Lettera a un giovane dirigente della FGCI di Orvieto
Scuderi: Che il pensiero di Mao orienti la vita e le lotte dei giovani del Duemila

Pubblichiamo qui di seguito la risposta scritta dal compagno Giovanni Scuderi a una lettera che un giovane dirigente della Fgci di Orvieto aveva inviato al Segretario generale del PMLI in occasione dell'8° anniversario della scomparsa di Mao.

 

Carissimo compagno Fabio,
con grande piacere ho ricevuto e letto la tua importante lettera del 15 scorso.
Le tue toccanti parole di rispetto, ammirazione e riconoscenza verso il presidente Mao e il tuo fermo impegno a difenderlo dagli attacchi dei revisionisti moderni rappresentano un potente incoraggiamento per me e per tutti i militanti del PMLI, poiché il suo pensiero, assieme a quello di Marx, Engels, Lenin e Stalin, costituisce il fondamento ideologico e teorico del nostro Partito.
Mao infatti non è stato solo il padre della nuova Cina, ma anche colui che ha impostato e iniziato l'epica lotta contro il revisionismo moderno - tuttora in corso -, che ha arricchito e sviluppato in tutti i campi il marxismo-leninismo, che ha dato un contributo straordinario alla teoria e alla pratica della rivoluzione e della costruzione della società socialista, che ha incoraggiato, ispirato e sostenuto con tutte le sue forze l’avanzata della rivoluzione mondiale e la formazione di nuovi partiti marxisti-leninisti.
Se non ci fosse stato Mao il movimento operaio internazionale non avrebbe preso coscienza della natura, dei caratteri, dei metodi e degli scopi del revisionismo moderno, il marxismo- leninismo non avrebbe raggiunto uno sviluppo adeguato alla lotta di classe dei tempi d'oggi, l'imperialismo americano e il socialimperialismo sovietico avrebbero avuto campo libero, i marxisti-leninisti sarebbero ancora in balia dei revisionisti e in Italia non sarebbe certamente nato il PMLI.
La tua lettera, traboccante di sentimenti proletari rivoluzionari e internazionalisti, è insieme una straordinaria testimonianza di quanto ancora oggi, a distanza di 8 anni dalla sua scomparsa, Mao continui a parlare alla mente e al cuore dei rivoluzionari italiani, e della naturalezza con cui i giovani che aspirano ardentemente al socialismo riconoscono in questo grande maestro del proletariato internazionale la loro guida e il modello ideale di marxista-leninista.
In effetti Mao ha avuto sempre un rapporto particolare con i giovani in tutte le fasi della rivoluzione cinese, specialmente nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria. In essi riponeva le sue maggiori speranze per le sorti e l’avvenire della rivoluzione cinese e mondiale. I giovani amavano molto Mao e lo seguivano a milioni, mai nella storia infatti un leader politico ha avuto un seguito giovanile di tali dimensioni e diffuso in tutto il mondo. Per i giovani rivoluzionari dei cinque continenti era naturale stringersi attorno a Mao perché il suo pensiero è il concentrato di quanto l'umanità progressista abbia prodotto fin qui, ed anche perché egli era un compagno incorruttibile e coerente, un amico fidato e sincero, un capo esperto e lungimirante, un maestro nell'arte di organizzare, educare e dirigere le masse nella rivoluzione e nella costruzione del socialismo. Egli era insomma il simbolo vivente della rivoluzione e del socialismo in marcia e trionfanti, il prototipo del rivoluzionario che ogni giovane cosciente e avanzato vorrebbe essere.
Mao è staio la bandiera dei giovani rivoluzionari italiani del '68, ed io sono certo che sarà anche la bandiera delle nuove generazioni. I giovani d'oggi, man mano che verranno a conoscenza del PMLI e entreranno in contatto con esso, scopriranno che solo il marxismo-leninismo pensiero di Mao è in grado di dare una risposta ai loro problemi e aspirazioni e indicare uno sbocco certo e progressivo al loro avvenire.
Chi altri infatti al di fuori dei grandi maestri del proletariato internazionale può dire qualcosa alle generazioni del 2000? Non certo Craxi che è passato dall'altra parte della barricata, e nemmeno chi, travestito da comunista, sta ripercorrendo la stessa strada degli antichi revisionisti.
La pratica dimostra che chi si disancora dal marxismo-lenmismo-pensiero di Mao e rinnega la via dell'Ottobre inevitabilmente va a finire nelle grinfie del capitalismo, e una volta giunto al governo diventa un cane da guardia degli interessi della borghesia. Non è forse questo ciò che è accaduto nei paesi un tempo socialisti? E non di meglio è quello che è sotto i nostri occhi guardando alla presidenza di Craxi e alla misera fine del cosiddetto "governo delle sinistre" in Francia. Dai fatti appare chiaro come il sole che il revisionismo è in totale antitesi col marxismo, è nient’altro che ideologia borghese spacciata per socialismo per ingannare e corrompere le masse proletarie.
Stando così le cose, e non vedendo per il proletariato, i contadini, i giovani, le donne, gli anziani, gli intellettuali del popolo e tutte le masse lavoratrici anticapitalistiche alcun avvenire in termini di libertà, democrazia, lavoro e giustizia sociale perdurando questa società, noi ancor più di ieri siamo convinti che l’unica via di salvezza sia quella indicata da Mao, e cioè la rivoluzione socialista. Altrimenti è impossibile che il proletariato abbia il potere politico e che venga distrutto di sana pianta l'attuale ordinamento economico, statale, istituzionale, giuridico, culturale e morale, un sistema sociale che genera incessantemente non solo sfruttamento, oppressione, fascismo, disoccupazione e guerra ma anche P2, massoneria, mafia, camorra, ’ndrangheta, droga, corruzione, malcostume, emarginazione sociale dei giovani, degli anziani e dei più deboli e discriminazione e subordinazione della donna.
Capisco ciò che comporta nella pratica entrare in quest'ordine di idee, ma se vogliamo fare come Mao dobbiamo rompere con la mentalità dominante, spezzare i miti della democrazia borghese, ripulirci dal revisionismo. Tutto ciò che è di inciampo alla rivoluzione e all'emancipazione del proletariato deve essere spazzato via e combattuto, mentre tutto ciò che è nuovo, progressivo e si muove nel senso della storia deve essere acquisito rapidamente e trasformato in lotta rivoluzionaria. E questo senza aspettare che altri lo facciano prima di noi, o che chi ci sta intorno capisca contemporaneamente a noi ciò che abbiamo già afferrato e ci sollecita a cambiare orientamento e a trasformare la nostra vita politica, sociale e personale. Mao non ha aspettato certo che tutti i cinesi fossero comunisti. Quando ha capito che cosa bisognava fare si è messo subito all'opera. e insieme ad altri 11 compagni ha fondato il Partito comunista.
La conoscenza della teoria rivoluzionaria, assieme all’altro elemento fondamentale rappresentato dalla partecipazione attiva e su posizioni di avanguardia alla lotta di classe, è assolutamente necessaria per la trasformazione della nostra concezione del mondo e per avere una pratica sociale veramente rivoluzionaria. Ma non si può in poche nottate, immergendosi nello studio dei "sacri testi", capovolgere la nostra vecchia mentalità e disfarsi del tutto delle idee revisioniste. L'importante è progredire, un passo dietro l’altro nello studio delle opere di Mao e degli altri grandi maestri del proletariato internazionale mettendo via via in pratica i loro insegnamenti. Solo cosi saremo dei discepoli coscienti e preparati di Mao, dei rivoluzionari conseguenti, dei combattenti di prima linea, dei nemici acerrimi e agguerriti del revisionismo. Lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao non deve essere un fatto culturale ma politico, non dobbiamo appropriarci della scienza della rivoluzione per insegnarla da dietro una cattedra ma per viverla, per utilizzarla al fine di cambiare le sorti dell'Italia, di uscire dalle tenebre del capitalismo ed entrare nella luce del socialismo.
Tu dici: "Mao Zedong è fisicamente morto, ma le sue idee di speranza nei giovani, soprattutto, rimangono”. È vero. I giovani sono la parte più rivoluzionaria del proletariato e della società più sensibili alle idee d'avanguardia, i più generosi nella lotta contro le idee retrograde e oscurantiste, le ingiustizie sociali, il governo borghese, l’imperialismo, il colonialismo, il razzismo, l'egemonismo e il revisionismo. Essi non temono sacrifici, privazioni, discriminazioni, persecuzioni e repressioni ed anche la morte per tenere fede agli ideali socialisti. Pure noi abbiamo una grande fiducia verso la nostra magnifica gioventù, e quindi anche in te che ne sei un elemento di avanguardia.
Siamo quindi certi che non lascerai solo il PMLl a difendere gli insegnamenti, le opere e la figura di Mao e che unirai le tue forze alle nostre perché trionfi il marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo moderno e il socialismo sul capitalismo nella tua città e in tutta Italia.
Caro compagno Fabio, continuiamo a tenerci m contatto, aiutiamoci reciprocamente a rimanere fedeli agli ideali del presidente Mao, uniamo le nostre mani e assieme alziamo ben in alto la bandiera rossa del socialismo. Un giorno altre mani, milioni di mani, di operai e di giovani che come te avranno preso coscienza della forza e del valore del pensiero di Mao si uniranno alle nostre e allora non ci sarà più scampo per il capitalismo e per la barbarie. E l'Italia sarà vostra, di voi giovani del Duemila.
Fraternamente, un caloroso saluto da compagno a compagno.
 
Giovanni Scuderi
Firenze. 19 settembre 1984

29 dicembre 2024