Decine di manifestazione in altrettante città d'Italia
Non si ferma la solidarietà al popolo palestinese
Presidi davanti alle sedi di Leonardo Spa per denunciare la complicità di governo ed industria bellica nel genocidio di Gaza.
Contro il sionismo, “Avanti fino alla liberazione della Palestina”

“La tregua a Gaza non assolve Israele né il governo italiano dalle loro responsabilità nel genocidio del popolo palestinese”. Con queste parole d'ordine nelle giornate del 17 e del 18 gennaio è stata rilanciata una nuova mobilitazione nazionale di sostegno al popolo palestinese in lotta per la propria libertà, di condanna al sionismo, al governo Meloni ed all'industria bellica per i suoi aiuti ai boia di Tel Aviv.
Manifestazioni, flash-mob e presidi si sono tenuti in tante città di tutta Italia. Le principali a Milano , Firenze , Vicenza e Torino ; fra le altre, anche Pisa , Bologna , Roma , Genova e Bari .
Queste due giornate di lotta rappresentano nei fatti il secondo appuntamento di un nuovo progetto di “rete” rilanciato qualche mese fa da numerose realtà pro-Palestina, che mettono nel mirino le fabbriche di armi, le basi militari e le istituzioni legate alla Difesa, così come l'intero governo Meloni e le sue pesanti complicità con il genocidio e l’apartheid perpetrati da Israele a Gaza ed in Cisgiordania. Le piazze hanno denunciato anche il riarmo voluto e sostenuto dalla Nato e dai governi euroatlantici, che è stato decisivo anche per l'incalzante fornitura di armi a Netanyahu.
Le tante iniziative unitarie, da un lato hanno ricordato la presenza di tante altre vittime palestinesi per uccisioni, fame e malattie oltre le 50.000 ufficiali (delle quali il 70% sono donne e bambini), dall'altro hanno rilanciato il percorso verso la costituzione della rete “antisionista e anticolonialista per la Palestina”, nella convinzione che “l’unità contro il nemico comune sionista sia un valore da perseguire e mantenere e che solo contro di esso vadano rivolte tutte le forme di resistenza che sostengono la libertà del popolo palestinese, nonché del resto del Medio Oriente.”.
La tregua infatti, per il movimento pro-Palestina così come per i marxisti-leninisti italiani, è solo l'inizio di un percorso di lotta e di resistenza che dovrà durare fino alla liberazione completa del popolo palestinese e della sua terra.

Milano
Nel capoluogo lombardo è sfilato il 67esimo corteo dall'inizio dell'occupazione di Gaza. Oltre millecinquecento manifestanti di ogni genere ed età e centinaia di bandiere palestinesi, si sono concentrate a Porta Venezia per poi dirigersi in piazza San Babila. “Per tutti questi mesi abbiamo aspettato il momento della tregua. Gaza ha vinto con la sua resistenza e con il suo popolo. Ha vinto perché ha resistito all'oppressione per 15 mesi. Finalmente ce l'abbiamo fatta”, ha affermato una ragazza parlando al megafono dal carro alla testa del corteo. “La tregua non è la fine, ma solo l'inizio. Dobbiamo continuare a resistere fino alla totale liberazione della Palestina”, hanno incalzato più volte gli organizzatori.
Al corteo si è aggiunto anche uno spezzone proveniente dal presidio di via Brera, dove nel primo pomeriggio alcune centinaia di persone hanno protestato davanti al Comando militare di rappresentanza NATO.

Torino
Alcune centinaia di persone in piazza anche nella città della Mole, in prevalenza giovani e studenti, che si sono radunati davanti ai cancelli della Leonardo Spa in corso Marche esponendo uno striscione con su scritto “Boicottiamo Leonardo e la filiera della guerra complice di Israele. Palestina Libera”. Ai cancelli della multinazionale sono state affisse alcune sagome bianche, poi schizzate con vernice rossa a simboleggiare la violenza sionista ed il sangue palestinese.
Al termine del corteo, una riproduzione in miniatura di un carro armato con una raffigurazione della ministra dell'Università e ricerca Anna Maria Bernini, di Stefano Geuna, rettore dell'Università di Torino, e di Stefano Corgnati, rettore del Politecnico è stata data alle fiamme.

Vicenza
In una città blindata con 200 uomini appartenenti a varie forze dell'ordine borghese, una cinquantina di associazioni sociali, politiche e studentesche hanno dato vita ad un corteo al quale hanno partecipato migliaia di manifestanti provenienti da tutta la regione. Il corteo vicentino, al grido di “Palestina libera”, è partito da piazza Castello per proseguire poi per Corso San Felice, Corso San Lazzaro e via Fermi, terminando davanti alla camera di commercio. Il tragitto è stato obbligatoriamente convogliato dalla Prefettura in zone distanti dalla Fiera dove in questi giorni si sta svolgendo l'appuntamento invernale di “Vicenza Oro”, per il quale gli organizzatori hanno indicato il boicottaggio per il supporto morale ed economico che dà a Israele. All'indomani del corteo alcune decine di attivisti hanno bloccato con un presidio l'ingresso della Fiera, portati poi via di peso dalla polizia.

Firenze
Nella città del giglio la comunità palestinese assieme ad alcuni organismi studenteschi, sindacali, politici e sociali incluso il collettivo di fabbrica Ex-GKN, hanno realizzato un presidio di protesta contro Leonardo Spa, chiedendo di fermare le relazioni dell'università con l'industria bellica.
Alcune centinaia le persone che hanno partecipato all'iniziativa, organizzata dalla mattina alle prime ore del pomeriggio in piazza San Marco, nel centro storico, sotto la sede del rettorato dell'Ateneo fiorentino.
Numerose e forti le critiche nei confronti dell'Università di Firenze per i rapporti con atenei israeliani; gli attivisti hanno invitato la rettrice Alessandra Petrucci "a dimettersi dal comitato scientifico della Fondazione Medor, legata alla Leonardo".
Nel mirio anche il governo Meloni complice di Tel Aviv. Nel corso della protesta è stato mostrato uno striscione con migliaia di nomi di minori palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani e sono state inscenate alcune scene dedicate alle vittime palestinesi e ai giornalisti uccisi.

22 gennaio 2025