Putiniani incalliti e pacifisti in buona fede firmano assieme un documento contro la Resistenza ucraina
Elena Basile, Ginevra Bompiani, Roberta De Monticelli, Alessandro Di Battista, Domenico Gallo, Raniero La Valle, Lea Melandri, Tomaso Montanari, Luisa Morgantini, Moni Ovadia, Vauro, Alex Zanotelli sono tra i firmatari di un documento contro la Resistenza ucraina che si oppone all'aggressore russo.
Nel documento, apparso con evidenza sul Fatto
del 3 dicembre scorso, si legge: “La risoluzione sull'Ucraina votata il 28 novembre dal Parlamento europeo è una dichiarazione di guerra che ci precipita nella catastrofe. Siamo sempre più in pericolo. Armare e ancora armare l’Ucraina per perseguire una vittoria impossibile attraverso la sconfitta e l’umiliazione della Russia. È questa la folle sfida rilanciata, dopo tre anni di ferro e fuoco che sono costati l’inutile sacrificio di centinaia di migliaia di giovani ucraini mandati al massacro, e di impoverimento verticale dei cittadini europei. La Risoluzione elenca, come comandamenti, i punti della missione da compiere, in nome della salvezza dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. Noi, ancora e ancora paladini del bene contro il male. Il macabro documento istiga a colpire la Russia in profondità con missili a lungo raggio, come se ciò non comportasse lo scontro diretto fra Nato e Russia, coinvolgendo i popoli europei nel fuoco di una nuova guerra mondiale... Le istituzioni europee hanno tradito la ragione d’essere dell’Europa, quella di assicurare un futuro di pace ai suoi popoli nella condivisione di un medesimo destino. I rappresentanti che siedono in Parlamento hanno deciso di prometterci distruzione e morte, votando a favore della Risoluzione.
Politici senza vergogna che rivendicano fieramente, petto in fuori, la loro scelta. L’opinione pubblica deve sapere, deve essere messa in condizione di chiedere conto ai partiti politici dei voti dati contro il bene dei popoli europei. Deve chiedere conto di quanto dolore e sangue comportino queste scelte scellerate. Non possiamo tacere e non taceremo
”.
Questo documento vede accomunati incalliti putiniani come l'ex ambasciatrice Elena Basile a pacifisti in buona fede come il rettore dell'università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, quantunque mossi da interessi, principi, finalità e speranze contrastanti. I primi, sfacciatamente e vergognosamente prezzolati da Putin, sostengono da sempre che non c'è mai stata un'aggressione e invasione russa dell'Ucraina, perché quei territori apparterrebbero storicamente all'impero russo, e che semmai la Russia avrebbe semplicemente risposto alla guerra cominciata molto tempo prima dall'imperialismo occidentale, accusato di aver spinto il popolo ucraino a sottrarsi alla soffocante tutela egemonica russa. I secondi, animati dalla ricerca della pace a ogni costo, aborrono la guerra, rifiutano per principio di impugnare le armi se si tratta sia di una guerra giusta, di resistenza all'invasore, sia di una guerra ingiusta e brutale condotta per opprimere e schiacciare un popolo che ha l'unico torto di non arrendersi alla sopraffazione e di continuare a battersi per un Paese libero, indipendente, sovrano e integrale.
Quantunque animati da nobili intenti, i pacifisti in buona fede hanno finito per cadere dalla padella pacifista alla brace putiniana, avvalorando l'aberrante tesi secondo cui la vittoria della Resistenza ucraina equivarrebbe alla “sconfitta e umiliazione della Russia
” e sarebbe la causa degli ultimi “tre anni di ferro e fuoco che sono costati l’inutile sacrificio di centinaia di migliaia di giovani ucraini mandati al massacro
”. Eppure l'umiliazione della Russia avverrebbe solo se essa fosse costretta a rinunciare a fette di territorio e finisse sotto tutela dell'imperialismo straniero, non certo se si ritira dai territori ucraini invasi grazie a una preponderante e micidiale superiorità militare.
Troviamo agghiacciante l'idea che attribuisce la carneficina di questa guerra alla Resistenza ucraina, che ha l'unica colpa di prolungarla fino alla cacciata degli aggressori, e nulla dice su chi e perché l'ha scatenata. Un'idea che cancella il diritto del popolo ucraino alla difesa e all'autodeterminazione mettendo sullo stesso piano aggressore e aggredito e dando la colpa dello scoppio di un eventuale conflitto mondiale a chi sostiene la Resistenza ucraina, dimenticando che il conflitto è iniziato con l'invasione russa e che la Resistenza ucraina non può essere colpevolizzata ed equiparata all'aggressore nazizarista, non si può dire che cessando di sostenerla e lasciando mani libere a Putin i popoli europei starebbero meglio, senza morte e distruzione.
La vittoria di Putin rappresenterebbe la fine della libertà e dell'indipendenza del popolo ucraino senza contare che le mire espansionistiche e guerrafondaie della Russia si sposterebbero su gli altri paesi dell'ex impero socialimperialista sovietico, Georgia docet, quindi non è vero che attraverso una politica di concessioni si allontanerebbe la minaccia di una nuova terrificante guerra imperialista mondiale, semmai è vero il contrario come lo fu nel 1938 per la Germania nazista che non si accontentò delle generose e suicide concessioni di Monaco. Così come non si capisce perché sarebbe impossibile una vittoria della Resistenza ucraina e perché è da considerarsi inutile il sacrificio di chi è caduto combattendo.
Putin contava di vincere rapidamente la guerra sul modello della Blitzkrieg hitleriana, con la conseguente instaurazione di un governo fantoccio. Se ciò non è avvenuto lo dobbiamo unicamente all'eroica Resistenza ucraina, che da ormai quasi tre anni sta dimostrando che un piccolo popolo può tener testa e vincere anche quando si batte contro una superpotenza nucleare come la Russia di Putin. Non è successo altrettanto al Vietnam nei confronti dell'aggressore imperialista americano? Ed è ciò che spiega con lungimiranza Mao: "Se una cosa è grande, non bisogna averne paura. Ciò che è grande è destinato a essere rovesciato da ciò che è piccolo, e questo diventerà grande... Chi dispone di forze esigue, ma è legato al popolo, è forte; chi dispone di forze ingenti, ma è contro il popolo, è debole… I grandi e potenti non riescono a vincere, i piccoli e deboli finiscono sempre per vincere… Tutta la storia, la storia di alcuni millenni della società umana divisa in classi conferma questo assunto: i forti devono cedere il posto ai deboli… Una grande pace potrà aversi solo dopo che l'imperialismo sarà stato annientato. Verrà il giorno in cui la tigre di carta sarà distrutta. Ma essa non si distruggerà da sé saranno necessarie raffiche di vento e scrosci di pioggia.
”
Chi vuole la vera pace e non una capitolarda riappacificazione tra l'aggredito e l'aggressore deve sostenere la Resistenza che si batte per l'Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale. Solo così è possibile una pace giusta. E questo lo diciamo non ai putiniani prezzolati, irrecuperabili quanto i vari Lavrov o Peskov, ma ai tanti pacifisti in buona fede alla ricerca di una qualche scorciatoia alla pace e agli antimperialisti illusi che dimostrando ragionevolezza e toni concilianti col nazizarista Putin si possa rabbonirlo e allontanare la minaccia di una nuova catastrofica guerra imperialista in Europa e nel mondo intero. Mentre è vero proprio il contrario.
18 dicembre 2024