Promosse da GPI, UDAP e dalle Rete “Liberi e Libere di Lottare contro il DDL 1660”
Antisionisti e antifascisti in piazza per fermare genocidio dei palestinesi e Ddl Sicurezza
In prossimità della “Giornata della Memoria” migliaia di manifestanti in tutta Italia chiedono la libertà del popolo palestinese e il ritiro del ddl fascista. Nel mirino lo Stato sionista d'Israele, la NATO e il governo Meloni

Dal 2005 il 27 gennaio in tutta Europa viene celebrato il “Giorno della Memoria”, che ricorda l'Olocausto del popolo ebraico per mano nazista.
Una tragedia di proporzioni gigantesche, inserita in un contesto nel quale furono sterminati dalle truppe hitleriane anche centinaia di migliaia di oppositori politici in larga parte comunisti, di omosessuali, di rom e sinti.

Stop al genocidio in Palestina
Lo scorso anno il governo neofascista Meloni, grande alleato dello stato sionista d'Israele, vietò le manifestazioni che chiedevano lo stop immediato dell'occupazione militare dell'esercito di Tel Aviv già in corso a Gaza, in concomitanza con il Giorno della Memoria. Da allora è passato un anno intero nel quale si è concretizzato un vero e proprio genocidio contro il popolo palestinese che ha mostrato con assoluta evidenza di come l'atteggiamento delle truppe al comando del boia nazisionista Nethanyahu stiano seguendo per filo e per segno, per modalità, aggressività e pratiche, quel che fece Hitler ai danni del popolo ebraico.
Con queste premesse, le associazioni dei Giovani Palestinesi d'Italia (GPI) e l'Unione Democratica Arabo Palestinese (UDAP) hanno promosso una giornata di lotta nazionale nel giorno di sabato 25 gennaio, per denunciare ancora una volta il genocidio palestinese e di come il sionismo usi la Shoah per legittimare il proprio progetto coloniale.
“Oggi, mentre ricordiamo l’Olocausto – dichiara Ugo Gaiba (GPI) alla stampa presentando la mobilitazione -, è fondamentale guardare anche alla Palestina, dove con l’occupazione militare della Cisgiordania e di Gaza, con gli insediamenti illegali e la negazione dei diritti del popolo palestinese, sono in corso le ulteriori ed evidenti politiche di pulizia etnica. Ogni giorno i palestinesi subiscono violenze, deportazioni, demolizioni di case e espulsioni forzate. Oltre a più di cinquantamila morti, due milioni di persone sono costrette a sopravvivere in condizioni insostenibili”.
Chiaramente la tregua fra Israele e Palestina è un fatto positivo, un grande sospiro di sollievo per la popolazione di Gaza e per la resistenza palestinese provata da 15 mesi di orrende stragi, carestie, malattie ed abusi che tuttavia non hanno spezzato nè il morale e tantomeno il coraggio dei civili palestinesi e dei combattenti.
“Sarebbe molto ingenuo – si legge in un post Instagram – immaginare che la guerra e l'occupazione di Gaza siano terminate qua. Non è così, e la stessa tregua è appesa ad un filo. Per questo la mobilitazione per imporre la fine del genocidio a Netanyahu, agli USA ed all'UE che l'hanno sostenuto in modo incondizionato, deve continuare con la massima determinazione”.

Attualizzare la Giornata della Memoria
Per GPI ed UDAP infatti gli eventi del 7 ottobre e la distorsione della narrativa mediatica dei politicanti borghesi, hanno reso urgente quel dibattito su Shoah e Palestina che anch'essi avevano in passato sempre evitato di collegare, temendo che “una riflessione matura potesse essere fraintesa”. Ma oggi, con una occupazione che si è trasformata in un vero e proprio genocidio riconosciuto a livello internazionale, ed un contesto politico e sociale nel nostro Paese che criminalizza ogni critica al sionismo spacciandolo vergognosamente come antisemitismo del quale non c'è traccia, non poteva essere rimandato.
Ecco dunque che sabato 25 gennaio le piazze di Bologna , Cagliari , Cesena , Firenze , Genova (rimandiamo alla corrispondenza locale), Milano , Napoli , Roma , Sassari , Torino , Trento , Trieste ed altre ancora, si sono riempite di migliaia di manifestanti di ogni genere ed età, appartenenti a collettivi studenteschi medi ed universitari, sindacati, associazioni e partiti anticolonialisti ed antisionisti che, tutti uniti sotto lo slogan “Il genocidio è ora”, hanno gridato ancora una volta la loro ferma opposizione al sionismo imperialista ed a chi aiuta il governo israeliano nella sua opera di sterminio sistematico del popolo palestinese.
“Non possiamo restare in silenzio di fronte a questa pulizia etnica – hanno affermato i rappresentanti dei GPI - né permettere che il ricordo delle atrocità del passato venga usato per giustificare nuove violenze. La memoria storica deve essere uno strumento di giustizia, non di perpetuazione dell’oppressione. Le atrocità dell’Olocausto non possono essere invocate per legittimare l’oppressione attuale in Palestina.”.
Ma se la Polonia, terra di campi di sterminio e del ghetto di Varsavia, ha avuto il coraggio di invitare il boia Netanyahu come testimonial dell'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Aushwitz-Birkenau (liberato dall'Armata Rossa) garantendogli l'immunità dalla cattura per crimini contro l’umanità come disposto dalla Corte Internazionale di Giustizia, appare ancora più evidente di quanto il sionismo sia appoggiato non solo dall'occidente atlantista, ma anche dai Paesi membri dell'UE che hanno anch'essi le mani sporche del sangue palestinese.

In piazza anche l'opposizione al DDL 1660 Sicurezza
A promuovere questa importante e significativa giornata di lotta antimperialista, assieme a GPI ed UDAP, è stata la Rete “Liberi e Libere di Lottare contro il DDL 1660”, che già dall'assemblea nazionale di Firenze dello scorso 11 gennaio, aveva inserito la data fra le proprie iniziative di lotta.
Dal momento in cui la stretta repressiva e antidemocratica di stampo fascista che diventerà legge all'approvazione del DDL ex-1660, coinvolge direttamente anche il movimento pro-Palestina (non a caso già manganellato più volte dalla polizia borghese di Piantedosi), GPI, UDAP e Rete hanno unito da tempo le proprie lotte in una unica battaglia. Per la mobilitazione del 25 gennaio, hanno chiamato alla partecipazione sotto lo striscione unitario “Aggiorniamo la memoria. Fermiamo guerra, genocidio, DDL 1660”.
“Il governo Meloni -. si legge dal documento della Rete contro il DDL Sicurezza - da fedele fiancheggiatore del colonialismo sionista, oltre al 1660 ha preparato anche un DDL specifico, il 1004, per punire qualsiasi critica allo stato di Israele per qualsiasi crimine da esso compiuto, equiparando in modo indegno l'anti-sionismo, che è proprio anche di molti ebrei sparsi nel mondo, con l'antisemitismo”.
La mobilitazione del 25 gennaio è stata anche l'occasione per lanciare pubblicamente da queste tante piazze unitarie, l'opposizione al DDL 1004 che assieme al più noto ex-DDL 1660 forma un binomio di repressione che mai si era visto nella storia dell'Italia Repubblicana. Contro questo nuovo mostro legislativo è indispensabile moltiplicare le mobilitazioni e, soprattutto, allargare il fronte unito per farlo diventare più ampio, incisivo e determinato, nell'interesse del popolo palestinese, dell'antimperialismo e dell'antifascismo dando una spallata decisiva al governo neofascista Meloni, che in Italia si fa portavoce e cura gli interessi della borghesia e dello stato sionista di Israele.

Manifestazioni in decine di città di tutta Italia
Fra le tante manifestazioni che si sono tenute in questa giornata nazionale di lotta, quella di Cagliari è stata una delle più significative. Il corteo che è transitato per le vie del centro sino al Bastione di Saint Remy è stato partecipato da centinaia di manifestanti e da altrettante bandiere palestinesi.
“Siamo qui per rendere attuale il valore di questa giornata – hanno dichiarato alla stampa gli attivisti - e per non dimenticare una data che come un faro aiuta a riconoscere la discriminazione, l’abuso, il fascismo permettendoci di fermare un genocidio prima che questo si compia definitivamente”.
Numerosi slogan di protesta diretti anche nei confronti della fabbrica RWM di Domusnovas, nella quale si producono le bombe che finiscono in tutto il mondo, Gaza compresa, ed i poligoni Nato “dove i piloti israeliani si allenano per colpire meglio i civili”.
A Milano il 68° corteo pro-Palestina del sabato ha chiesto la fine "definitiva e vera" del conflitto a Gaza e la pace, ed è stato preceduto da un presidio in piazza San Babila a favore dei curdi per il loro diritto all'autodeterminazione e "contro il terrorismo fascista turco” in difesa delle popolazioni del Rojava. Iniziative inserite nell'ambito di quella che è stata definita “una Giornata di mobilitazione internazionalista” alla quale hanno partecipato circa tremila manifestanti.
"Il popolo palestinese e la sua legittima Resistenza hanno insegnato al mondo intero il significato delle parole orgoglio, dignità, coraggio”, hanno affermato i manifestanti all'Anfiteatro della Martesana dove si è concluso il corteo.
Centinaia di manifestanti anche a Torino che hanno sfilato da piazza Crispi a piazza della Repubblica, in un corteo aperto dallo striscione “La vera pace è la liberazione”, ed organizzato da “Torino per Gaza”.
Una giovane attivista, al microfono, ha attaccato lo stato sionista per aver “violato l’accordo con uccisioni, arresti arbitrali e incursioni in Cisgiordania”; molti anche gli slogan, fra i quali “Giù le mani dai civili”, “Israele assassino”, e richieste di arresto per il primo ministro israeliano Netanyahu, criminale di guerra.
La manifestazione che ha denunciato la necessità di fermare il DDL Sicurezza, ha anche collegato la lotta per la Palestina con la questione dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), affermando di lottare “Per la libertà, contro ogni prigione e ogni forma di oppressione”.
Quasi 400 manifestanti si sono ritrovate in Piazza Oberdan a Trieste , sede del Consiglio regionale, e hanno percorso in circa due ore le vie del centro lanciando, negli slogan e negli interventi, una critica radicale ad Israele sionista, definito dai manifestanti un paese “colonialista e responsabile di una vera e propria pulizia etnica”.
I manifestanti intervistati hanno ribadito la vicinanza alle vittime del nazismo e la totale condanna della follia nazista, ma, hanno aggiunto “non ci sentiamo rappresentati dalla narrazione occidentale che equipara l’antisionismo all’antisemitismo: si può essere contrari alla politica d’Israele senza essere antisemiti”.
Nel corso della manifestazione non è mancata la condanna del Ddl Sicurezza in Italia, che limita il diritto di manifestare, ed alle politiche europee che tendono a limitare l’ingresso dei migranti.
Oltre cinquecento manifestanti anche a Firenze . “La memoria deve essere un’arma per costruire un futuro diverso e deve valere per ogni genocidio”. A dirlo è Sereen El Debuch dei Giovani palestinesi di Firenze, in apertura del corteo che da piazza Santissima Annunziata ha raggiunto piazza Santa Corce dopo 3 ore di tragitto.
“Il Giorno della Memoria – spiegano i giovani di GPI in merito alla data scelta per manifestare – serve a ricordare atrocità che abbiamo visto nel passato. Ma la memoria non può essere utilizzata per strumentalizzare l’oppressione che il popolo palestinese sta subendo da troppo tempo”. Prima della partenza sono state ricordate anche le vittime tra i giornalisti e gli operatori sanitari. (rimandiamo alla corrispondenza locale)
A Napoli centinaia di manifestanti si sono mobilitate nel corteo di piazza Garibaldi. Inoltre un altro presidio è stato convocato anche in piazza San Domenico lunedì 27 gennaio, in concomitanza col Giorno della Memoria, nonostante il divieto di Piantedosi. "Vogliamo urlare 'mai più' – sostiene un portavoce di “Napoli per la Palestina” - ed è per questo che sfidiamo i divieti e scendiamo in piazza contro il genocidio del popolo palestinese e per chiedere l'immediata applicazione della storica sentenza della corte dell'Aja secondo la quale Netanyahu deve essere arrestato per crimini di guerra." (si legga l'articolo locale)
Infine, alla presenza di un migliaio di manifestanti, si è tenuto il corteo di Roma . I manifestanti, radunati in piazza Vittorio Emanuele II, hanno attraversato le strade della Capitale per arrivare ai Fori Imperiali, in un corteo combattivo nel quale sono stati lanciati cori contro il governo Meloni e contro la NATO, ed aperto dallo striscione "Giornata della memoria, fuori i genocidi dalla storia".
"La causa palestinese prosegue fino alla liberazione totale della Palestina dal fiume al mare", è stato uno degli slogan più rilanciati anche nella prima mobilitazione capitolina dopo la firma della tregua tra Israele e la resistenza palestinese. "I nostri esempi sono i partigiani palestinesi. I fascisti li appendiamo a testa in giù a piazzale Loreto", hanno urlato gli studenti e le studentesse di Osa presenti in piazza con lo striscione "mai più genocidio, antifascismo ed antisionismo".

29 gennaio 2025