Siglato a Mosca un “Accordo di partenariato strategico globale” tra Russia e Iran
Intesa tra Putin e Pezeshkian per un “nuovo ordine mondiale multipolare”
L’imperialismo dell’Est risponde al fascioimperialista Trump

L’imperialismo dell’Est risponde alla rielezione del fascioimperialista Trump di nuovo alla testa dell’imperialismo dell’Ovest e ai suoi minacciosi tamburi di guerra mondiale e lo fa stringendo accordi e alleanze in varie parti del mondo. Da una parte l’allargamento dei BRICS pilotato dal socialimperialismo cinese e dall’imperialismo russo, dall’altra intese bilaterali a seconda degli interessi locali. Se la Cina si è ingerita recentemente in Brasile il nuovo zar del Cremlino Putin dopo la Corea del Nord ha stretto a sé l’Iran all’insegna del “nuovo ordine mondiale multipolare” imperialista, cavallo di battaglia dei falsi comunisti del nostro Paese. Lo ha fatto col “Trattato sulla partnership strategica globale” siglato a Mosca il 17 gennaio, in cui vengono approvate intese di grande rilievo in tutti i settori, incluso quello molto pericoloso della Difesa e Sicurezza, anche se non prevede un intervento militare automatico a supporto del partner in caso di guerra come quello sottoscritto dal presidente russo con la Corea del Nord e già criminalmente messo in atto nell’aggressione nazizarista russa dell’Ucraina. Un patto globale che governerà le relazioni tra i due paesi per i prossimi 20 anni. E che segue di qualche anno quello sottoscritto nel 2021 tra la Cina e l’Iran, un accordo di cooperazione di 25 anni denominato “Comprehensive document of Iran – China Cooperation”.
Nei 47 punti del Trattato si legge che “Desiderosi di contribuire a un processo oggettivo di definizione di un nuovo ordine mondiale multipolare giusto e sostenibile “, Russia e Iran, “cercheranno di approfondire ed espandere le relazioni in tutti i settori di reciproco interesse, rafforzare la cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa, coordinare strettamente le attività a livello regionale e globale, in linea con un partenariato globale, a lungo termine e strategico”. Nello specifico “Al fine di rafforzare la sicurezza nazionale e affrontare le minacce comuni, le agenzie di intelligence e sicurezza delle Parti contraenti si scambiano informazioni ed esperienze e aumentano il livello della loro cooperazione” e “Al fine di sviluppare la cooperazione militare tra le loro agenzie competenti, le Parti contraenti condurranno la preparazione e l’attuazione dei rispettivi accordi all’interno del Gruppo di lavoro sulla cooperazione militare” che “coprirà un’ampia gamma di questioni, tra cui lo scambio di delegazioni militari e di esperti, gli scali portuali delle navi militari e delle imbarcazioni delle Parti contraenti, la formazione del personale militare, lo scambio di cadetti e istruttori, la partecipazione – previo accordo tra le Parti contraenti – a mostre internazionali di difesa ospitate dalle Parti contraenti… operazioni congiunte di soccorso e salvataggio in mare nonché la lotta alla pirateria e alle rapine a mano armata in mare” e “interagiranno strettamente nell’organizzazione di esercitazioni militari congiunte nel territorio di entrambe le Parti contraenti e oltre, di comune accordo e tenendo conto delle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute applicabili. Le Parti contraenti si consulteranno e coopereranno per contrastare le minacce militari e di sicurezza comuni di natura bilaterale e regionale”. In questo quadro si inserisce “il rafforzamento della pace e della sicurezza nella regione del Caspio, nell’Asia centrale, nella Transcaucasia e nel Medio Oriente”, che dovranno essere garantite da Russia e Iran e non da “altri Stati terzi”, nonché “la cooperazione all’interno delle organizzazioni regionali” come nella “Shanghai Cooperation Organization nell’interesse del rafforzamento del suo potenziale nei settori della politica, della sicurezza, dell’economia e nelle sfere culturali e umanitarie, e faciliteranno l’espansione dei legami commerciali ed economici tra l’Unione economica eurasiatica e la Repubblica islamica dell’Iran”. Ossia l’imperialismo russo garantirà l’appoggio dell’imperialismo dell’Est all’Iran intercedendo con il socialimperialismo cinese.
Dal punto di vista economico, l’intesa tra i due Paesi soggetti a pesanti sanzioni internazionali richiama la reciproca volontà di sviluppare strategie comuni di evasione delle stesse, realizzata anche sviluppando nuove collaborazioni nel settore industriale, in quello bancario, negli investimenti e nel settore energetico. Tali sviluppi servono anche l’obiettivo più ampio e ambizioso di procedere a una progressiva de-dollarizzazione delle transazioni economiche internazionali, attività che vede impegnata in prima fila la Cina. Sempre in tema di sanzioni, Iran e Russia hanno annunciato nel testo del partenariato di volersi impegnare al fine di evitare la diffusione di informazioni che possano essere utilizzate da terze parti per imporre e intensificare misure restrittive. Si conferma, dunque, l’asse tra Mosca e Teheran funzionale al contrasto delle misure di coercizione economica sempre più applicate nell’attuale contesto di scontro economico e commerciale. Su questo punto, la Cina segue con interesse gli sviluppi del partenariato russo-iraniano in quanto utile a minare l’efficacia delle strategie statunitensi di guerra commerciale.
Cooperazione politica e pratica tra Mosca e Teheran anche nel campo della sicurezza informatica internazionale per contrastare le mire del nuovo braccio destro di Trump, il fasciomiliardario statunitense Musk, così come nei trasporti, energia, petrolio e gas, agricoltura e pesca, fino allo spazio.
Il criminale di guerra Putin ha definito l’accordo come un “vero punto di svolta”, elogiando i benefici economici e commerciali che ne deriveranno. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, dal canto suo, ha parlato di un “nuovo capitolo” nelle relazioni tra i due Paesi, descrivendo la Russia come uno “Stato fratello e vicino”.
L’asse militare e economico tra i due Paesi è sotto i riflettori delle capitali occidentali ed in particolare degli Stati Uniti. Antony Blinken, segretario di Stato uscente, ha recentemente avvertito che Mosca potrebbe sostenere il programma nucleare iraniano in cambio di missili balistici Fath-360, che Teheran avrebbe inviato in Russia. L’Iran ha negato, ma è ormai noto che esporta i suoi droni kamikaze Shahed-136, utilizzati dalla Russia nell’aggressione dell’Ucraina, e ha persino aiutato Mosca a produrne una propria versione. Il nuovo Segretario di Stato di Trump, Marco Rubio, è un falco antiraniano, intenzionato a mettere Teheran sotto pressione, non revocando le sanzioni e spingendo ancora Israele nella sua guerra contro l’Iran.

29 gennaio 2025