Morti sul lavoro, l'Umbria è la terza peggiore d’Italia
La neo governatrice Proietti e la giunta regionale prediligono Giubileo e centenario francescano piuttosto che occuparsi dei reali problemi delle masse lavoratrici e popolari

Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Situazione drammatica in Umbria sul fronte morti sul lavoro, è la terza regione d'Italia con questo triste primato inserita a livello nazionale in zona rossa insieme a Basilicata, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia.
Mentre la neo governatrice Stefania Proietti si è impegnata e prodigata per un recente incontro con la ducessa Giorgia Meloni per richiedere fondi per l'accoglienza dei pellegrini per il Giubileo 2025 e per il centenario francescano facendosi ritrarre in foto con sorrisi smaglianti e complicità, il tema “morti bianche” insieme ad altri problemi regionali non è stato minimamente accennato.
Secondo i dati elaborati da Vega engineering che si occupa della sicurezza nei luoghi di lavoro, l'indice di mortalità più elevato si registra nella provincia di Terni, 5 morti nei primi 11 mesi del 2024; superiore alla media italiana anche l'incidenza della provincia di Perugia, al 30esimo posto con 12 vittime su 278 mila lavoratori.
Nel Cuore verde d'Italia, sono soggetti all'incidenza di mortalità soprattutto i giovanissimi, gli anziani e gli stranieri, il settore delle costruzioni è quello che registra il numero più alto seguito da trasporti e magazzinaggio.
E purtroppo non solo le numerosi morti ma si registrano anche tanti infortuni, proprio pochi giorni fa un lavoratore di San Martino in Campo (Perugia) è rimasto gravemente ferito poiché schiacciato dal ribaltamento del muletto su cui lavorava. Il settore più colpito è quello dell'industria e servizi con più di 5.000 denunce in fascia di età tra i 45 e i 59 anni.
Negli anni passati la giunta regionale a guida “centro-destra” non ha fatto niente per contrastare il fenomeno “morti bianche”, nonostante gli appelli dei sindacati confederali. Anche alla vigilia della recente campagna elettorale regionale, CGIL, CISL e UIL hanno richiesto “continua collaborazione tra Inail, Inps, Ispettorato Nazionale del Lavoro e Usl per garantire più sicurezza”. Al momento la governatrice Proietti, eletta per il “centro-sinistra”, e Francesco De Rebotti (PD), neo assessore allo sviluppo economico, alle politiche del lavoro, alla mobilità, ai trasporti e alle infrastrutture, non hanno messo in agenda niente in merito all'argomento e non si sono neanche espressi.
La tanto pubblicizzata dal governo Meloni “patente a punti” nei cantieri edili, partita ai primi di ottobre altro non è che uno specchietto per le allodole raggirabile da parte delle imprese capitalistiche che non vengono sospese nell'attività anche a fronte di infortuni gravi. Molti esperti in materia legislativa hanno espresso criticità e dubbi sulla “patente a punti” così come CGIL e UIL che su questo dovrebbero spingere più in alto la battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori.
Occorre inasprire le pene contro i padroni che per il massimo profitto spesso non permettono la giusta e adeguata formazione dei lavoratori costretti a frequentare i corsi obbligatori sulla sicurezza magari in cantiere per continuare a produrre e non fermare il lavoro. E dovrebbero aumentare i controlli e le sanzioni soprattutto verso le aziende che lavorano in subappalto.

22 gennaio 2025