Intervento di Erne Guidi alla Terza Assemblea nazionale della Rete Libere/i di lottare contro il ddl 1660
Bisogna creare un fronte unito il più largo possibile contro il DDL ex 1660
Compagne e compagni antifascisti,
ringrazio le compagne e i compagni del CPA di Firenze per aver organizzato e ospitato questo importante incontro. Vi porto i saluti militanti del Partito marxista-leninista italiano.
Sono passati sei mesi da quando è nata la Rete “Libere/i di lottare-Fermiamo il DDL 1660”. Un fronte unito antifascista e antigovernativo che tra i primi ha denunciato questo grave provvedimento liberticida e fascista senza precedenti, che attraverso la creazione ad hoc di nuove fattispecie di reati ed enormi aumenti di pena per i reati già esistenti, mira espressamente a criminalizzare e colpire il diritto di sciopero e le lotte sindacali, le manifestazioni antimperialiste come quelle contro il genocidio del popolo palestinese a Gaza e Cisgiordania, i movimenti di lotta per il diritto alla casa, contro il cambiamento climatico e contro le grandi opere e la devastazione ambientale, e le proteste anche non violente nelle carceri e nei centri di detenzione dei migranti. Mentre aumenta contemporaneamente la tutela delle forze repressive dello Stato borghese e le immunità dei corpi militari e dei servizi segreti.
Un atto, che ha avuto l'appendice del Daspo urbano e le "zone rosse", della stessa portata politica del codice Rocco mussoliniano, assieme al premierato, all'autonomia differenziata, alle controriforme giudiziarie, scolastiche e universitarie, all'aumento delle spese militari, al riarmo e all'ammodernamento delle Forze armate, e che consolida e completa il regime capitalista neofascista e interventista perseguito già dalla P2.
La Rete si è conquistata sul campo un grande merito politico e storico. Dal Nord al Sud del nostro Paese ha dato un importante contributo a chiarire scopi e natura del decreto cosiddetto “sicurezza”, ha organizzato e ispirato assemblee e riunioni, partecipato attivamente a manifestazioni e sit-in.
Ora con questa assemblea nazionale intende rilanciare, come si legge nell’appello che la presenta, e noi siamo perfettamente d’accordo, “la necessità di rafforzare e proseguire la battaglia contro il DDL 1660 (ora DDL 1236 nel suo iter di approvazione al Senato) e lo vuol fare insieme a chiunque vorrà stare dentro questa battaglia”, perseguendo “l'obiettivo di sviluppare una mobilitazione unitaria e coinvolgere, su queste basi, un’area della società molto più ampia di quella abitualmente coinvolta nelle proteste e nelle lotte, composta di lavoratori/lavoratrici, disoccupati/e, studenti/studentesse e persone comuni che forse intuiscono i pericoli da noi denunciati, ma ancora non si sono mosse”. Niente di più giusto, lo ripetiamo, ma allo stesso tempo rileviamo una contraddizione, quando si dice che dobbiamo unire masse sempre più larghe attorno a “tre sole e imprescindibili discriminanti” che sono sì le basi del percorso che ci hanno unito all’inizio ma che cozzano col proposito dell’allargamento del fronte antifascista e antigovernativo.
Secondo noi bisogna creare un fronte unito il più largo possibile contro il DDL ex 1660, alleandosi anche con altri soggetti sorti sullo stesso terreno come la Rete a pieno regime, non ponendo altri obiettivi che quello di fermare il suddetto provvedimento legislativo. Tutte le altre questioni, pur importanti, ad ora devono rimanere subalterne perché se il blocco del DDL è lo scopo della Rete, ciò deve rimanere anche la priorità e il collante assoluto. E se viene approvato dal parlamento dobbiamo promuovere un referendum per abrogarlo. Anche in questo caso occorrerà più che mai costruire un fronte amplissimo, non un fronte di classe, incentrato sull'obiettivo specifico del referendum. Tra la Rete libere/i di lottare e la Rete a pieno regime ci sono state e ci sono delle divergenze, è inevitabile, ma queste non dovrebbero compromettere l'alleanza e l'unità per raggiungere il comune obiettivo. Anzi dovremmo tenere in pugno l'iniziativa di questa fondamentale lotta antifascista invitando l'altra Rete a un incontro faccia a faccia per stabilire le eventuali comuni azioni. Bisognerebbe cercare di coinvolgere anche CGIL, UIL, Arci, Anpi e Libera. L’esperienza del 14 dicembre con i 100mila in piazza del Popolo è stata chiara. Quei numeri mai sarebbero stati raggiunti senza quella unità e convergenza.
Il PMLI e "Il Bolscevico", il nostro settimanale che è ben disponibile a pubblicare i documenti della Rete, sostengono pienamente gli sforzi e le iniziative della Rete libere/i di lottare a cui hanno aderito e sono impegnati a dare il massimo contributo in base alle forze di cui dispongono.
Sul punto della guerra bisogna trovare un punto d’intesa. Per noi parlare di contrarietà alla guerra in generale non fa chiarezza ideologica, politica e pratica. Ci sono guerre e guerre, di aggressione e di resistenza e di liberazione nazionale, come quella dei nazisionisti di Israele e quella del popolo palestinese, come quella della Turchia fascista o quella del popolo curdo. Dovremmo invece denunciare il pericolo di una guerra mondiale imperialista a causa principalmente delle contraddizioni tra l'imperialismo dell’Ovest e quello dell’Est per il dominio del mondo. E se scoppia questa guerra il popolo italiano dovrebbe insorgere per impedire all'Italia di parteciparvi.
Per noi valgono i princìpi che adottiamo sempre nell’ambito del fronte unito, e cioè il mettere al centro gli obiettivi comuni e un ampio contesto di unità-critica-unità, l’unico meccanismo capace di costruire, compattare e mantenere il fronte coeso e duraturo in un clima di sincerità, pari dignità e rispetto. Queste infatti sono le caratteristiche che servono a questo movimento popolare antifascista che sta cercando di costituirsi, per potersi rafforzare, procedere compatto nel tempo, e raggiungere gli obiettivi che i suoi promotori e aderenti si pongono.
Viva la terza Assemblea nazionale della Rete!
Avanti uniti contro il DDL “sicurezza” del governo neofascista Meloni!
15 gennaio 2025