Lettere
Piacevole e ricca la lettura de “Il Bolscevico” 2025
Grazie carissimi compagni del PMLI.
Ho trovato piacevole leggere il nuovo numero de Il Bolscevico
del 2025. L'ho trovato interessante ricchissimo di notizie politiche importantissime.
I 4 articoli che hanno colpito maggiormente la mia attenzione sono quello sul Rojava, quello degli omaggi a Stalin da tutto il mondo, quello della manovra che non dà risposta alle masse che non arrivano a fine mese, e quello su Gaza e i nuovi massacri nazisionisti.
Ancora buon anno rivoluzionario.
Giovanni - provincia di Sassari
“Il Bolscevico” tenga sempre ben alte le bandiere rosse del PMLI, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, del socialismo e della rivoluzione proletaria
Visto che è uscito il primo numero dell'incipiente anno solare (de Il Bolscevico
) dedicato a Mao e al suo pensiero, approfitto per fare alcune osservazioni sul testo "On the Juche idea" di Kim Jong-il.
Giustamente nel n. 1/2025 del settimanale del PMLI, come nei discorsi dello stimato Maestro Scuderi e in vari articoli pregressi, si sottolinea che il marxismo-leninismo riassume i principi universali di una teoria e pratica rivoluzionaria da applicare in ogni Paese, tenendo conto della specificità di ciascuno Stato e degli accorgimenti funzionali al contesto in cui si opera. Questi arricchimenti, d'altronde attribuibili anche al PMLI nel contesto italico, non vanno certamente a modificare i principi cardine del marxismo-leninismo. Non a caso, l'unica eccezione, che conferma la regola, vale per il Gran Timoniere e giustamente parliamo di marxismo-leninismo-pensiero di Mao. In questa prospettiva, le opere filosofiche "Sulla pratica" (luglio 1937), "Sulla contraddizione" (agosto 1937), "Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo" (27 febbraio 1957), "Da dove provengono le idee giuste" (maggio 1963) rappresentano un'integrazione dei principi universali del marxismo-leninismo.
Non si riesce onestamente a capire che cosa Kim Jong-il e suo padre avrebbero aggiunto di nuovo, tanto da considerare il Juche come uno stadio più evoluto ed attuale del DIAMAT o, ad essere più precisi, della storia sociale. In fin dei conti, mettere al centro l'uomo, ritenerlo padrone di ogni cosa e considerarlo un essere sociale dotato di indipendenza, coscienza e creatività, non mi sembra che apporti nulla di nuovo al marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Sembra che si tratti più di un recupero del nostro pensiero rinascimentale che di ciò: "The revolutionary world outlook of the working class had been established by Marxism for the first time, and it was developed by the Juche idea onto a new, higher plane for its perfection".
Non a caso, Kim Il Sung, citato in Kim Myong Suk, Echi del XX secolo, Pyongyang 2014, affermava: "Noi non giudichiamo negativamente la dottrina confuciana nella sua interezza. Non tolleriamo le vedute estremiste che contrappongono il confucianesimo alle idee socialiste e ne affermano l’incompatibilità con l’etica socialista".
Ergo, non dovrebbe stupire che il Juche prenda atto della fondamentale disuguaglianza tra gli uomini, che va al di là della condizione economica, e la reputi dunque insanabile, se non facendo ricorso ad una sorta di 'concordia ordinum'. In aggiunta a ciò, saltare a piè pari il pensiero del Gran Timoniere appare paradossale, anche alla luce del fatto che il Juche deve proprio al Maestro cinese l'importanza attribuita allo studio e alla sovrastruttura o meglio al lavoro culturale, ideologico ed educativo. Sembra quasi che la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria non sia mai avvenuta e che addirittura non siano esistiti apporti essenziali da parte della Cina.
Che Il Bolscevico
tenga sempre ben alte le bandiere rosse del PMLI, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, del socialismo e della rivoluzione proletaria!
Cartesio - Napoli
Servono correttivi per i tagli ai Comuni nella legge di bilancio
C'è molta preoccupazione tra i Sindaci per i tagli agli investimenti dei Comuni, previsti nella legge di bilancio 2025. Vengono meno le risorse per i Comuni con meno di 5mila abitanti - 80mila euro due anni fa, 58mila nel 2024 - e vengono meno anche le risorse date per i Comuni in base alla dimensione, partendo da 50mila annui per i più piccoli. Tagli di circa mezzo miliardo di euro, per investimenti, destinati ai Comuni per interventi di manutenzione di edifici, messa in sicurezza del territorio, piccole opere.
Uncem, tenendosi lontana da qualsiasi volontà polemica politica, di parte o ideologica, chiede al Parlamento di intervenire individuando fondi per gli investimenti e le opere nei Comuni fino a 15mila abitanti in particolare, e con una nuova azione specifica nei Comuni con meno di mille abitanti. Una operazione che è decisiva per la tenuta istituzionale degli Enti stessi.
Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani)
15 gennaio 2025