Strage nel deposito Eni di Calenzano
Ennesimo eccidio di lavoratori: 2 morti, 9 feriti e 3 dispersi
Comunicato del Comitato provinciale di Firenze del PMLI
Dopo appena 10 mesi dal crollo del cantiere Esselunga in via Mariti, l’hinterland fiorentino è teatro di una nuova strage. Adesso, nel momento in cui procede la conta dei morti e dei feriti causati dall’esplosione avvenuta nel deposito ENI di Calenzano, l’unica cosa certa è che ancora una volta sono gli operai che perdono la vita sul posto di lavoro.
Da gennaio le morti sul lavoro denunciate sono 890, il che fa capire che nella realtà, attraverso i meandri del lavoro nero, il bilancio reale è senz’altro più grave.
Grave è anche la responsabilità di chi ha ignorato i numerosi allarmi lanciati sulla pericolosità del sito di stoccaggio di Calenzano, non ultimo dei quali quello di Medicina Democratica nel 2020, così come gravi sono state anche le dichiarazioni delle istituzioni, capaci negli anni solo di minimizzare il rischio di incidenti.
Evidentemente inadeguata è stata anche l’attività dell’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, che aveva controllato lo stabilimento lo scorso anno, senza rilevare difformità che richiedessero misure integrative di sicurezza.
Oltre ai morti che dobbiamo piangere oggi e ai feriti, il capitalismo con i suoi attori principali e la complicità fattiva delle istituzioni e degli organismi di controllo, è responsabile anche delle morti silenziose ma altrettanto importanti e delle sofferenze di quella parte di popolazione che subisce le conseguenze dell’inquinamento atmosferico direttamente legato agli idrocarburi. Spiccano infatti i dati che certificano la mortalità in eccesso sia a Calenzano che a Sesto Fiorentino per malattie dell’apparato respiratorio e per tumore del polmone.
La nostra solidarietà va naturalmente alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie. La magistratura accerterà le responsabilità nell’ambito ristretto della legge borghese; ma per quanto riguarda la legge di classe, noi sappiamo bene quali sono le cause che stanno alla radice di questa mattanza come di tutte le altre che si susseguono con una sadica regolarità nel mondo del lavoro asservito al profitto.
Anche stavolta si rinnoveranno a centinaia gli appelli alla sicurezza, alle sanzioni a coloro che non applicano le misure necessarie; rivendicazioni che di certo condividiamo, ma che sono destinate a rimanere al palo, disattese e ignorate come sempre, finché non riusciremo a farla finita col capitalismo, origine di tutti i mali sociali, comprese le stragi sul lavoro come questa.
Partito marxista-leninista italiano
Comitato provinciale di Firenze
Firenze, 9 dicembre 2024