Roma
Fallito il tentativo della preside e di Valditara di “liberare” il liceo Virgilio

È miseramente fallita la contromanifestazione messa in scena il 2 dicembre dalla preside del liceo Virgilio di Roma, Isabella Palagi, la quale, col pieno appoggio e solidarietà del ministro fascioleghista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara, aveva convocato un “sit in di protesta silenziosa” per mettere fine all'occupazione dell'Istituto attuata dagli studenti il 29 novembre per protestare contro il governo Meloni: “che con la legge di Bilancio del 2025 riduce ulteriormente l’organico scolastico”; contro “l'autoritarismo scolastico e il ddl Sicurezza”; per rivendicare “più spazi” e “fondi scolastici” e per “solidarizzare con il popolo palestinese”.
Nonostante la precettazione di tutto il corpo docente e personale Ata e l'invito a partecipare esteso a tutti i genitori attraverso il registro elettronico, alla “manifestazione silenziosa”, indetta provocatoriamente sotto gli uffici della prefettura di Roma in Piazza Santi Apostoli per “riavere indietro la scuola”, hanno preso parte meno di trenta persone.
In una nota il ministro Valditara ha vergognosamente definito la contromanifestazione un “segnale di grande importanza civile ed educativa”, ha attaccato il diritto di espressione degli studenti descrivendo le occupazioni come uno “stanco, illegittimo e dannoso rito” e nel pomeriggio addirittura ha telefonato alla preside per esprimerle la propria solidarietà.
Al contrario di quanto speravano Palagi e Valditara la stragrande maggioranza dei genitori hanno disertato la “contromanifestazione” e si sono schierati al fianco degli studenti sottoscrivendo un documento di protesta contro la preside in cui fra l'altro sottolineano che “non prenderemo parte alla manifestazione silenziosa di lunedì 2 dicembre. Rispettiamo l’autonomia degli studenti che vogliono esprimere la loro libertà di pensiero nella scuola. Non riteniamo che un sit-in organizzato con queste modalità sia uno strumento di dialogo”.
Mentre gli studenti, riuniti in assemblea insieme ai genitori, hanno ribadito che: “l'occupazione è un atto politico che la preside vuole svuotare totalmente. Abbiamo momenti di confronto cui chiediamo a tutti di venire, la scelta di occupare nasce da una assemblea partecipata che si è espressa nella quasi totalità a favore dell'occupazione. Chiunque avesse voluto bloccarla avrebbe potuto benissimo venire a scuola a votare contro. La preside vuole dividerci ma non ci riuscirà... Questa preside non ci ascolta, non c'è mai. Non ci permette di fare nulla, ci ha vietato assemblee che parlino di Palestina, pretende di poter scegliere anche gli ospiti che invitiamo nei convegni che promuoviamo dentro la scuola”.
Già l'anno scorso la preside Palagi si era laureata campione della crociata contro le occupazioni ricevendo anche in quel caso il plauso di Valditara perché dopo un’occupazione durata 14 giorni convocò in una sorta di maxiprocesso tutti gli studenti protagonisti della mobilitazione infliggendo a circa 500 di loro centinaia di sospensioni e chiedendo a tutte le famiglie di versare un contributo di 20 euro per riparare i danni causati dagli studenti. Fondi, riferiscono i genitori, di cui non vi è mai stata una rendicontazione per sapere come siano stati spesi.
Nell'esprimere totale solidarietà e sostegno agli studenti del Virgilio, il settimo liceo occupato a Roma dall'inizio dell'anno dopo il Gullace, Pilo Albertelli, Enzo Rossi, Plinio Seniore, Cavour e il Visconti, auspichiamo che il movimento studentesco alzi il tiro della protesta e estenda la sua lotta anche contro il disegno di legge governativo per la “Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati” approvato dalla Camera in via definitiva il 25 settembre scorso, attraverso cui Valditara e il governo neofascista Meloni vogliono imporre un ulteriore giro di vite fascista ai diritti e alle rivendicazioni degli studenti con l'obiettivo di criminalizzare le lotte del movimento studentesco e reprimere ogni forma di dissenso politico e civile nelle scuole. Un ddl che istiga apertamente i dirigenti scolastici a impugnare con decisione il manganello giudiziario e disciplinare per colpire con le sospensioni, le multe e le denuncie, il voto in condotta e la bocciatura le studentesse e gli studenti “sediziosi” e “indisciplinati” che promuovono scioperi e occupazioni degli istituti e osano mettere in discussione le istituzioni, gli ordinamenti e gli insegnamenti scolastici borghesi.
Una lotta irrinunciabile da parte di tutto il movimento studentesco contro una scuola punitiva, militarizzata e gerarchizzata che impone “merito” “ordine”, “disciplina” e “sicurezza” a tutti i livelli di istruzione col chiaro intento di irregimentare e imbrigliare gli studenti nella scuola capitalista, neofascista, classista, aziendalista, e autonomista.
Auspichiamo che il movimento studentesco prenda esempio dalle grandi lotte del Sessantotto e del Settantasette e scenda compatto e unito nelle piazze di tutta Italia per spazzare via il governo neofascista Meloni e il ddl Valditara.
Perché allora come oggi, il voto di condotta costituisce lo strumento politico usato dall'amministrazione scolastica più reazionaria per punire, reprimere, intimidire, isolare e discriminare gli studenti e le studentesse più attivi.
A confermarlo è lo stesso ministro fascioleghista Valditara il quale ha sempre indicato nel Sessantotto “la causa di tutti i mali della scuola” attribuendo invece alla “punizione e all'umiliazione dello studente un valore altamente educativo”.
Esattamente come Mussolini che negli anni Venti affidò al filosofo del fascismo Giovanni Gentile il compito di elaborare “la più fascista delle riforme” e coniò lo slogan “libro e moschetto fascista perfetto” per assoggettare l’istruzione pubblica, gli studenti di ogni ordine e grado e tutto il personale docente, tecnico e amministrativo al controllo diretto del Partito Nazionale Fascista e agli interessi del padronato e dell'imperialismo italiani.

11 dicembre 2024