Vietare i raduni dei fascisti a Acca Larentia
Basta con i saluti fascisti. Mettere fuori legge i gruppi neofascisti
Anche quest'anno nel “teatro” pubblico di via Acca Larentia a Roma, è andata nuovamente in scena la vergognosa e nera celebrazione fascista ai “camerati caduti”.
Milletrecento saluti romani accompagnati dal grido “Presente!” lanciato dai neofascisti delle più svariate organizzazioni della galassia nera provenienti da Roma, Latina, Verona, Napoli e anche dalla Francia e dall'Ungheria di Orban, hanno creato una tetra atmosfera degna di un filmato dell'Istituto Luce che infanga oltremodo la Resistenza.
Ma il problema reale di questa provocazione, così come delle innumerevoli altre apologie del fascismo che si verificano con sempre maggior frequenza, non è un “salto all'indietro” come affermano alcuni quotidiani, bensì un progetto per il futuro nelle menti dei neofascisti “eversivi” così come di quelli di governo.
L'iniziativa va evidentemente oltre la celebrazione, già di per sé grave, perché è ormai divenuta un vero e proprio “appello” rivolto dagli organizzatori a tutta la galassia nera. Stavolta – per sottolineare la portata dell'evento – erano presenti oltre ai più numerosi, anche tanti altri gruppi neofascisti minori come Lealtà e Azione, Azione Frontale e Spqr Skinhead.
Un appello che ha la sua benedizione istituzionale al mattino quando la destra ora di governo svolge la propria vigliacca commemorazione in giacca e cravatta, passandola poi nelle mani degli squadristi al calar del sole pronti, quest'ultimi, a macchiare Roma con le loro sporche braccia tese fino a tarda notte, protetti e favoriti dal cordone delle forze dell'ordine borghese e dalle istituzioni che consentono da decenni questo scempio.
A organizzare i neofascisti e i neonazisti ora è Casapound, che detiene le chiavi della sede già del MSI e poi di Forza Nuova che è meta di pellegrinaggio ogni 7 gennaio. Sede acquistata, dopo anni d’occupazione, con il contributo decisivo della Fondazione Alleanza Nazionale nel cui Cda siede anche Arianna Meloni, sorella della premier.
La complicità istituzionale che consente agibilità e protezione è sempre stata evidente, e non solo in questa circostanza. Certo che ad Acca Larentia non sfugge a nessuno di come continuino a partecipare anche alcuni “militanti” neofascisti che fino a qualche anno fa vi si recavano al pomeriggio in camicia nera, mentre oggi spuntano al mattino con le corone di fiori in mano, e tutti gli altri giorni siedono a Palazzo Chigi avendo assunto anche le più alte cariche dello Stato. Fascisti in doppiopetto che non hanno più il bisogno di tendere braccia pubblicamente perché il loro fascismo lo rendono legge, così come lo instillano e inculcano abilmente nella cultura scolastica e popolare. Basti pensare al camerata La Russa, per fare un unico, fulgido e chiaro esempio.
Acca Larentia è sempre stata “uno sfoggio di fascismo, una esibizione di forza, uno sfregio alla storia nazionale” che calpesta anche la stessa Costituzione borghese del '48 come sostiene anche il quotidiano Repubblica
, ma in particolare dall'insediamento del governo Meloni questa schifosa manifestazione ha assunto maggiore prepotenza e legittimità, passando dalla “semiclandestinità” a una celebrazione ormai definitivamente sdoganata.
Oggi la Digos si dichiara al lavoro per identificare gli autori dei saluti romani, ma è un fatto che al momento l’unico identificato è un antifascista, Marco Cardilli, reo di aver gridato “Viva la Resistenza!” diverse ore prima dell’adunata nera, mentre era circondato dalla polizia assieme ai giornalisti, tutti rinchiusi in un recinto a 70 metri per “ragioni di ordine pubblico”.
Un atteggiamento grave, una riedizione di quel che accadde nel dicembre di un anno fa quando fu identificato Mario Vizzardelli che urlò “Viva l'Italia antifascista” dopo l'inno di Mameli alla Prima della Scala.
Le reazioni del mondo antifascista non si sono fatte attendere. Oltre alle solite e inconsistenti polemiche dei partiti della sinistra istituzionale che piangono lacrime di coccodrillo, ma che non hanno fatto nulla negli anni di governo per mettere fuorilegge i gruppi neofascisti, sono intervenute anche le associazioni ANED e ANPI.
L'associazione Nazionale Deportati condanna l'iniziativa al pari delle scritte nazifasciste apparse alla riapertura di gennaio nel liceo Michelangiolo di Firenze, affermando che “anche il razzismo e il neofascismo si possono contrastare, ma occorre un segnale chiaro da parte delle Istituzioni e dei rappresentanti politici”. Certo è che se per Istituzioni si intende il governo Meloni, è chiaro che l'associazione ha sbagliato interlocutore.
Anche Repubblica
in un curato articolo a firma di Michela Ponzani, parla di “pacificazione” e auspica un ravvedimento governativo. “Se la destra di governo – scrive Ponzani - vuole davvero farsi classe dirigente, allora deve mostrarsi più coraggiosa: sfogliare l’indicibile album di famiglia del neofascismo, senza timore di affrontare una volta per tutte i traumi del passato”.
Ma, come abbiamo detto più volte, anche se Meloni si dichiarasse antifascista – cosa che peraltro non fa come non prende le distanze da iniziative come questa – cosa cambierebbe nei fatti? Assolutamente nulla, perché le sue politiche rimarrebbero razziste, antipopolari, classiste e repressive, in una parola neofasciste, come adesso. Anzi è ormai diventata una consuetudine tra settori consistenti del neofascismo contemporaneo negare a parole il loro legame e il cordone ombelicale che li lega al fascismo mussoliniano per riaffermare con ancora più convinzione e demagogia gli stessi contenuti politici e strategici fascisti.
La seconda critica, quella dell'ANPI, entra nel merito, e attraverso il suo presidente Gianfranco Pagliarulo, chiede al Ministro Piantedosi di vietare il raduno di Acca Larentia del 7 gennaio “per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Certo, ci può essere anche questo problema, ma non ci pare proprio che sia la questione principale anche perché, come abbiamo già detto, la polizia borghese protegge bene, con un grande dispiego di agenti in assetto antisommossa e camionette, le camicie nere.
Meno male che Pagliarulo sollecita Piantedosi a cacciare Casapound dallo stabile romano occupato dal 2003 (il governo sgombera centri sociali e abitazioni occupate dai senzatetto ma Casapound rimane intoccabile), e a mettere al bando le organizzazioni fasciste.
Per quanto ci riguarda è essenziale, per tutto quello che abbiamo già scritto, vietare immediatamente il raduno di Acca Larentia così come tutti gli altri raduni (Predappio a esempio) e tutte le iniziative pubbliche di vario genere promosse dai gruppi neofascisti. Ma anche lo scioglimento di tali gruppi e la chiusura delle loro sedi sono altrettanto urgenti e rappresentano la questione principale da affrontare. Certo, è difficile pensare che lo faccia un governo neofascista che li finanzia, li sdogana, li protegge e li copre, quando non vi hanno neppure tentato governi con alla testa partiti che si definivano almeno a parole antifascisti.
Tutto ciò dimostra che neofascista è l'attuale Stato borghese, al di là del governo che lo guida. Certo è che il governo Meloni sta celermente attuando e completando il disegno piduista di Gelli in tutte le sue articolazioni, un enorme e immediato pericolo per le masse popolari del nostro Paese, ed è per questo che va abbattuto quanto prima con la lotta di piazza.
15 gennaio 2025