Elaborata dal fascioleghista Valditara
La scuola del regime capitalista neofascista di Meloni
Il ministro fascioleghista contestato dagli studenti a Lecce
Nazionalismo, storia italica, latino e Bibbia
"Prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro
".
È lo slogan coniato dal ministro fascioleghista dell'Istruzione e del “Merito” Giuseppe Valditara per anticipare con un’intervista esclusiva al quotidiano berlusconiano “Il Giornale” del 15 gennaio alcuni elementi delle Nuove Indicazioni Curricolari Nazionali formulate da una commissione presieduta da Loredana Perla (professoressa di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bari) e dal sessantottino pentito, liberale e anticomunista, Ernesto Galli della Loggia, coautori nel 2023 del volume “Insegnare l'Italia. Una proposta per la scuola dell'obbligo”.
Le Nuove Indicazioni al momento riguardano solo il primo ciclo di istruzione e saranno adottate a partire dall'anno scolastico 2025/20226.
“Abbiamo disegnato il cammino di bambini e adolescenti dai 3 ai 14 anni
– ha chiarito fra l'altro Valditara nella suddetta intervista - Ma stiamo lavorando anche per le superiori. E introduciamo molte innovazioni. Cominciando dall'italiano. Ma non solo: verrà reintrodotta la possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media, verrà abolita la geostoria nelle superiori e ridata centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino a oggi
”.
In questo quadro si inserisce ad esempio la possibilità di reintrodurre l'insegnamento del latino, abolito nel 1978 sulla spinta delle grandi rivolte studentesche del Sessantotto e del Settantasette, che per il momento non sarà obbligatorio in prima media ma diventerà curriculare (almeno un’ora a settimana) in seconda e terza.
Le Nuove Indicazioni prevedono anche la separazione dei percorsi integrati di geostoria e mirano a privilegiare gli studi storici che saranno “eurocentrici” e slegati quindi dal mondo globale contemporaneo, quasi come se la nostra civiltà avesse il diritto ad essere studiata per prima.
Valditara ha anche annunciato che nella “scuola del futuro
”, dopo anni di lotte e possibilità di scelta di non studiare la religione cattolica, si torna a studiare La Bibbia affidando agli insegnanti di religione, nominati dalla curia, il compito di trasformare la scuola pubblica e laica italiana in confessionale cattolico-integralista dove si studiano le "radici cristiane
" e i valori superiori di "civiltà e democrazia
" dell'Europa, in ossequio al concordato e al Vaticano.
Sconcertante è anche il ritorno alla metodologia di studio mnemonico e forzato di poesie e filastrocche, da sempre contestato dai massimi pedagogisti e dal movimento studentesco fin dal 1968.
Oltre alla riesumazione del latino, della Bibbia e dello studio nozionistico e mnemonico, il piano messo a punto da Valditara prevede anche lo studio della musica, accenni di epica classica, mitologia greca e saghe nordiche.
“Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria
– ha chiarito Valditara - con testi più semplici all'inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche
”.
L’insegnamento della storia invece si focalizzerà sulle "radici della civiltà occidentale
". Si tratteranno i popoli italici, l’Antica Grecia e Roma, Cristianesimo, Rinascimento e Risorgimento. Mentre la storia contemporanea si concentrerà sugli Stati Uniti e l’Europa.
“Aboliamo la geostoria
– ha annunciato Valditara - La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L'idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d'Italia, dell'Europa, dell'Occidente. Di più, nella scuola primaria l'insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l'attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell'antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo
”.
La verità è che lo studio della storia sarà ridotto a “Una grande narrazione
” dove si parlerà ben poco di fascismo, della Resistenza e di socialismo; saranno esaltati gli "italiani infoibati" dai “criminali” partigiani e saranno infangati la Resistenza e i grandi Maestri del proletariato internazionale, in misura ancora maggiore rispetto ad oggi.
Insomma Valditara mira a trasformare il suo ministero in un nuovo Minculpop neofascista ispirandosi direttamente al dicastero che fu del gerarca e filosofo del fascismo Giovanni Gentile autore nel 1923 di quella scellerata riforma scolastica che lo stesso Mussolini definì “la più fascista delle riforme”.
Non a caso, all'indomani dell'annuncio delle Nuove Indicazioni Curricolari Nazionali, Valditara è stato clamorosamente contestato dagli studenti pugliesi durante la visita del 16 gennaio al liceo Classico “Palmieri” di Lecce al grido di “Valditara via da Lecce”.
“La visita – hanno denunciato gli studenti dell'Uds Puglia in un comunicato diffuso sui social - è l’ennesimo tentativo di portare all’interno delle scuole una visione retrograda e repressiva dell’intero sistema dell’istruzione pubblica. In tre anni di operato il ministro Valditara ha reso molto chiari i suoi obiettivi: una scuola costruita sulla retorica del merito e che mira a lasciare indietro gli studenti in difficoltà, che reprime il dissenso e sapere critico per legittimare l’ideologia di governo, che nega la necessità di percorsi sul benessere psicologico e sull’educazione all’affettività”.
La verità è che le Nuove Indicazioni curricolari di Valditara fanno parte di un più ampio disegno politico neofascista perseguito dal governo Meloni che mira a sostituire l'egemonia culturale della “sinistra” borghese con quella della destra neofascista.
Un disegno sostenuto fino a settembre scorso dall'ex ministro della Cultura, il sanfedista Gennaro Sangiuliano (indagato e costretto a dimettersi perché usava il ruolo di ministro per interessi sentimentali e personali) e ora dal suo successore il neofascista Alessandro Giuli, fedelissimo della Meloni, il quale sfoggia un eclettismo culturale che va da Evola a Gramsci e coltiva legami anche con l'intellighenzia della “sinistra” borghese.
Giuli infatti, non solo viene dal Fronte della gioventù missino come Giorgia Meloni, non solo è uno dei fondatori del movimento neofascista Meridiano zero ideologicamente molto vicino a Ordine nuovo, ma inseme a Valditara e a Pietrangelo Buttafuoco (premiato con la direzione della Biennale di Venezia), fa parte della task force neofascista incaricata dalla Meloni di scalzare l'egemonia culturale della “sinistra” borghese facendo leva sulla “scuola del futuro” disegnata da Valditara per inculcare alle nuove generazioni i “valori” del nazionalismo, del patriottismo, del militarismo, dell'identità nazionale e del cristianesimo.
Quando Valditara, nell'illustrare le sue linee guida per i nuovi programmi scolastici della scuola del regime capitalista neofascista di Meloni, chiede di non "caricare la storia di sovrastrutture ideologiche
" in realtà finisce per imporre un'unica e assoluta ideologia neofascista negando il conflitto che invece esiste ed è fondamentale nell'interpretazione della storia tra ideologia e ideologia, tra le classi sociali, tra borghesia e proletariato. È la dichiarazione di guerra al comunismo e al materialismo storico che Engels spiega splendidamente nella Prefazione del 1883 all'edizione tedesca del Manifesto del partito comunista con queste parole: “Dopo il dissolversi della primitiva proprietà comune del suolo, tutta la storia è stata una storia di lotte di classi, di lotte tra classi sfruttate e classi sfruttatrici, tra classi dominate e classi dominanti, nelle varie tappe dello sviluppo sociale; che questa lotta ha ora raggiunto un grado in cui la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non può più liberarsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la borghesia), senza liberare anche ad un tempo, e per sempre, tutta la società dallo sfruttamento, dall'oppressione e dalla lotta fra le classi
”. È la dichiarazione di guerra alla concezione materialistica della storia, la sola che dà risposte scientifiche e coerenti a quanti la studiano e descrivono: “Gli uomini stessi creano la loro storia; ma da che cosa sono determinati i motivi degli uomini, e precisamente delle masse umane? Da che cosa sono generati i conflitti delle idee e delle correnti antagonistiche? Qual è il nesso che unisce tutti questi conflitti di tutta la massa delle società umane? Quali sono le condizioni oggettive della produzione della vita materiale, che forma la base di tutta l'attività storica degli uomini? Qual è la legge di sviluppo di queste condizioni? A tutto ciò Marx volse la sua attenzione, e aprì la via a uno studio scientifico della storia come processo unitario e sottoposto a leggi, nonostante tutta la sua formidabile complessità e le sue contraddizioni.
” (Lenin, Karl Marx)
Quando Valditara chiede di studiare anzitutto "la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente
" concentrando l’attenzione sui "popoli italici
" e su le "origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo
" manifesta apertamente il suo nazionalismo condito di sovranismo di stampo leghista, esalta l'imperialismo europeo e rivendica la superiorità dell'Occidente in termini storici e culturali fondata sull'ideologia schiavista dell'impero romano e dell'antica Grecia e cementata dall'oscurantismo garantito nei secoli dalla Chiesa e poi dalla borghesia.
Noi marxisti-leninisti auspichiamo che le studentesse e gli studenti prendano al più presto coscienza della pericolosità del governo neofascista Meloni e scendano in piazza per impedire a Valditara di mettere la scuola e l'Università pubbliche al servizio del capitalismo e dell'imperialismo e improntate all'ideologia neofascista, classista, meritocratica, aziendalista, autonomista, punitiva e militarizzata.
Una scuola che garantirà il pieno successo scolastico e formativo solo ai figli della borghesia, mentre i figli del proletariato saranno confinati nella “filiera” della formazione tecnico-professionale, addestrati alle pratiche militari, condannati a frequentare i PCTO per imparare velocemente un mestiere e avviati precocemente al lavoro per rifornire di carne fresca il sistema di sfruttamento capitalista e i cannoni dell'imperialismo italiani.
29 gennaio 2025