La lettera di Scuderi “Che il pensiero di Mao orienti la vita e le lotte dei giovani del Duemila”: riflessioni ancora valide a distanza di oltre 40 anni

di Marte - Napoli
La lettera del compagno Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi, “Che il pensiero di Mao orienti la vita e le lotte dei giovani del Duemila”, nonostante sia stata scritta più di 40 anni fa come risposta alle riflessioni di quello che allora era un giovane dirigente locale della FGCI (organizzazione giovanile del PCI) di Orvieto, riesce a toccare dei punti ancora validi tramite dei ragionamenti importanti.
Ritengo che molti, talvolta in buonafede, non sono in grado di comprenderli appieno, in particolar modo nell’esempio che dovrebbero prendere tutti coloro che si ritengono marxisti-leninisti o comunque sinceramente antifascisti e democratici. In molti mancano di quello spirito di iniziativa che mosse Mao Zedong, allora soltanto un umile assistente bibliotecario dell’Università di Pechino, a prendere in mano la situazione e fondare con gli altri pionieri del movimento comunista cinese il Partito Comunista Cinese, fondato in un’atmosfera “romantica” su di una piccola barca sul lago Nanhu dello Jixang da poco più di una decina di uomini. Furono quegli uomini, con impegno, audacia e soprattutto determinazione, a trasformare quella piccola fiammella in un fuoco bivacco che travolse, nel giro di poco tempo, tutto il continente Cina, dapprima come elemento “antagonista” al regime fascista e militarista di Shek, e in seguito come forza rivoluzionaria in piena che cambiò il destino del “regno di mezzo” per sempre.
È stata soprattutto la fedeltà del presidente Mao alla linea di massa, e quindi alle opinioni, critiche e punti di vista delle masse popolari, a permettere di rendere quella che sarebbe sembrata in apparenza una lotta impari in una vittoria del progresso. Nonostante questa “scuola” di principi teorici e d’azione, tanti giovani sinceramente democratici e antifascisti sembrano brancolare nel buio nella loro opposizione all’attuale governo neofascista che sta mettendo gli ultimi ritocchi alla piena attuazione dei progetti golpisti della P2; molti di loro, addirittura, si trovano intrappolati in realtà “antagoniste” che oscillano dall’“astensionismo” elettorale tout court, cioè di principio, strategico, non tattico, tipico dei bordighisti, che “vieta” ai suoi aderenti qualsivoglia azione in nome di un futile e irrealistico attendismo, alle “indicazioni di voto” tipiche di realtà di tipo dichiaratamente revisioniste, come il neo-costituito “PCI” degli ex cossuttiani, quello che resta del fu PC di Rizzo, ormai senza Rizzo, o di movimenti dimostratisi in modo inequivoco delle realtà infiltrate come “Resistenza Popolare” e “Patria Socialista”, talmente disperate da ormai essersi ridotte a “pubblicizzarsi” presso Fosco Giannini, personalità a noi già nota per il suo atteggiamento calunniatore e oltranzista nei confronti del nostro Partito.
Sia l’attendismo che l’elettoralismo, due facce della stessa medaglia, impediscono a tutte le basi militanti genuinamente in buona fede, attratte da queste lanterne per falene, in modo non dissimile da quanto avrà probabilmente fatto l’allora PCI di Berlinguer per quel giovane militante di Orvieto, di vedere la soluzione che si trova in realtà dinanzi ai loro occhi, ossia la scelta di intraprendere una lotta coerente, organizzata e di principio, senza ricorrere a spontaneismi di genere, sulla base della già citata linea di massa come indicataci da Mao, nelle strade, negli stabilimenti, nelle scuole e nelle università, di modo che possano diventare fucine in grado di produrre un’avanguardia rivoluzionaria a capo di un corpo militante che, come un fiume in piena, sarà in grado di spazzare via ogni ostacolo sul suo cammino.
Solo un’applicazione coerente dei principi marxisti-leninisti e del pensiero di Mao possono permettere tutto questo, ieri, oggi e domani!
 

5 febbraio 2025