Decreto legge sul dimensionamento scolastico
Tagli alle scuole
Il governo Meloni ha già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto legge n. 1 del 16 gennaio 2025 – e dovrà ora essere convertito in legge dal parlamento - contenente disposizioni relative al dimensionamento delle istituzioni scolastiche per il prossimo anno scolastico 2025/26. Un decreto legge che comporterà pesanti tagli alle scuole pubbliche, e questo mentre il governo aumenta i finanziamenti alla scuola privata.
Il testo normativo, il quale interviene sull’articolo 83 della legge n. 107 del 13 luglio 2015, prevede una proroga di 10 giorni per le Regioni che non hanno ancora adottato il dimensionamento della rete scolastica, una misura che comporterà una riduzione di 627 unità tra dirigenti scolastici e personale amministrativo negli anni scolastici che vanno dal 2024-2025 fino al 2026-2027.
Prevede inoltre che le Regioni che completano il dimensionamento nei tempi previsti potranno accedere a una serie di agevolazioni, tra le quali la possibilità di istituire classi senza rispettare il requisito del numero minimo di studenti, la salvaguardia del contingente di personale amministrativo, tecnico e ausiliario per l’anno scolastico 2025/26, la nomina di un docente vicario del dirigente scolastico per le scuole interessate dal dimensionamento.
Secondo il piano stabilito dal decreto legge, i numeri relativi ai dirigenti scolastici (ossia ai presidi) e ai direttori dei servizi generali e amministrativi Dsga subiranno progressivamente un calo che si può così riassumere: nell'anno scolastico 2023/2024 tale personale è stato di 7.936 unità, nel 2024/2025 diventerà di 7.461 unità con un taglio di 475 posti di lavoro, nel 2025/2026 di 7.401 unità con un taglio di 60 e nel 2026/2027 di 7.309 unità con un taglio di 92.
Il dimensionamento ha incontrato forti resistenze da parte di Regioni, studenti, famiglie e sindacati a causa dei disservizi che si creeranno soprattutto nelle grandi città, ma non soltanto: a Roma, per esempio, nel prossimo anno scolastico l'accorpamento riguarderà ben 23 istituti.
Per ciò che riguarda il mondo sindacale, Gianna Fracassi, segretario generale della FLC CGIL, durante una conferenza ha messo in evidenza come le Regioni che hanno optato per la riduzione delle autonomie scolastiche stiano intaccando la qualità dell'istruzione, poiché questo approccio permette di diminuire il numero di alunni per classe, al prezzo però di severi tagli al personale e alla qualità dei servizi.
Gianna Fracassi ritiene che le amministrazioni locali che decidano di applicare i tagli previsti dal decreto legge saranno costrette, a partire dal prossimo anno, a ridurre il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, un provvedimento che colpirà pesantemente il funzionamento delle scuole.
La sindacalista teme inoltre che si giunga con il passar del tempo alla formazione di giganteschi istituti scolastici che impoveriranno l'offerta formativa e allo stesso tempo renderanno ancora più difficile l'accesso all'istruzione per gli studenti che vivono in zone remote: in alcune Regioni – ha evidenziato - è stato chiuso fra il 25 e il 30% delle scuole.
La Fracassi non ha, infine, risparmiato dure critiche nei confronti del governo, accusato di adottare provvedimenti che hanno lo scopo di mettere in crisi la scuola pubblica al fine di favorire la scuola privata, con il timore che si crei in Italia un modello di istruzione la cui qualità dipenda dalla classe sociale di appartenenza.
Le critiche al decreto legge provengono anche da chi - come Michele Mileto, segretario di Sinatas Fgu Gilda Unams di Reggio Calabria – insegna in realtà territoriali difficili, soprattutto nel meridione. Il docente calabrese ricorda i precedenti tagli alla scuola operati dai governi passati, come quelli effettuati dalla riforma Gelmini tra il 2008 e il 2010, che hanno complessivamente portato in quindici anni alla perdita di 200.000 posti di lavoro e all’aumento del numero di studenti per classe. Anche Michele Mileto ha criticato l'attuale governo Meloni per l'assoluta mancanza di finanziamento del settore scolastico.
29 gennaio 2025