Genova in piazza contro lo Stato di guerra: no al ddl 1660

Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
Come è avvenuto in altre piazze italiane, pure a Genova, nel pomeriggio del 25 gennaio, si è tenuta la manifestazione, con corteo, contro il disegno di legge reazionario e neofascista del governo Meloni sulla sicurezza.
Alla dimostrazione, promossa dalla Rete No ddl Sicurezza, erano presenti in circa 400. Il corteo sferzato dalla brezza, ma risparmiato dalla pioggia caduta durante l’intera giornata, è partito da piazza Caricamento; slargo incastrato tra il porto di Genova e i caruggi. Alla partenza è stato srotolato un lungo striscione, che poi ha aperto il corteo, con su scritto: “Generazione dopo generazione, fino alla liberazione”. Il richiamo non poteva che essere quello dell’eroica Resistenza del popolo palestinese all’aggressione sionista israeliana; argomento che ha molto caratterizzato, anche come contenuti, il proseguo della manifestazione.
Il corteo ha percorso anzitutto una via principale della città e ha concluso il proprio itinerario raggiungendo piazza De Ferrari; il cuore di Genova. Lungo il tragitto la manifestazione si è spesso arrestata per dare la parola a varie realtà antagoniste presenti. Gli interventi hanno toccato temi come il genocidio del popolo palestinese, quello della necessaria battaglia che occorre condurre sulle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, per rigettare, il non modificabile, ddl sicurezza. Che il ddl sicurezza non sia modificabile, piuttosto con fermezza respinto, deve necessariamente diventare patrimonio di ogni proletario, di chiunque lotta per la difesa del proprio lavoro, dei diritti civili, della tutela dell’ambiente, per la pura sopravvivenza. Tuttavia, perché questa lotta abbia “muscoli buoni” occorre ampliare, come ha sostenuto e proposto il compagno Erne Guidi, all’assemblea nazionale della Rete Libere/i di lottare contro il ddl 1660, ancora di più il fronte di lotta. Tirare per la “giacchetta”, attraverso le piazze, sindacati confederali, in ugual modo i partiti della “sinistra” borghese, quei settori che almeno a parole sono contrari a quelle limitazioni che il decreto-legge vorrebbe introdurre per smantellare il diritto di manifestare il proprio dissenso, disegno repressivo necessario per imporre una lunga fase di sacrifici per i lavoratori, per i pensionati e per le nuove generazioni, che il governo neofascista Meloni sta preparando in previsione delle sirene di guerra che suonano pure in Italia.
Mentre il vivace corteo, composto da molti e combattivi e determinati giovani, sfilava per via San Lorenzo, lo stradone che conduce in piazza De Ferrari, i tanti che sonno usciti, per l’occasione, dai negozi si sono poste lungo il marciapiede e ascoltando gli slogan contro la guerra e a favore della Palestina libera, accennavano saluti, aderivano partecipi alle parole d’ordine lanciate dagli organizzatori; comunicavano la loro evidente solidarietà.
La manifestazione si è conclusa, dopo altri interventi, in piazza De Ferrari. Anche in quella sede la parola d’ordine è stata lottare per la completa cancellazione del fascistissimo decreto sicurezza, a sostegno della Resistenza del martoriato popolo palestinese, e contro le politiche guerrafondaie imperialiste nostrane e internazionali.

29 gennaio 2025