Accusato di aver aggredito e ferito un poliziotto nel corso della manifestazione del 5 ottobre a Roma
Ingiusta condanna dell'attivista pro Palestina a due anni di reclusione
Lovisolo: “Continuare a lottare”
Lo scorso 5 ottobre nel piazzale Ostiense a Roma, al termine della manifestazione pro Palestina, la polizia caricò a manganellate i manifestanti e al termine dei quali furono arrestati quattro attivisti, uno dei quali, il ventiquattrenne marchigiano Tiziano Lovisolo di Monteprandone (AP) è stato condannato il 10 dicembre dal collegio della quarta sezione penale del Tribunale di Roma, con rito abbreviato, a due anni di reclusione per i reati di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Il Tribunale ha anche disposto la cessazione degli arresti domiciliari, che gravavano sull'attivista dal momento dell'arresto, e la sospensione condizionale della pena, ma gli ha interdetto l'ingresso nel territorio del Comune di Roma per un anno.
I fatti per i quali Lovisolo è stato condannato riguardano il pestaggio e il ferimento, durante gli scontri, di un poliziotto che riportava una leggerissima lesione al bacino, accuse che sono state decisamente e costantemente respinte dall'attivista marchigiano, che si è sempre dichiarato totalmente estraneo a tali fatti e ha categoricamente negato di aver partecipato alle violenze.
La professione di innocenza di Lovisolo è peraltro provata al di là di ogni dubbio da un filmato realizzato dalla Ong francese Index e prodotto in Tribunale, nel quale si vede chiaramente che il giovane si trovava al centro della prima carica della polizia e, cercando di divincolarsi dalla calca per fuggire dalla zona degli scontri, veniva afferrato dal poliziotto. Nel video si vede che il poliziotto ferito e Lovisolo scivolavano a terra perché l'asfalto era già bagnato a causa dell'acqua spruzzata dagli idranti utilizzati contro i manifestanti, mentre un altro manifestante sferrava un calcio sul bacino del poliziotto, che era a terra. Lovisolo, che era a terra insieme al poliziotto ferito al bacino, veniva comunque manganellato da un altro poliziotto, il quale insieme a un suo collega lo prelevava e portava via, arrestandolo. Nonostante la chiarezza del filmato, però, il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità di Lovisolo per fatti ai quali egli è totalmente estraneo, evidentemente perché comunque la magistratura, in combutta con i corpi di polizia, reclama comunque una condanna simbolica, che sia di monito agli attivisti.
Tale vicenda giudiziaria, già squallida in sé perché un innocente è stato ingiustamente condannato, è ancora più grave se messa in relazione con la scandalosa gestione dell'ordine pubblico
da parte delle forze di polizia quel 5 ottobre, come ha evidenziato la difesa di Lovitolo riportando un rapporto pubblicato da Amnesty International, che era presente in piazza con i propri osservatori: nel documento si parla di “gravi violazioni dei diritti umani”
riguardo alla gestione dell’ordine pubblico da parte della polizia di Stato, e la magistratura anziché occuparsi di tali violazioni ha colpito indiscriminatamente nel mucchio condannando deliberatamente e coscientemente la persona sbagliata.
“L’invito che faccio a tutti e anche a me stess
o – ha affermato il giovane attivista dopo la lettura della sentenza - è quello di continuare a lottare”.
Il PMLIo è al fianco di Tiziano, insieme al suo organo Il Bolscevico
, esprimendogli una grande solidarietà militante per la sua doppia lotta, una personale per il ristabilimento della verità dei fatti in relazione alle accuse false che gli sono state mosse, e una collettiva, perché questo attivista è l'esempio vivente del fatto che anche la repressione giudiziaria e poliziesca fondata sulla menzogna non fiacca e non indebolisce chi lotta per una giusta causa, quello dell'intera Palestina finalmente libera dall'oppressione e occupazione militari sioniste.
18 dicembre 2024