In concomitanza con la caduta di Assad
La Turchia aggredisce il cantone curdo di Manbij
Strage di civili nelle campagne di Manbij, Ain Issa e Kobane

“In Siria stiamo vivendo momenti storici, in quanto assistiamo alla caduta del regime autoritario di Damasco. Questo cambiamento rappresenta un’opportunità per costruire una nuova Siria basata sulla democrazia e sulla giustizia che garantisca i diritti di tutti i siriani”, ha dichiarato il comandante generale delle Forze siriane democratiche Mazloum Abdi in seguito alla caduta di Bashar al-Assad. In tutto il nord-est del paese governato dai curdi una folla festante ha salutato la fine di trent’anni di oppressione del partito Ba’ath. I festeggiamenti però non sono durati molto, mentre Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) raggiungeva le porte di Damasco, infatti, il 6 dicembre l’Esercito nazionale siriano (SNA), foraggiato dal regime turco ha lanciato un’offensiva volta ad occupare Manbij, città parte dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord Est dal 2016.
“Vogliamo risolvere i problemi con la Turchia attraverso il dialogo ma c’è una minaccia per il cantone di Manbij e siamo pronti a difendere la nostra gente” aveva dichiarato appena poche ore prima Abdi, nel corso di una lunga conferenza stampa. Al contrario di quanto avvenuto a Tall Rifaat e Shebah, il Consiglio Militare di Manbij ha preso la decisione di resistere ad oltranza agli attacchi che si sono succeduti incessantemente su tre fronti da parte dei miliziani del SNA con il supporto di aerei e droni turchi che, colpendo anche in aree lontane dagli scontri, hanno provocato almeno 24 vittime civili in tre diversi raid sulle campagne di Manbij, Ain Issa e Kobane. “Noi chiediamo alla comunità internazionale di agire e fermare l’aggressione della Turchia”, ha scritto su X Elham Ahmad, copresidente del Dipartimento delle relazioni estere del cantone curdo, mentre la Turchia, per voce del ministro degli Esteri Fidan ha dichiarato che “Qualsiasi estensione del PKK non può essere considerata una parte legittima nei negoziati in Siria”, ribadendo la posizione del governo di Erdogan che non fa differenza tra Amministrazione autonoma, SDF e Partito dei lavoratori del Kurdistan. Gli scontri tra le forze filo-Ankara e filo-curde hanno provocato 218 morti in tre giorni nel nord della Siria, come riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH).
L’11 dicembre le forze filo-curde hanno annunciato una tregua sotto l'egida USA con i combattenti filo-turchi. Auspichiamo ora un accordo politico tra il nuovo governo siriano e i curdi. In ogni caso l’esistenza e l’integrità del Rojava, Manbij e Afrin, cantoni curdi nel nordest del paese, è fuori discussione.

18 dicembre 2024