Ritornando alla Casa Bianca all’insegna del “MAGA”
Trump, leader dell'internazionale neofascista, rilancia l'interventismo e l'egemonismo dell'imperialismo americano
“Ci riprenderemo il Canale di Panama” e cambieremo il nome del Golfo del Messico. Blocco militare del confine col Messico agli immigrati. Repressione all’interno. Devastazione ambientale con le trivellazioni. Dazi e guerre commerciali. Stretta misogina sulle tendenze sessuali. Potenziamento dell’esercito per le guerre di aggressione. Dominio anche dello spazio
Il fascioimperialista: “Il declino dell'America è finito. Sono stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l'America”
Il 20 gennaio nel Campidoglio di Washington Donald Trump ha giurato e si è insediato come 47° presidente degli Stati Uniti. Il suo discorso, durato 20 minuti, non ha lasciato dubbi: l’imperialismo americano rilancia il suo interventismo e egemonismo nel mondo, mentre si blinda in patria all’insegna della reazione e della repressione fasciste.
Riproponendo i principali temi del “MAGA” (Make America Great Again – Facciamo di nuovo grande l’America) il leader dell’internazionale neofascista non ha avuto remore nel distruggere gli stessi capisaldi della democrazia borghese, riconfermando e evocando tutto quanto di fascista, razzista e imperialista aveva già anticipato nella conferenza stampa dell’8 gennaio. “L’età dell’oro dell’America inizia proprio adesso – ha esordito Trump. Da questo giorno in poi, il nostro paese prospererà e sarà di nuovo rispettato in tutto il mondo. Saremo l’invidia di ogni nazione e non ci lasceremo più approfittare di noi stessi. Durante ogni singolo giorno dell’amministrazione Trump, metterò semplicemente l’America al primo posto. La nostra sovranità sarà rivendicata. La nostra sicurezza sarà ripristinata. La bilancia della giustizia sarà riequilibrata. La feroce, violenta e ingiusta militarizzazione del Dipartimento di Giustizia e del nostro governo avrà fine. E la nostra massima priorità sarà creare una nazione che sia orgogliosa, prospera e libera. L’America sarà presto più grande, più forte e molto più eccezionale di quanto non sia mai stata prima… Da questo momento in poi, il declino dell’America è finito. Le nostre libertà e il glorioso destino della nostra nazione non saranno più negati e ripristineremo immediatamente l’integrità, la competenza e la lealtà del governo americano”.
Il messia golpista e neofascista, “Sono stato salvato da Dio per rendere di nuovo grande l’America”, ha quindi firmato “una serie di ordini esecutivi storici”. “Per prima cosa, - ha affermato Trump con tutta la sua anima razzista tra gli applausi dei presenti alla cerimonia, che si sono alzati in piedi per una standing ovation, - dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale. Tutti gli ingressi illegali saranno immediatamente bloccati e inizieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di immigrati criminali nei luoghi da cui sono venuti. Ripristineremo la mia politica di permanenza in Messico. Porrò fine alla pratica del catch and release. E invierò truppe al confine meridionale per respingere la disastrosa invasione del nostro paese”. Altresì “In base agli ordini che ho firmato oggi, designeremo anche i cartelli come organizzazioni terroristiche straniere. E invocando l’Alien Enemies Act del 1798, ordinerò al nostro governo di usare il pieno e immenso potere delle forze dell’ordine federali e statali per eliminare la presenza di tutte le gang straniere e delle reti criminali che portano crimini devastanti sul suolo statunitense, comprese le nostre città e i centri urbani”.
Poi è passato all’economia. La crisi dell’inflazione “è stata causata da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia, ed è per questo che oggi dichiarerò anche un’emergenza energetica nazionale. Trivelleremo, baby, trivelleremo. L’America tornerà a essere una nazione manifatturiera, e abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra e la useremo, e loro la useranno”. Via libera alla politica dei dazi e alle guerre commerciali: “Inizierò immediatamente la revisione del nostro sistema commerciale per proteggere i lavoratori e le famiglie americane. Invece di tassare i nostri cittadini per arricchire altri paesi, applicheremo tariffe e tasse ai paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini. A questo scopo, stiamo istituendo l’External Revenue Service per riscuotere tutte le tariffe, i dazi e le entrate. Saranno enormi quantità di denaro che affluiranno nelle nostre casse provenienti da fonti straniere”.
Un maglio devastante anche sull’ambiente, a partire dal ritiro dall’accordo sul clima di Parigi. “Con le mie azioni odierne porrò fine al Green New Deal e revocherò l’obbligo di veicoli elettrici, salvando la nostra industria automobilistica”. Misoginia alle stelle contro il movimento LGBTQ+. “Da oggi in poi, - ha affermato Trump - la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti sarà che ci sono solo due generi, maschile e femminile”. Mentre “Questa settimana, reintegrerò tutti i membri del servizio che sono stati ingiustamente espulsi dal nostro esercito per essersi opposti all’obbligo di vaccinazione COVID, con l’intero stipendio arretrato. E firmerò un ordine per impedire che i nostri guerrieri siano sottoposti a teorie politiche radicali ed esperimenti sociali mentre sono in servizio. Finirà immediatamente. Le nostre forze armate saranno libere di concentrarsi sulla loro unica missione: sconfiggere i nemici dell’America”.
La seconda parte del discorso del nuovo presidente americano è stato dedicato alla politica estera espansionista, egemonica e guerrafondaia dell’imperialismo a stelle e strisce. “Come nel 2017, costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto. Misureremo il nostro successo non solo in base alle battaglie che vinceremo, ma anche in base alle guerre che concluderemo e, forse più importante, alle guerre in cui non saremo mai coinvolti. L’America rivendicherà il suo legittimo posto come la nazione più grande, più potente, più rispettata sulla Terra, ispirando tutti e l’ammirazione del mondo intero. Tra poco cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America e ripristineremo il nome di un grande presidente, William McKinley, che ha reso il nostro paese molto ricco attraverso tariffe e talento. Era un uomo d’affari naturale e ha dato a Teddy Roosevelt i soldi per molte delle grandi cose che ha fatto, incluso il Canale di Panama, che è stato stupidamente dato al paese di Panama dopo che gli Stati Uniti, hanno speso più soldi di quanti ne abbiano mai spesi per un progetto prima e hanno perso 38.000 vite nella costruzione del Canale di Panama”. Ma "soprattutto - ha scandito Trump - la Cina sta gestendo il Canale di Panama e noi non l'abbiamo dato alla Cina. L'abbiamo dato a Panama e ce lo riprenderemo".
Un dominio imperialista americano non solo planetario, ma anche dello spazio, che ha suscitato il giubilo del miliardario fascista Elon Musk che ha fatto il saluto romano: “E perseguiremo il nostro destino manifesto verso le stelle, lanciando astronauti americani a piantare le stelle e le strisce sul pianeta Marte”.
Congratulazioni al golpista neofascista Trump sono giunti puntuali dai membri dell’internazionale neofascista, che ha visto la presenza in sala del primo ministro italiano Meloni e del presidente argentino Milei. Meloni è stata l’unica prima ministra europea a prendervi parte: “Penso che sia estremamente importante per una nazione come l’Italia, che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti, dare una testimonianza della volontà di continuare – ha affermato - e, semmai, rafforzare quella relazione in un tempo in cui le sfide sono globali e interconnesse. L’Italia – ha spiegato la ducessa facendo capire la motivazione della sua presenza a Washington - sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità”. Con l’intenzione dichiarata di far rivestire all’Italia un “ruolo di ponte tra Stati Uniti ed UE”, grazie a “un rapporto privilegiato che restituisce centralità alla nostra nazione”.
Il presidente russo Putin ha dichiarato che Mosca è aperta a comunicazioni con gli USA sul conflitto in Ucraina e che accoglie con favore le dichiarazioni di Trump sulla "necessità di fare tutto per prevenire una terza guerra mondiale" e sul "desiderio di riprendere i contatti diretti con la Russia", che devono riguardare anche "il rafforzamento della stabilità strategica e della sicurezza". Il premier ungherese Orban ha affermato che le forze nazionaliste, rafforzate dall’insediamento di Trump alla guida degli Stati Uniti, devono ora “occupare Bruxelles”.
Mentre il boia nazisionista Netanyahu gli ha ricordato i suoi meriti imperialisti: “Ti sei ritirato dal pericoloso accordo nucleare iraniano, hai riconosciuto Gerusalemme come capitale d'Israele, hai spostato l'ambasciata americana a Gerusalemme e hai riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan, hai anche siglato gli storici Accordi di Abramo, in cui Israele ha fatto pace con quattro Paesi arabi. Porteremo la nostra alleanza a livelli ancora più alti. Sono fiducioso che sconfiggeremo l'asse del terrore dell'Iran”.
Si stropiccia le mani anche il Segretario generale della NATO Mark Rutte, per cui "Con il ritorno del Presidente Trump in carica, metteremo il turbo alle spesa e alla produzione nel settore della difesa. Insieme possiamo raggiungere la pace attraverso la forza, attraverso la Nato!". Per il presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen anche l’imperialismo europeo “è ansioso di lavorare a stretto contatto con lei per affrontare le sfide globali. Insieme, le nostre società possono raggiungere una maggiore prosperità e rafforzare la loro sicurezza comune. Questa è la forza duratura del partenariato transatlantico".
22 gennaio 2025