli ha steso un vero e proprio tappeto rosso.
Dopo aver inaugurato il 18 novembre il mega porto di Chancay, insieme alla presidente peruviana Dina Boluarte, finanziato in larga parte dal colosso cinese Cosco, il nuovo hub gestirà un milione di container all’anno, dimezzando i tempi di consegna da 45 a 23 giorni sulla rotta con Shanghai, il 19 novembre iniziando la sua visita di Stato in Brasile il presidente cinese Xi ha di fatto segnato un punto di svolta nelle relazioni sino-brasiliane, evidenziando una crescente cooperazione economica e politica tra le due nazioni. Durante l’incontro con Lula, sono stati firmati numerosi accordi bilaterali volti a rafforzare i legami in settori chiave come l’agroalimentare, l’energia e l’aerospaziale. Ben 37 gli accordi che hanno elevato i rapporti bilaterali a un partenariato strategico. Le intese riguardano tra le altre cose commercio, sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale e infrastrutture. Tra queste proprio il mega porto di Chancay, al cui sviluppo parteciperà anche il Brasile, e con il quale Pechino punta a penetrare la costa occidentale dell’America Latina, affacciata sul Pacifico. Cioè il noto “cortile di casa” degli USA.
Molta enfasi su tecnologia e aerospazio. Spicca l’accordo satellitare tra la compagnia statale brasiliana Telebras e SpaceSail. Il rivale cinese della Starlink di Elon Musk entrerà sul mercato brasiliano e avrà accesso ai siti di lancio.
Uno degli accordi più significativi riguarda l’esportazione di prodotti agricoli brasiliani verso la Cina, con particolare attenzione a frutta, carne bovina e suina. Questo accordo prevede anche l’aggiornamento della lista dei produttori di carne brasiliani autorizzati a esportare nel mercato cinese, facilitando così l’accesso dei prodotti brasiliani al vasto mercato cinese. Nel settore energetico le due nazioni hanno concordato di collaborare nello sviluppo di progetti legati alle energie rinnovabili, con l’obiettivo di promuovere la transizione energetica e affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici. Questa collaborazione include investimenti congiunti in infrastrutture energetiche e la condivisione di tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza energetica. In ambito aerospaziale Cina e Brasile hanno deciso di intensificare la cooperazione nello sviluppo e nel lancio di satelliti, proseguendo la collaborazione già esistente nel programma CBERS (China-Brazil Earth Resources Satellite). Questo programma mira a migliorare le capacità di monitoraggio ambientale e la gestione delle risorse naturali attraverso l’uso di tecnologie satellitari avanzate.
La forte azione del socialimperialismo cinese nel continente erode e sbriciola l’egemonia americana nella regione, consolidando il ruolo di Pechino come partner strategico per molte delle principali economie latinoamericane. La Cina sta anche promuovendo la sua Belt and Road Initiative, La Nuova Via della seta, come una piattaforma per finanziare infrastrutture essenziali in America Latina, offrendo un’alternativa concreta alle tradizionali istituzioni finanziarie dell’imperialismo occidentale come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Questa strategia sfida direttamente l’influenza economica degli Stati Uniti, che si sono spesso affidati al controllo di queste istituzioni per mantenere la loro supremazia nella regione. Politicamente la Cina si presenta subdolamente come un partner che non impone condizioni politiche, a differenza delle politiche spesso intrusive di Washington, guadagnando così la fiducia di leader locali come Lula. Inoltre, la presenza centrale di Xi Jinping ai vertici globali come l’Apec e il G20, accanto ai principali partner dei BRICS, rafforza l’immagine di Pechino come promotore di un ordine multipolare che si contrapporrebbe all’egemonia americana.
In Perù per Xi Jinping la priorità era presentare la Cina come garante del libero commercio capitalista: “Il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti, l’unilateralismo e il protezionismo si stanno diffondendo, la frammentazione dell’economia mondiale si è intensificata. Ostacolare la cooperazione economica con vari pretesti, insistendo sull’isolamento del mondo interdipendente, sta invertendo il corso della storia”, ha affermato Xi all’Apec.
La scelta di consolidare legami economici e politici con il Brasile, il più grande Paese dell’America Latina, non è casuale: rafforzare l’alleanza con un attore così influente nella regione permette a Pechino di esercitare un’influenza indiretta su altre nazioni vicine. Questo cambio di paradigma mette in discussione il concetto stesso del “cortile dello zio Sam”, poiché la Cina non solo si insinua in una posizione di forza economica, ma dimostra anche di poter competere con gli Stati Uniti nel plasmare il futuro politico della regione.
“Cina e Brasile sono i due membri più rappresentativi del Sud globale. Il rafforzamento delle loro relazioni darà nuovo impulso alla creazione di un ordine mondiale più equilibrato e multilaterale”, ha affermato Xi Jinping al termine della sua visita. Dal 2000 a oggi, l’interscambio tra Pechino è il Sudamerica è passato da 12 a 450 miliardi di dollari statunitensi. Pechino è ora il principale partner commerciale per la maggior parte dei Paesi della regione e ha lo stock di investimenti in più rapida crescita, con un focus prioritario sui settori chiave come l’estrazione di minerali critici, la generazione e la trasmissione di elettricità e le infrastrutture digitali e di trasporto. Mettere radici in America latina consente alla Cina di accedere a risorse cruciali per la tecnologia verde, come il litio, ma anche di aggirare sanzioni e dazi. In Brasile, per esempio, entrerà a breve in funzione un grande impianto di produzione di BYD, colosso delle auto elettriche nel mirino anche dell’Unione Europea. Ed è già attivo il gigante delle telecomunicazioni Oppo, che non è escluso possa entrare in futuro nel mirino di Trump come già in passato è accaduto a ZTE prima e Huawei poi.
La Cina è il principale partner commerciale del Brasile. Tra il 2003, il primo anno della presidenza di Lula, e il 2023, il commercio tra le due nazioni è aumentato da 6,6 miliardi di dollari a 157,5 miliardi di dollari. Le esportazioni brasiliane verso la Cina sono ora quasi il triplo di quelle verso gli Stati Uniti, il secondo partner commerciale del Brasile.
4 dicembre 2024