Medici Senza Frontiere
“Gaza è una trappola mortale”
Israele deve fermare i suoi attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e i suoi alleati devono agire subito per proteggere le vite dei palestinesi e agevolare il flusso degli aiuti umanitari

I ripetuti attacchi militari di Israele contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, il soffocante assedio e la negazione sistematica dell’assistenza umanitaria stanno distruggendo la vita a Gaza anche secondo la denuncia contenuta nel nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere dal titolo “Gaza è una trappola mortale”, rilasciato lo scorso 19 dicembre.
Il rapporto si aggiunge quale ulteriore prova a quelli di altre organizzazioni umanitarie e dell'Onu che operano nei territori palestinesi occupati alla denuncia che i sionisti hanno impedito l’ingresso nella Striscia di beni essenziali come cibo, acqua e forniture mediche, oltre a bloccare, negare e ritardare l’assistenza umanitaria; hanno sfollato con la forza quasi 2 milioni di profughi, il 90% dell’intera popolazione della Striscia; hanno distrutto più della metà dei 36 ospedali di Gaza e ridotto al collasso il sistema sanitario. Denuncia il rapporto che “da ottobre 2023 a ottobre 2024, solamente il nostro staff ha subito 41 attacchi e incidenti violenti, tra cui attacchi aerei, bombardamenti e incursioni violente nelle strutture sanitarie, fuoco diretto sui rifugi e sui convogli dell’organizzazione, detenzione arbitraria di colleghi da parte delle forze israeliane”, una azione deliberata che rappresenta un crimine di guerra.
La popolazione palestinese soffre per le lesioni causate dal conflitto e per le malattie croniche aggravate dall’impossibilità di accedere ai servizi sanitari e ai farmaci essenziali e perché costretta dagli occupanti sionisti a vivere in condizioni insostenibili e antigieniche, dove le malattie possono diffondersi rapidamente, ha verificato MSF. Inoltre ci sono i bambini che non stanno ricevendo vaccinazioni cruciali e sono esposti a malattie come il morbillo e la poliomielite mentre crescono i casi di malnutrizione.
“Le autorità israeliane hanno ridotto drasticamente la quantità di aiuti essenziali autorizzati ad entrare nel nord e a ottobre 2024, i rifornimenti che hanno raggiunto l’intera Striscia di Gaza hanno raggiunto la quantità più bassa dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023: a ottobre 2024 sono entrati in media 37 camion di aiuti umanitari al giorno, cifra ben al di sotto dei 500 camion umanitari che entravano prima del 7 ottobre 2023”, un blocco di fatto degli aiuti quello registrato da MSF. Senza contare che parte dei camion che entrano a Gaza sono depredati da bande organizzate e coperte dai soldati sionsiti.
Quasi un anno fa, il 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto “misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria essenziali per affrontare le condizioni di vita avverse dei palestinesi nella Striscia di Gaza”, ricorda il rapporto di MSF, ma “Israele non ha intrapreso alcuna azione significativa per rispettare l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia. Al contrario, le autorità israeliane continuano a impedire attivamente a MSF e altre organizzazioni umanitarie di fornire assistenza salvavita alle persone intrappolate dall’assedio e dai bombardamenti”. Perciò MSF chiede “un accesso immediato e sicuro al nord di Gaza per consentire la consegna di aiuti umanitari e forniture mediche agli ospedali”. E “mentre continuiamo a fornire cure salvavita nella zona centrale e meridionale di Gaza, chiediamo a Israele di porre fine all’assedio sul territorio e di aprire i valichi via terra, compreso il valico di Rafah, che sono vitali per consentire un massiccio aumento degli aiuti umanitari e medici”.
Christopher Lockyear, Segretario generale di MSF, nel presentare il rapporto aveva
evidenziato che i palestinesi “a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c’è via d’uscita da questa enclave distrutta. La recente offensiva militare nel nord della Striscia è un chiaro esempio della guerra brutale che le forze israeliane stanno conducendo a Gaza e stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati. Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio. Pur non avendo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso – tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti – sono innegabili”. E aggiungeva che “per più di un anno, il nostro personale medico a Gaza è stato testimone di una campagna implacabile da parte delle forze israeliane, caratterizzata da distruzione, devastazione e disumanizzazione di massa. I palestinesi sono stati uccisi nelle loro case e nei reparti ospedalieri. Sono stati sfollati con la forza più volte in aree che non sono né sicure né salubri. Le persone non riescono a trovare nemmeno i beni di prima necessità, come cibo, acqua pulita, medicine e sapone nel bel mezzo di un assedio punitivo e di un blocco degli aiuti”. Chiedendo infine “un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari”, che “Israele fermi i suoi attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e i suoi alleati devono agire subito per proteggere le vite dei palestinesi e rispettare le regole della guerra”.

8 gennaio 2025